Newsletter n. 310 - 16/4/2022 Visualizza online
Guida alla settimana - a cura di Evangelici.net

Com’è andata la settimana?
Breve percorso ragionato
tra fede, valori, morale

PRIMO PIANO

Rumore per nulla

La Stampa, lo abbiamo notato in diverse occasioni, si accredita in maniera sempre più significativa come portavoce delle istanze lgbt. Posizione legittima, naturalmente, peccato che a volte la situazione sfugga di mano e l'occasione lasci il posto al pretesto. Come è avvenuto qualche giorno fa, quando la testata ha dedicato due pagine a quella che, senza troppi dubbi, si può far rientrare tra le notizie che non lo erano.

Il titolo della notizia, richiamata peraltro pure in prima pagina, lasciava intendere chissà quali sviluppi liturgici: si parlava della "chiesa dei diritti" spiegando poi che "la disponibilità di un prete a cresimare un trans diventa un caso e fa della città un laboratori per la società del futuro". In un articolo margine viene citata l'esperienza tedesca (dove, non da oggi, la chiesa cattolica vive qualche tensione), e il tutto viene sigillato con l'intervento del teologo progressista Vito Mancuso, il cui intervento viene titolato con un esultante "Sacramenti e identità, così si afferma la lezione di Gesù. Per i tradizionalisti le nuove aperture non sono cristiane ma la libertà è solo la conseguenza di una rivoluzione iniziata duemila anni fa".

Lo spazio concesso e i toni utilizzati farebbero credere di trovarsi di fronte a una notizia clamorosa; coloro che si sono presi la briga di leggere l'articolo (forse non molti, in tempi che vedono la prevalenza dello strillo) hanno scoperto che un transessuale "aveva dimostrato al parroco a cui si era rivolto di voler intraprendere un convinto cammino di fede". L'intenzione espressa dalla persona che si è rivolta al prete non ha avuto seguito: "la cresima non è mai stata impartita", ha spiegato il parroco. Anzi, per citare le parole riportate nell'articolo: "io quella persona non l'ho più vista". E non perché qualcuno, come scrive il cronista, "ha storto il naso" - un riferimento, si converrà, piuttosto vago - anche perché altrimenti, vista l'aria che tira, il tono del servizio sarebbe stato ben diverso.

Nella vicenda non c'è stata nessuna preclusione: tutto si è limitato a una banale richiesta di informazioni (trapelata chissà come, viene da chiedersi) che non ha avuto seguito, senza polemiche né chiusure pregiudiziali. Si fatica, in tutto questo, a comprendere il senso del servizio, anche perché a metà articolo si precisa - per quanto en passant - che «i sacramenti (battesimo, comunione e cresima) quando c'è un vero cammino di fede nessuno li nega».

Insomma: notizie che non lo erano. Ma tanto è bastato al giornale per montare un caso, eleggere Torino a "laboratorio", spiegare che "il tema dei diritti è tornato d'attualità" e ipotecare di fatto perfino l'arrivo del nuovo vescovo, che "potrebbe dare un ulteriore impulso alla questione" ponendo maggiore attenzione "alle persone che soffrono" (che, pare di capire, nel contesto non sono i malati di covid e i loro parenti, non sono i profughi ucraini e chi opera al loro servizio, non sono coloro che risentono della crisi).

Sia chiaro: una sofferenza non esclude l'altra. Fare il possibile per arginare i "discorsi d'odio" e insegnare "il senso di accoglienza", come rileva il giornale torinese, ha una sua importanza nella società. Certo, viene da chiedersi se la soluzione "più interessante", come viene definita, sia davvero «dire basta con i principi che salvano le principesse». Ma su questo preferiamo lasciare la parola a chi di favole se ne intende.

ATTUALITÀ

L'aspirazione ultima

La ex presidente della Camera, Laura Boldrini, ha raccontato al Corriere la malattia che ha scoperto durante il confinamento e che, come ultimo atto, l'ha costretta a un'operazione.

Nell'intervista concessa ad Aldo Cazzullo rivela che dopo la scoperta del tumore -  una lesione al femore - i suoi pensieri sono corsi alla madre e alla sorella, scomparse entrambe per vicende simili. In particolare fa riflettere l'episodio della sorella, Lucia: «se ne è andata a 46 anni. Era molto religiosa - spiega Boldrini -, ha deciso di lasciare che avvenisse la volontà di Dio. Una dimensione punitiva della fede, che ho contestato sino alla fine; ma mia sorella non ha ceduto di un millimetro. Ha rifiutato anche le cure palliative».

Boldrini rivive il dramma della malattia ricordando chi le aveva augurato, nel tempo, un male incurabile ("sarà stato contento"), e nel contempo riceve la solidarietà dei suoi avversari politici (e dei loro sostenitori: "Questo dimostra che l’esempio del leader è determinante", riflette).

Poi il ricovero e l'intervento. La ex presidente della Camera confessa che, sulla soglia della sala operatoria, si è rivolta a Dio: «Sì. Io ho avuto una formazione molto cattolica. Mio padre era legato a un cattolicesimo tradizionalista. Ho preso le distanze da tante cose sue, incluso quel modo di concepire la religione. Ma l’esperienza di entrare in sala operatoria ti mette a contatto con le tue fragilità, le tue ansie; e nonostante la razionalità di cui disponi, a un certo punto ti ritrovi a pregare. Sì, in quel frangente è uscito anche questo rivolgermi a Dio come all’aspirazione ultima della salvezza».

Per la cronaca, l'operazione è andata a buon fine, Boldrini è tornata alla Camera (accolta da un applauso trasversale) e, a quanto pare, ha ritrovato il suo animo battagliero, aggiungendo alla propria agenda politica un nuovo obiettivo: «voglio battermi per i malati, per chi vive uno stigma che perdura dopo la guarigione, e non riesce ad accedere al credito, a fare un mutuo, a chiedere una polizza sulla vita, ad adottare un bambino».

SOCIETÀ E COSTUME

Magnate di cultura

Si è diffusa nei giorni scorsi la notizia dell'arresto di Viktor Medvedchuk, uomo d'affari ucraino amico di Putin nonché deputato al Parlamento di Kiev, che si era eclissato poco dopo l'invasione russa dell'Ucraina mentre era ai domiciliari con l'accusa di alto tradimento in seguito al suo sostegno ai separatisti del Donbass. Medvedchuk, 67 anni, si sarebbe arricchito grazie ai suoi rapporti d'affari con la Russia nel settore petrolifero, fino a diventare uno degli uomini più ricchi dell'Ucraina (secondo alcune fonti addirittura il più ricco in assoluto).

Tra i simboli del suo potere, uno yacht di 93 metri, del valore di 200 milioni di dollari, ormeggiato (e sequestrato) sulla costa dalmata, ma non solo: andando oltre alla solita immagine dell'oligarca circondato dal lusso, secondo Repubblica Medvedchuk ha dato un tocco di cultura alla propria immagine sostenendo, nel 2020, di possedere una porzione della Bibbia stampata da Gutenberg, anche se gli esperti sono quantomeno cauti in merito all'autenticità del reperto.

FEDE E VALORI

L'accoglienza continua

Casertanews dedica un articolo al secondo viaggio organizzato dalla chiesa evangelica locale: il carico diretto a Leopoli è arrivato l’8 aprile al confine tra Ungheria e Ucraina, dove due missionari dell’European Initiative hanno spostato la merce in furgoni per consegnarli poi a destinazione.

In Lombardia dopo Odissea 1 prosegue la missione umanitaria organizzata dalla chiesa ortodossa di Milano insieme alla chiesa evangelica di Baranzate: l'operazione Odissea 2, oltre a consegnare 400 tonnellate di viveri e medicinali in Ucraina, nel viaggio di ritorno ha portato in Italia cinquanta profughi; il prossimo viaggio, Odissea 3, ha invece in programma di portare in salvo in Italia cinquanta bambini disabili finiti in orfanotrofio.

In Sicilia, a Chiaramonte Gulfi, il centro Elim - in collaborazione con le chiese Adi e le chiese sorelle presenti in Romania e in Polonia - ospita da poco meno di mese 38 profughi e, ultimamente, si è adoperato per l’accoglienza di altri cinque ucraini.

Culto pasquale

Andrà in onda dalla Collégiale di Neuchâtel, in Svizzera, il culto evangelico di PasquaA condurre la funzione, che verrà trasmessa domenica su RaiDue dalle 9.55 alle 11, saranno Florian Schubert, Eva Lefèvre, Jule Aubert e Grégoire Oguey; la liturgia verrà accompagnata all’organo da Simon Peguiron.

CULTURA

Felici e credenti

Le persone religiose sono più felici, sane, vivono più a lungo, hanno un maggior senso della comunità rispetto agli atei, quindi si deprimono di meno e si rendono più utili: pare non lo sostenga una campagna di promozione della fede ma Robin Dunbar, docente di psicologia evoluzionista a Oxford.

Non solo: secondo Dunbar le persone di fede sanno adattarsi in maniera più efficace alle situazioni, «ed è a causa di questa adattabilità che le religioni esistono da millenni e probabilmente prolifereranno per sempre».

Una conclusione che, nota il Foglio, comporta un testacoda logico interessante: «se uno è ateo e crede alla scienza, a questo punto deve ammettere che gli conviene essere religioso, altrimenti è un misfit; se invece uno è religioso, magari un po’ ottuso come certi creazionisti americani [sic], deve ammettere che la sua sopravvivenza è dettata e garantita proprio dai principii darwiniani che rinnega».

Tempo di Pesach

È iniziata ieri sera, con la celebrazione del primo seder, la Pasqua ebraica: i riti, che rievocano il ricordo del pesach, il passaggio del popolo ebraico dalla schiavitù d'Egitto alla libertà, proseguiranno fino a sabato 23. Se volete farvi un'idea su usi, costumi, osservanze e cibi, trovate una sintesi qui.

SPETTACOLI

Riscoprendo Bach

Domenica è Pasqua, e per ricordare la Passione di Gesù potrebbe essere interessante riascoltare la Passione secondo Matteo, opera di Johann Sebastian Bach che a tre secoli dalla sua prima esecuzione a Lipsia conserva tutta la maestosità e la grazia di un'opera destinata a rievocare il momento culmine della fede cristiana.

Per scoprire la genesi dell'opera, il suo sviluppo, le sue caratteristiche può tornare utile un ampio articolo di Cesare Galla, che analizza nel dettaglio e contestualizza la Passione inquadrandola come un lavoro dal fascino universale, «sempre più importante nella tradizione musicale e nella cultura dell’Occidente, sottolineato dal confronto che con esso hanno sperimentato tutti i più grandi direttori di ogni epoca».

SPORT

Gesù e Zé Maria

«Cosa significa per me essere un Atleta di Cristo? Significa proclamare la fede in Gesù Cristo. Quando un uomo deposita la propria fede in Gesù per quel che ha fatto e lo esprime pubblicamente con le sue azioni, dimostra di essere credente e che crede nella parola di Gesù Cristo». Lo ha spiegato l'ex calciatore brasiliano Zé Maria, in una recente intervista rilasciata a una webradio napoletana e rilanciata da un sito specializzato.

Zé Maria ha spiegato che la conversione ha salvato la sua carriera: «La mia vita è cambiata dopo aver iniziato a pregare Cristo. Ho ricominciato a giocare senza dolori. Ho "mangiato" la Bibbia in circa un mese e mezzo e, da lì, è cambiato il mio comportamento. Sono arrivato in Italia da arrogante, poi sono cambiato ed ho capito che le cose importanti nella vita sono la famiglia e Dio, non le donne, i soldi e le macchine».

EPILOGO

Anche per questa settimana è tutto; appuntamento a sabato prossimo. Nel frattempo, per quanto possibile, trascorrete una Pasqua serena, nel ricordo più autentico di Colui che, in tre giorni, ha cambiato il corso della storia.

Ringraziamo Domiziana Fornasini per la gentile collaborazione e tutti i lettori che, in vario modo, ci hanno permesso di arricchire questo numero.
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responsabile editoriale: Paolo Jugovac
contatti:
notizie@evangelici.net

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