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   Autore  Topic: Il nome di Dio  (letto 28980 volte)
Amenachos
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #630 Data del Post: 16.06.2020 alle ore 15:07:40 »
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Tutti questi autori che citi piluccando qua e là, affermano apertamente che il tetragramma vada letto Adonay. Muraoka stesso nella sua grammatica afferma che esso vada letto così (e tra l’altro menziona gli elementi linguistici che io ho elencato in altri post, i quali elementi tu ritieni contraddittori e senza senso, e riguardo alle cui critiche sto ancora attendendo tue illuminanti delucidazioni).
La posizione che Muraoka esprime con una digressione storica in nota alla spiegazione sul tetragramma non è come quella del professore romano che hai menzionato, né come quella della De Troyer, perché per Muraoka, come per Joüon prima di lui, il tetragramma è da leggersi Adonay a prescindere da un’eventuale derivazione da שמא (che comunque lui non giustifica). Muraoka aggiunge questa nota nella sua revisione alla grammatica di Joüon, ma non ne spiega il motivo. Secondo alcuni (e mi riferisco a massime autorità del campo), proprio perché Muraoka non motiva il suo argomento, questo sarebbe un errore che è ‘scivolato’ nella grammatica. In ogni caso, quando ne ho parlato direttamente con Muraoka, mi ha confermato che non si tratta di un errore o svista e ha affermato che quella espressa in nota è una posizione di compromesso, in un certo senso, tra la pronuncia del tetragramma come Adonay e l’Aramaico שמא. Da un lato, dunque, non intacca minimamente la lettura Adonay, dall’altro però non spiega il perché di שמא. Come già mi espressi sopra al riguardo, è una congettura ingegnosa (forse nata a partire dal fatto che tale è la lettura del tetragramma nella tradizione samaritana?). Sicuramente, come Muraoka stesso rassicura, il tetragramma è da leggersi Adonay per questioni linguistiche elementari. È comunque probabile che anche l’origine della vocalizzazione in שמא sia da escludere. Un altro problema con questa ricostruzione storica risiede nel fatto che anche YeHWiH è vocalizzato senza holam ma è indubbiamente da leggersi Elohim, come Muraoka stesso dichiara (anche alla luce del contesto in cui compare). Pertanto, non c’è ragione per cui ritenere che dietro YeHWaH ci debba essere storicamente (e non nella pronuncia!) Shema’ ma dietro YeHWiH Elohim. Entrambi mancano del holam eppure si comportano come Adonay ed Elohim. La spiegazione più semplice ed economica sia linguisticamente che filologicamente (cioè Adonay) prevale dunque non solo per quanto riguarda la lettura, ma anche per quanto riguarda la ricostruzione storica.
E, per inciso, non c’è mica bisogno di leggere Gertroux per sapere cosa stia scritto nel Joüon-Muraoka.
 
Quindi, tutte queste fonti che tu mi citi (salvo la De Troyer e tale professore romano, indubbiamente ci saranno anche altri), in realtà affermano che il tetragramma vada letto Adonay, nonostante i tuoi tentativi di manipolare l’informazione mietendo paragrafi qua e là dalle fonti secondarie e nonostante TU dica che tale lettura sia ipotetica. Non è ipotetico per nulla, perché ci sono abbastanza elementi linguistici e filologici (che puoi trovare in Yeivin, Weingreen, Lambdin, Tov, Muraoka, Rösel, Khan, giusto per citare gli autori più menzionati nel thread) che puntano in quella direzione: il tetragramma è da leggersi Adonay o Elohim a seconda del contesto, e le varianti grafiche sono, per l’appunto, grafiche e perfettamente spiegabili. E gli autori che affermano tale cosa non lo fanno in maniera ipotetica.
Per qualche ragione, tu preferisci utilizzare materiale che non è di livello e qualità accademica (Gertroux e Gordon) per difendere una posizione inaudita e risibile (cioè che il tetragramma vada letto Yehwah o Yehowah). Tutti i testi accademici che mi hai citato univocamente affermano che il tetragramma vada letto Adonay, e menzionano anche le ragioni linguistiche e filologiche. E non ritengono ciò un’ipotesi (nonostante i tuoi tentativi di decontestualizzazione e manipolazione).
 
Quindi, dal momento che ho capito che da parte tua non si può avere nessun tipo di argomento che parta dalle fonti primarie, quantomeno cessa di manipolare le fonti secondarie. Sei riuscito a manipolare anche me, contrapponendo la mia affermazione sul 99.9% vs. 0.1% a Muraoka. Ovviamente, dal momento che caratterizzo quel 0.1% come elemento esterno alla comunità di ebraisti, e poiché ho appena finito parlare di Gertroux e Gordon, il mio riferimento è chiaramente a tali liberi battitori. Come pure la tua generalizzazione indebita riguardo ai toni usati in accademia: non è che se ti dico che i toni possono essere decisi in alcuni constesti (in risposta, anche qui, ad un'altra tua generalizzazione indebita "nessuno si esprime così" ) allora è sempre così. Anche perché gente che le spara grosse come te non ne ho ancora viste in questo campo, di norma nella vita fanno altro. Ma vabbè.
 
Attendo ancora una tua disamina delle considerazioni linguistiche e filologiche da me esposte e da te ritenute un'accozzaglia di contraddittorietà.
 
Non è che io devo scendere dalla luna, ma tu devi stare di più sui libri prima di prendere parola.
 
Per precisare:
 
- La similitudine con i terrappiatisti sorge dall'incapacità di usare le fonti primarie e dalla manipolazione di quelle secondarie.
 
- Il vaniloquio in riferimento ai tuoi discorsi sul mondo accademico dell'ebraistica (e/o modalità di un mio eventuale ruolo in tale campo). Poiché non ne fai parte e quindi non puoi sapere, ne dai una rappresentazione errata: le tue sono parole vane e vuote di significato, non essendoci corrispondenza con la realtà.
 
- Il blabla in riferimento ai tuoi post discorsivi senza che ancora affronti i dati grammaticali e filologici stricto sensu: ti basterebbe smentire quelli uno ad uno, o quantomeno discuterli, visto che è proprio in base a tali elementi che si sostiene la lettura Adonay.
« Ultima modifica: 19.06.2020 alle ore 23:27:13 by Amenachos » Loggato
Amenachos
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #631 Data del Post: 16.06.2020 alle ore 20:31:50 »
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In ogni caso, giusto per far comprendere che la lettura Adonay non è assolutamente ipotetica come Simon per qualche oscura ragione ripete, ecco qui una lista di altri cosiddetti 'innamorati'.
 
Le seguenti sono le principali opere normative e descrittive della lingua e filologia ebraica antica, scritte dalle maggiori autorità del campo (e la lista potrebbe andare avanti per pagine e pagine. Il passo del Lambdin, tra l'altro, è già stato menzionato). Se tale lettura fosse ipotetica, innanzitutto non entrerebbe in grammatiche, manuali di filologia e voci enciclopediche. In secondo luogo, verrebbe specificato che siamo di fronte ad un'ipotesi.
 
Tra un ingegnere (non lo dico con disprezzo, sia chiaro) che non si occupa di ebraico, ma adotta e diffonde le ipotesi di due autori (Gertroux e Gordon) che non pubblicano materiale accademico e che non hanno nemmeno un dottorato, e i più importanti studiosi passati e contemporanei di ebraico che compilano opere di riferimento, non è difficile scegliere e capire chi ha ragione. Come è altrettanto chiaro chi tra noi due sia sulla luna. Ovviamente non è soltanto un mero argumentum ab auctoritate, le ragioni sono innanzitutto linguistiche e filologiche.
 
Gesenius (Hebrew Grammar, §17c)
The divine name ‏יְהוָֹה‎, which has not its original vowels (‏יַהְוֶה‎ ) but those of ‏אֲדֹנָי‎ (see § 17 c), except that the ‏י has simple not compound Šᵉwâ, takes the prefixes also, after the manner of ‏אֲדֹנָי‎, thus ‏וַֽיהוָֹה‎, ‏לַֽיהוָֹה‎, ‏בַּֽיהוָֹה‎, ‏מֵֽיְהוָֹה‎ (since they are to be read ‏וַאֽדֹנָי‎, ‏לַאֽדֹנָי‎, ‏בַּֽאדֹנָי‎, ‏מֵֽאֲדֹנָי‎ ) ; for the ‏א‎ of ‏אֲדֹנָי‎, as of ‏אֲדֹנָי‎, ‏אֲדֹנִים‎, &c. (see below), quiesces after the prefixes ‏בַּ‎, ‏כַּ‎, ‏לַ‎, ‏וַ‎, but is audible after ‏מֵ‎ (for ‏ מִן‎Occhiolino , ‏שֶׁ‎ (no instance in the O.T.), and ‏הָ‎ (in ‏הָֽאֲדֹנִים‎ Dt 10:17, Ps 136:3, the article, not ‏הַ‎ interrog., is intended; the only example with ‏ה‎ interrog., Jer 8:19, is to be pointed ‏הַֽיהוָֹה‎, i. e. ‏הַֽאדֹנָי‎, not ‏ הַיְהוָֹהOcchiolino .
 
Joüon-Muraoka (Hebrew Grammar, 16f)
the divine name יְהוָֹה: the Qre is אֲדֹנָי my Lord, whilst the Ktiv is [p. 66] probably יַהְוֶה (according to ancient witnesses). (One may note that in the word ‏יְהוָֹה‎ one has a simple shva instead of ḥaṭef pataḥ of ‏ אֲדֹנָי‎Occhiolino . If ‏אֲדֹנָי‎ precedes the tetragrammaton, the vocalisation is ‏יְהוִה‎, indicating Qre ‏אֱלֹהִים‎. The vocalisation of particles etc. before ‏יהוה‎ presupposes the pronunciation of the Qre ‏אֲדֹנָי‎: thus the preposition ‏מן‎ becomes ‏מֵ׳‎ before the guttural, e.g. ‏מֵיהוֹה‎ = ‏מֵאֲדֹנָי‎ (§ 103 d). Likewise, for instance, instead of ‏לָמָּ֫ה‎ one finds ‏לָמָ֫ה יהוֹה‎, namely ‏לָמָ֫ה אֲדֹנָי (§ 37 d).
 
Weingreen (A Practical Grammar of Classical Hebrew, p. 23)
Another type of deliberate change in reading due, in this case, to reverence, is the Divine name יַהֲוֶה or יַהְוֶה (Yahaweh or Yahweh). The Divine name was considered too sacred to be pronounced; so the consonants of this word were written in the text (Kethibh), but the word read (Qere) was אֲדֺנָי (meaning ‘Lord’). The consonants of the (Kethibh) יהוה were given the vowels of the (Qere) אֲדֺנָי namely ָ ֺ ְ , producing the impossible form יְהֺוָה (Yehowa). Since, however, the Divine name occurs often in the Bible, the printed editions do not put the reading required (Qere) in the margin or footnote; the reader is expected to substitute the Qere for Kethibh, without having his attention drawn to it every time it occurs. For this reason it has been called Qere Perpetuum, i.e. permanent Qere.
 
Van der Merwe – Naudé – Kroeze (A Biblical Hebrew Reference Grammar, p. 47)
The word אֲדֺנָי ‘my lord’ was always read in the place of the name יהוה. The Masoretes retained the consonants of the name יהוה – out of respect for the text, but always appended to the the vowels of the word אֲדֺנָי as an indication of how the word should be read. This produced the form יְהֺוָה, which the Jews always pronounced as /adonay/ and neve ras /yehowa/.
 
Blau (Phonology and Morphology of Biblical Hebrew, p. 7)
The same discrepancy is also found with the so-called q´re perpetuum, found with some frequently occurring words. These words are always (or very often) read differently from the k´tib. Here the q´re, assumed to be known, is omitted altogether and is suggested only by the vocalization of the k´tib. Instances of q´re perpetuum are the Tetragrammaton; ירושלם, to be pronounced יְרוּשָָׁלַיִם ‘Jerusalem’; and, in the Pentateuch, הִוא when it is to be read הִיא ‘she’.
« Ultima modifica: 24.06.2020 alle ore 05:21:50 by Amenachos » Loggato
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #632 Data del Post: 16.06.2020 alle ore 20:32:55 »
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Yeivin (Introduction to the Tiberian Masorah, p. 59)
“Perpetual ‘qere’.
 
In the case of some words, the form traditionally read is always different from that suggested by the letters. This class is related to qere / ketiv, but is no marked as such. The leading example is the tetragrammaton יהוה, which is pointed יְהוָה or יְהֺוָה to indicate qere אֲדֺנָי or יְהוִה or יְהֺוִה to indicate the qere אֱלֺהִים. The Talmud (TB Pesahim 50a) remarks on this
 
לא כשם שאני נכתב אני נקרא נכתב אני ביו"ד ה"א ונקרא אני באל"ף דל"ת
 
“I am not read as I am written, I am written with yod he, but read with alef dalet”. It is possible that the writing of the Divine Name in Hebrew characters in some Greek MSS, and its writing in Old Hebrew characters (or with four dots) in some of the Qumran Scrolls, was similarly intended to guard the sanctity of the name of God.”
 
Tov (Textual Criticism of the Hebrew Bible, p. 59)
The "constant Qere" (Qere perpetuum) is not indicated explicitly with a Masoretic note, but in these cases the Ketib is vocalized with the vowels of the Qere. Thus MK יהוה, YHWH, is vocalized as יְהֺוָה on the basis of its Qere אדני, adonay (or, when appearing next to אדני, as יְהֺוִה on the basis of אלהים, elohim).
 
Yosef Ofer (The Masorah on Scripture and its Methods, pp. 88, 92, e 99 e  Occhiolino
 
When he sees the Tetragrammaton he will know that it should be read adonay (and sometimes elohim).
 
For example the Tetragrammaton is vocalized with shwa and qamas (the vowels belong to the letters aleph and nun in Adonai).
 
The group of euphemisms is small, and includes less than 20 words in all of Scripture. That is not the case regarding the second group - the Tetragrammaton pronounced either as Adonay or Elohim. This group includes over 6800 occurrences i.e. four or five times more than all the other instances of ketiv-qere in the entire Tanakh. However regarding these names the Masora practiced 'permanent qere', i.e. it does not cite a special note regarding each appearence of these names, since everyone knows how to read them.  
 
Khan (The Tiberian Pronunciation Tradition of Biblical Hebrew, p. 34)
When there is a regular conflict between the orthography of the reading in frequently occurring words and forms, as is the case, for example, with the Tetragrammaton (ketiv יהוה , qere אֲדֹנָי or אֱלֹהִים ), the place name ‘Jerusalem’ (ketiv ירושלם , qere ירוּשָלַיִםOcchiolino and some morphological suffixes (see below), the vocalization of the word reflects the qere but there are no qere notes in the margins with the appropriate orthography.
 
Khan (Encyclopedia of Hebrew Language and Linguistics – ketiv and qere)
Some elements of the consonantal text are regularly read in a way that does not correspond to what is written (sometimes referred to as qere perpetuum). These are not marked in the Masoretic notes. The most common word where this occurs is the tetragrammaton יהוה yhwh, which is read either as אֲדֹנָי ʾăḏōnå̄y or as אֱלֹהִים ʾε̆lōhīm. In such cases the vocalization of the tetragmmaton is אֲדֹנָי  (= יְהוָֹה ʾăḏōnå̄y) and יְהוִה  or אֱלֹהִים  (יְהוִֹה ʾε̆lōhīm), respectively, with shewa under the first letter. This is a vestige of a primitive stage of the development of Tiberian vocalization, in which a shewa rather than a ḥaṭeph sign was written on the ʾalef.
 
Joseph Habib (Qere and Ketiv in the Exegesis of the Karaites and Saadya Gaon, in Studies in Semitic Vocalisation and Reading Traditions, p. 283)
During the process of supplying the consonantal text with the vocalisation signs, such differences between the received con-sonantal text and the orally transmitted reading tradition became apparent. One clear example was the divine name. Since uttering the form of the name reflected by the consonantal text was pro-hibited, the consonantal text יהוה was read אֲדֹנָי . The result was the form יְהוָה , in which the vocalisation prompted the reading [ʔaðoːˈnɔːj] instead of that reflected by the consonantal text.
« Ultima modifica: 24.06.2020 alle ore 05:32:02 by Amenachos » Loggato
Simon
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #633 Data del Post: 23.06.2020 alle ore 23:40:26 »
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Caro Vladi,
Non so se la mia voce ti arriva li dalle tue parti sulla luna, da dove contempli stabilmente la terra piatta, ma forse a furia di riportarti all’ordine, qualcosa uscirà.
Ti volevo ricordare, prima che ti dimentichi, che hai fatto un’affermazione matematica molto precisa e non grossolana come le teorie di voi linguisti, che qui riporto una seconda volta:
 
[quote=Vladi]“Non è che se qualcuno ha detto qualcosa ad un certo punto allora va bene. Qui gli schieramenti sono dell'ordine 99.9 vs 0.1. E può comunque darsi che lo 0.1 abbia ragione, quindi va comunque ascoltato. Ma fin'ora lo 0.1 non ha prodotto nulla di valido per far cambiare idea alla comunità degli ebraisti.” [/quote]
 
Ora il tuo elenco si ferma a 11 autori, non ai 3'000 che avevi promesso, anche se sono rispettabili. Solo “spiluzzicando”, come dici tu, rilevo che Gesenius, lo dico per chi si fosse messo in ascolto soltanto ora, è stato un semitista notevolissimo, ma è passato a miglior vita nel 1842.  
Joüon-Muraoka è stato citato da me per primo e afferma, nell’opera che ho indicato con precisione contrariamente a te, quello che ho detto io, cioè che le vocali del tetragramma sono quelle di Shemà. Se pensi che la mia citazione sia un “fake” hai solo da smentirla.  
 
Si al posto dei fare dei copia/incolla mi specifichi le tue citazioni come si usa in ambito accademico, le vado a controllare, come avevo già detto, e poi ti rispondo.
 
Su Gertoux, è stato prof. di fisica, ha un master in ebraico biblico e parla correntemente anche l'ebraico moderno. Da emeritus pubblica ancora oggi articoli di ricerca con peer review in conferenze internazionali di università europee rinomate, ma tu sei troppo ignorante (nel senso che ignori, naturalmente) per saperlo.
 
Pensavo mi indicassi i corsi che tieni, cosi verrò a filmarti per mettere i tuoi show su youtube, come ti ho promesso.
Stammi bene e scendi dalla luna, ogni tanto
 
Simon
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Amenachos
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #634 Data del Post: 24.06.2020 alle ore 05:34:02 »
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Ecco, a post inutili come questi mi riferivo con 'blablabla'. Cioè capisci che non c'è una cosa esatta o pertinente nemmeno quando ti esprimi genericamente?
 

on 23.06.2020 alle ore 23:40:26, Simon wrote:
non grossolana come le teorie di voi linguisti

 
Commento ignorante ed indegno di risposta, soprattutto alla luce dell'argomento che stiamo trattando. Tuttavia esemplificativo del perché le tue uscite su ebraico e filologia siano errate e fantasiose.
Quando non si riesce a coglierla, si dice che l'uva è acerba.
 
Anyway, solo un paio di precisazioni funzionali alla discussione:
 
- Rileggi quello che ho scritto su Joüon-Muraoka, il tuo commento non ha senso rispetto a quanto ho scritto. Ovviamente e come al solito hai citato solo parte di quello che la grammatica afferma (nello specifico la nota a pié pagina e non la spiegazione di come vada letto il tetragramma).
 
- Che Gesenius sia morto nel 1842 è irrilevante. Io ho citato la sua grammatica che ha ricevuto ben 28 edizioni nel corso dell'800 e inizio '900. In realtà 29, se si considera anche la revisione di Bergsträsser. Il Gesenius rimane LA grammatica di riferimento per quanto riguarda la morfologia ebraica. Se qualcosa è superato si spiega, dati alla mano, il perché. Non così a caso. Mi sembra assurdo dovere specificare e spiegare cosa sia il Gesenius. Di nuovo, ma di che stiamo a parlare? Boh!
 
- Che Gertroux sia un fisico di eccellenza è altrettanto irrilevante. Nessuno mette in dubbio la qualità del suo lavoro in quel campo, come la qualità del tuo nel campo dell'ingegneria. Ma l'ebraistica è un altro campo, che richiede un percorso di studi diverso, altri metodi, altre conoscenze e competenze. E, ripeto, non basta un master per qualificare qualcuno come esperto, perché sappiamo tutti benissimo quale sia il livello di conoscenza di un determinato campo quando si ha soltanto un master o una laurea magistrale.
Che costui parli ebraico moderno è altrettanto irrilevante: ci sono poco meno di 10 milioni di parlanti ebraico al mondo, ma i filologi e gli ebraisti sono nell'ordine delle decine. Quanti italofoni sarebbero in grado di commentare linguisticamente e filologicamente Dante o Petrarca? Poche decine di persone super specializzate che fanno questo di mestiere (e hanno dottorati, pubblicazioni e ruoli accademici in questo campo).
 
Ho modificato il mio post precedente aggiugnendo le pagine / paragrafi da cui sono tratte le citazioni. Non è che ci sia molto da controllare, c'è da confrontarsi con le spiegazioni linguistiche e filologiche per una buona volta.
 
Attendo ancora tue spiegazioni linguistiche e filologiche che riportino la comunità scientifica tutta all'ordine e con i piedi per terra.
« Ultima modifica: 26.06.2020 alle ore 00:05:09 by Amenachos » Loggato
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #635 Data del Post: 12.08.2020 alle ore 09:45:59 »
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Chiedo perdono per la mia latitanza. Spero di essere più presente. Detto questo, non si può tacciare un utente come “saccente” solo perché posta delle spiegazioni in linea alle sue competenze. È come criticare un medico quando non si ha nemmeno una laurea in medicina. Pertanto rispettiamo le competenze di ciascuno, in quanto Vlad sta parlando sulla base del suo percorso di studio.
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #636 Data del Post: 12.08.2020 alle ore 15:09:21 »
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Io ho dovuto leggere più volte la discussione per poter arrivare almeno ad una comprensione concettuale delle questioni sollevate. Ringrazio Vlad91 per il tempo che ha dedicato a voler discutere di questo argomento in un ambiente probabilmente non propriamente convenzionale per il livello al quale si pone. Spero che abbia ancora voglia ogni tanto di dialogare. Quanto a Simon sono d'accordo con Andrea se uno vuole dialogare su certi livelli se poi non riesce a stare a fronte dovrebbe avere l'umiltà di accettarlo.
« Ultima modifica: 12.08.2020 alle ore 15:18:48 by ilcuorebatte » Loggato

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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #637 Data del Post: 05.06.2021 alle ore 12:20:38 »
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Ma cm si fà che dopo 2000 anni ancora non c'è una persona che dicesi Cristiano che non abbia capito qual'è il Nome di Dio.? Lo sapete che Dio ha dovuto offrirsi nel Suo figlio per dare il Suo Sangue prezioso al posto nostro? Ed il figlio sarebbe venuto da una vergine (Maria), la cosa ci viene narrata dal Profeta Isaia cap.7 e cap.9 . Avrebbe preso il nome di Emmanuele (=DIO CON NOI) ma in Matteo 1 :21 << ELLA PARTORIRA' UN FIGLIO E TU GLI PORRAI NOME GESU', PERCHE' EGLI SALVERA' IL SUO POPOLO DAI LORO PECCATI.>> CHI SI DA' IN SACRIFICIO X SALVARE IL SUO POPOLO? LO AVETE CAPITO CHI E' DIO? LEGGETE BENE COSA DICE ISAIA 9:5 !!! COME DIO NON POTEVA FARLO MA COME FIGLIO LO HA POTUTO FARE MA, <ERA DIO>!!!
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #638 Data del Post: 24.04.2022 alle ore 17:57:53 »
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on 19.06.2006 alle ore 23:32:37, Giuseppe37 wrote:
Conosco bene i Testimoni di Geova e non credo che abbiano torto in tutto, tanto più che anche gli evangelici sono frazionati in tante denominazioni derivanti da diversità d'interpretazione della Bibbia. Dunque, riguardo al nome di Dio, hanno perfettamente ragione loro: almeno nei manoscritti dell'Antico Testamento il tetragramma JHWH compare migliaia di volte, e anche se non si può più risalire all'esatta pronuncia con le vocali, tutte lo Bibbie dovrebbero comunque riportarlo così con le 4 consonanti perché sostituirlo mi sembra proprio un' eresia e un errore che contraddice il principio della filologia. Discorso diverso per il nuovo testamento nel quale non c'è certezza che sia stato scritto il tetragramma se non in qualche frammento di papiro non autorevole.

 
Io NON sono tdg e il post è ormai vecchio, ma per chiunque dovesse ancora leggerlo o capitarci, volevo postare questo video:  
 
https://youtu.be/zx8cQOkKVsg
 
La “J” non è affatto presente nel tetragramma perché la J è una lettera inventata recentemente 😎 Il tetragramma è YHVH (YAHUVEH, abbreviato YAH), e il nome del Figlio è Yahushua, che al Suo interno contiene il nome del Padre: YAHushua.  
 
I tdg hanno però ragione su una cosa: il termine Dio, così come il falso nome “Gesù Cristo”, sono solo italianizzazioni senza significato. Anzi, il significato del nome Yahushua è: “YAH salva/YAH è salvezza”: il progetto del Padre è addirittura contenuto nel nome del Figlio! Cosa che non c’è col nome “Gesù”.  
OCCHIO ad utilizzare il nome “Gesù” perché in Atti 4:12 è scritto: «IN NESSUN ALTRO è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo NESSUN ALTRO NOME che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati».  
 
“Gesù” È UN ALTRO NOME.  
 
Vi lascio questo link: http://www.ha-qahal.info/yahuveh-il-vero-nome-del-creatore/
 
E anche questo: http://www.ha-qahal.info/yahushua-lebreo-vs-jesus-il-kristos-greco-la-sconvolgente-verita/
 
(Siccome i vari link non aprono nulla da qui, per il video si può fare copia del link e incollarlo sulle ricerche di Youtube, e per gli articoli si può fare copia del link e incollarlo sul vostro motore di ricerca di Internet)
« Ultima modifica: 27.04.2022 alle ore 21:10:33 by netzarym22 » Loggato

Matteo 7:21: Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #639 Data del Post: 01.05.2023 alle ore 09:15:28 »
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Sono rientrato da poco, dopo una lunga assenza e quando ho visto il titolo di questo forum mi sono fatto molte domande.
La prima, ma ovviamente questo è solo il mio parere, perchè io non ho studiato come molti di voi, è questa: Ma davvero vogliamo dare un nome a Dio?
 
Ora, io partirei da un assunto molto semplice, ovvero, quando Iddio mandò Mosè al faraone, gli disse: Se ti domandano chi ti manda, tu digli IO SONO MI HA MANDATO.
Se Iddio avesse voluto farci sapere il suo nome, così come noi intendiamo un nome, non avrebbe detto il Mio Nome è IO SONO. No!
Questa è la prima osservazione.  
 
La seconda è legata al fatto che, almeno anticamente il nome aveva un significato relativo alla persona; basta vedere il significato di tanti nomi dei patriarchi, dei profeti etc.
 
Dare un nome a Dio equivale a definirlo e poi, chi siamo noi che abbiamo così tanto intelletto da riunire in un mome il carattere, la personalità di Dio?
 
Il primo uomo fu nominato Adamo perchè nacque dalla terra, quindi con Adamo Iddio ha definito l'origine di Adamo.
 
Con lo stesso criterio, possiamo stabilire il nome di Dio?
 
Terza considerazione.
Iddio ha dato a Adamo l'autorità di dare un nome a tutti gli animale e alle cose, ma avrebbe mai potuto Adamo dare un nome  anche a Dio di cui non conosceva l'origine?
 
Ora, per il nostro umano bisogno, Iddio ha un nome, tanti nomi, perchè ogni nome definisce una qualità di Dio e non tutte le qualità di Dio.
 
Ne va da sé che, volendo usare il tetragramma che non ha nessuna vocale, la conclusione è che il Nome di Dio sia impronunciabile.
 
Sto andando per sommi capi ovviamente.
Lo stesso Gesù non ha dichiarato il Nome di suo Padre, ma lo ha semplicememente chiamto  PADRE MIO E DIO MIO.
 
Sempre secondo me, volersi perdere in questo mare senza focalizzarsi sulla realtà dei fatti, per qualcuno potra essere un passatempo ma senza alcuna utlità concreta, tanto alla fine nessuno potrà mai affermare quale sia il Nome di Dio, in quanto non ne ha uno solo.
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #640 Data del Post: 01.05.2023 alle ore 10:11:48 »
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Ciao cerco di rispondere alle tue domanda dove non vedo nemmeno un riferimento biblico ma tanti “secondo me”.  
Tu chiedi: “Ma davvero vogliamo dare un nome a Dio?” Vedi non siamo noi che lo vogliamo dare ma è Dio stesso che se lo è dato.
 
Poi dici: “quando Iddio mandò Mosè al faraone, gli disse: Se ti domandano chi ti manda, tu digli IO SONO MI HA MANDATO. Se Iddio avesse voluto farci sapere il suo nome, così come noi intendiamo un nome, non avrebbe detto il Mio Nome è IO SONO. No!”
E ti dico NO! Leggi tutto e non estrapolare poche parole.  
In Esodo 3:15 Dio rispose alla domanda fatta da Mosè "Come si chiama?" (Esodo 3:13; CEI), al che Dio rispose "Questo è il mio nome per sempre". (Esodo 3:15; CEI) Da questo passo è chiaro che Dio ha un nome, non ci sono alternative alla spiegazione di questa domanda e alla risposta data da Dio. Già in Genesi 32:28 l'angelo di Dio chiese a Giacobbe: "Come ti chiami?" Egli rispose: "Giacobbe". L'angelo continuò dicendo: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele". Se qui si sta parlando di un nome di persona, cosa che nessuno oserebbe mettere in dubbio, è chiaro che an-che in Esodo si tratta dello stesso argomento, vista la perfetta somiglianza della domanda.  
Anche in Salmi 83:18 si accenna al nome di Dio, infatti, lì viene detto: "conosceranno che il tuo nome è Jhwh, tu solo l'Altissimo su tutta la terra.". (Salmi 83:19; BO) Molti altri passi come ad esempio Esodo 6:3; Isaia 42:8; 54:5; ecc. confermano che Dio ha un nome.
 
La tua seconda osservazione dice che, “almeno anticamente il nome aveva un significato relativo alla persona; basta vedere il significato di tanti nomi dei patriarchi, dei profeti etc.”
Ecco precedentemente facevi riferimento all’IO SONO che è diciamo il suo significato, anche se non esattamente. “Il nome proprio di Dio, rivelato nel versetto successivo, è YHVH (scritto “yod-heh-vav-heh” in ebr.; anticamente la “vav” era pronunciata “w”). Ma qui Dio prima dice a Mosè il suo significato: Ehyeh-Asher-Ehyeh, probabilmente tradotto meglio come “Io Sarò Ciò Che Sarò”, che significa “La mia natura diventerà evidente dalle mie azioni” (Jewish Study Bible).
“Dio… (Es 3,14; Th. Boman, Das hebräische Denken, 27 ss, ritiene che in ebraico hajāh significhi «agire» piuttosto che «essere»; sarebbe quindi da tradurre: io agisco, in quanto agisco…)” (L. Coenen, E. Beyreuther e H. Bietenhard, Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, pag. 488).
“L’ebraico per Io sono quello che sono non è אהיה אשד אהיה  … L’ebraico per Io sono quello che sono è אני אשד אני, proprio come Io sono lui è הוא אני. L’imperfetto אהיה  può solo significare Io sono nell’atto di divenire, o Io diverrò, o Io sarò … In nessun modo può essere tradotto Io sono … אהיה  in questa frase può solo significare Io sarò o diverrò (qualcosa)” (William R. Arnold, The Divine Name in Exodus iii. 14, JBL 24, 1905, pagg. 126, 127).
“Io sono quello che sono … l’accento è posto sulla manifestazione attiva dell’esistenza divina … la maggioranza dei contemporanei segue Rashi traducendo ‘Io sarò colui che sarò’” (The Pentateuch and Haftorahs, J. H. Hertz).  
Poi dici: “Dare un nome a Dio equivale a definirlo e poi, chi siamo noi che abbiamo così tanto intelletto da riunire in un nome il carattere, la personalità di Dio?”
Infatti non è stato l’uomo a dare il nome a Dio ma è stato Dio stesso a darselo e a farcelo conoscere.
 
Poi dici ancora: “Il primo uomo fu nominato Adamo perchè nacque dalla terra, quindi con Adamo Iddio ha definito l'origine di Adamo. Con lo stesso criterio, possiamo stabilire il nome di Dio?”
Ripeto: non è stato l’uomo a definire Dio ma è stato Dio stesso a definirsi.
 
Nella tua terza considerazione dici: “Iddio ha dato a Adamo l'autorità di dare un nome a tutti gli animale e alle cose, ma avrebbe mai potuto Adamo dare un nome anche a Dio di cui non conosceva l'origine?”
Ripeto: “non è stato l’uomo a dare a Dio un nome ma se lo è dato Dio stesso”.
Poi dici: “Ne va da sé che, volendo usare il tetragramma che non ha nessuna vocale, la conclusione è che il Nome di Dio sia impronunciabile”.
Guarda, se è per questo tutta la Bibbia è scritta senza vocali, la buttiamo? Tutti i nomi biblici sono scritti senza vocali, non li pronunciamo?  
Ecco dove sta il punto. Quando dici: “Sempre secondo me”
Pensa secondo Dio e non secondo te.
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #641 Data del Post: 01.05.2023 alle ore 14:31:09 »
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Ciao  JWFELIX,  
non ti risponderò punto per punto perchè mi rendo conto che quando uno entra in un certo corridoio può solo continuare per quella strada.  
 
Io uso l'espressione "secondo me" perchè non mi voglio porre come uno che ha il verbo in bocca, cosa che non posso dedurre da ciò che scrivi; non lo faccio anche per non far sentire nelle parole a chi legge la possibilità che ci si trovi di fronte ad un essere superiore; quindi il tuo dire che non cito nemmeno un passaggio biblico, mi induce, viste le tue citazioni. a pensare che ognuno legge come vuole.
Nei tuoi versi citati dalla CEI in Esodo sta scritto esattamente ciò che io ho detto e non ciò che tu esprimi.
 
Tu puoi legittimamente continuare a sostenere la tua tesi perchè nei hai il diritto, ma prima di esprimere pareri contrari faresti bene a leggere e con attenzione quello che altri scrive, cosa che non mi risulta viste le conclusioni. Puoi sempre dire che il tuo parere è diverso perchè hai un diverso intendimento ma mai dire, almeno in questo caso che ciò che ho scritto è sbagliato, perchè non lo è affatto.
 
Se a luce associamo altra luce allora facciamo una cosa positiva e di edificazione, diversamente creiamo una separazione e, mi perdonerai ma la penso così, ciò non è affatto da Dio.
 
Se tu avessi voluto capire, e non credo che ti manchino le capacità, avresti potuto integrare a quanto detto, ad esempio l'elenco  e la relativa spiegazione dei vari nomi che si trovano nelle scritture, cosa che non hai fatto, mentre hai sollecitamente detto delle cose che sono letteralmente in contrasto fra di loro in esodo 3 che trascrivo Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».  Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
IO SONO e l'Iddio di Abrahamo Isacco e Giacobbe non sono nomi propri di Dio ma gli appellativi di riferimento per il suo popolo.
Mentre l'IO SONO di Dio indica il solo  e l'Unico che ha il diritto di chiamarsi cosi, Abrahamo Isacco e Giacobbe invece fancendo riferimento a Colui che E' di fatto dicono anche loro che non vi è nessuno altro Dio al di fuori di Lui.
 
Ora non sono qui per fare una arringa telogica con citazioni più o meno condivisibili, ma sono qui per esprimere ciò che è il mio sentimento che mi accomapagna da tutta una vita e di cui ho profonda gratitudine; anzi se dovessi essere posto di fronte ad una scelta non potrei fare affidamento ad altri ma solo a Lui, di cui, conosco quanto mi basta per esperienza personale e non per dottrine varie attinte qua e là.
 
Credere di poter definire l'indefinibile mi pare alquanto presuntuoso, ma visto quello che tu affermi di sapere, mi astengo da fare altri commenti.
 
Vorrei porti una domanda ma sei libero di non rispondere; quanto leggiamo il Salmo 116, sulla base di quale conoscenza il salmista decide di predicare il Nome del Signore?
 
Scusa la mia poca disponibilità a discussioni erudite.
 
« Ultima modifica: 01.05.2023 alle ore 14:37:26 by salvo49 » Loggato

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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #642 Data del Post: 01.05.2023 alle ore 21:45:01 »
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Prendo in considerazione questo pezzo che è il fulcro della discussione.
 
Tu citi Esodo dove viene detto: Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».  Sorridenteio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione”.
Dopo di ciò dici: “IO SONO e l'Iddio di Abrahamo Isacco e Giacobbe non sono nomi propri di Dio ma gli appellativi di riferimento per il suo popolo. Mentre l'IO SONO di Dio indica il solo e l'Unico che ha il diritto di chiamarsi cosi, Abrahamo Isacco e Giacobbe invece fancendo riferimento a Colui che E' di fatto dicono anche loro che non vi è nessuno altro Dio al di fuori di Lui”.
 
Vedo un po’ di confusione da parte tua.
Intanto prendiamo una traduzione più corretta dove invece di Signore riporta il nome di Dio per come deve essere.
 
“Allora Dio disse a Mosè: “Io Diverrò Ciò Che Scelgo Di Divenire”. E aggiunse: “Devi dire questo agli israeliti: ‘Io Diverrò mi ha mandato da voi’”. 15 Dopodiché Dio disse ancora una volta a Mosè: “Devi dire questo agli israeliti: ‘Geova, l’Iddio dei vostri antenati, l’Iddio di Abraamo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe, mi ha mandato da voi’. Questo è il mio nome per sempre, e così dovrò essere ricordato di generazione in generazione”.
 
Come puoi ben vedere Dio si identifica col nome GEOVA e non con l’IO SONO. E dopo che dice Geova dice anche che “Questo è IL MIO NOME per sempre, e così dovrò essere ricordato di generazione in generazione”.
 
Quindi non c’è alcun appellativo. Anzi, se un appellativo c’è è quando si rende il nome di Dio con Signore che non ha alcun riferimento col tetragramma.
 
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #643 Data del Post: 01.05.2023 alle ore 21:49:13 »
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on 01.05.2023 alle ore 10:11:48, JWFELIX wrote:

Ecco dove sta il punto. Quando dici: “Sempre secondo me”
Pensa secondo Dio e non secondo te.

Eh già io dico secondo me, almeno ho l'umiltà per non peccare di presunzione. Ma tu a me dici di pensare secondo Iddio. Wow, allora vuoi dire che tu pensi secondo Iddio quando citi testi biblici? Un bel grattacapo .....
Non ci posso credere!
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Re: Il nome di Dio
« Rispondi #644 Data del Post: 01.05.2023 alle ore 21:52:04 »
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on 01.05.2023 alle ore 21:49:13, salvo49 wrote:

Eh già io dico secondo me, almeno ho l'umiltà per non peccare di presunzione. Ma tu a me dici di pensare secondo Iddio. Wow, allora vuoi dire che tu pensi secondo Iddio quando citi testi biblici? Un bel grattacapo .....
Non ci posso credere!

 
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