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dei tempi della fine (letto 17 volte) |
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salvo49
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Pubblico qui una riflessione non mia ma che trovo molto pertinente, viste le tante speculazioni circa i tempi della fine. Il popolo di Dio di ieri, quello del vecchio Testamento, ha fatto un'esperienza enorme con Dio e la Sua legge, maturando capacità incredibili nel ribellarsi alla Legge pur trovando motivi per sentirsi approvato nel metterla ad effetto.Sembra un assurdo, eppure il popolo di Dio di ieri è diventato bravissimo nel disubbidire dimostrando di essere ubbidiente alla Parola di Dio, e ci sono personaggi che sono una fonte inesauribile di dimostrazioni di come può accadere questo e come è accaduto questo tra gli ebrei. Il famoso talmud o Torah orale, è un commentario ricco di insegnamenti, insegnamenti che mostrano una sapienza straordinaria, la sapienza di usare la parola scritta per rimanere in piedi facendo lo sgambetto alla legge di Dio, la sapienza di chi uccide Dio dimostrando di esserGli fedele. Eppure l'abominazione desertante non è ancora completa, perchè a questo si è aggiunta la sapienza dei cristiani.I cristiani hanno maturato un'esperienza diversa (nella forma ma non nella sostanza), essendo diventati maestri nel ribellarsi al nuovo Testamento ed all'Evangelo di Cristo, dimostrando di essere fedeli ad esso, servendo, amando e testimoniando del Nome di Dio, della Sua grazia e del Suo perdono, pur rimanendo ribelli immersi nel proprio peccato. Ora, cosa poteva nascere dall'incontro di queste culture? Le nuove generazioni di Cristiani ed Ebrei stanno attingendo a piene mani dall'esperienza di entrambi, e ciò che ne esce è la dimostrazione dell'abominazione disertante, dell'apostasia e della testimonianza della meretrice dell'apocalisse, che è poi questa chiesa che fornica con il mondo ed i re della terra, sventolando ai quattro venti l'appartenenza a Dio e dicendo a tutti che è la chiesa di Cristo.
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Marmar
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Dio è buono
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Secondo il mio modestissimo parere, è molto difficile pensare ad una organizzazione chiamata chiesa. Si può pensare ad una riunione di persone, infatti, quello è ciò cui richiama la parola stessa. Ma che quel "convegno" sia composto unicamente da parte della chiesa di Cristo, per noi è quasi impossibile da verificare, poiché il seguace di Cristo è tale solo nel segreto del suo cuore: nascosto a tutti, e visibile solo all'Eterno. Il seguace autentico è colui che non ha riferimenti morali a leggi, regole, culture o insegnamenti esterni a lui stesso; ma ogni giustizia proviene dal suo interno. La Torah, così come ogni altro insieme di leggi e regole, ha effetto su di lui fino a quando non entra in conflitto con ciò che risiede nel profondo del suo "sentire". Ossia: le leggi di questa terra non lo sovrastano. Può decidere di rispettarle per non entrare in conflitto con il prossimo, finché ritiene che la cosa sia accettabile; ma non ne sarà mai schiavo. Matteo 5:17 Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. Il ministero di Gesù è stato di liberazione da ogni schiavitù: schiavitù che provengono da organizzazioni umane, che devono controllare i popoli per poter continuare a regnare su di loro. È vero che con l'avvento del peccato e del male nel mondo era necessario un argine, che normalmente risiede nelle leggi, ma queste non sono mai perfette, non sono compiute in ogni loro parte, perché essendo scritte sono rigide. Non possono prevedere ogni caso che si presenti poiché nella vita i casi sono potenzialmente infiniti, e la legge, anche la più elaborata, è ben lontana da esserlo. A questo si deve aggiungere che le leggi sono sempre promulgate da chi è al potere, quindi tentato di di farle "ad personam": gli esempi non mancano certo. Anche le applicazioni delle leggi risentono dell'ambiente cui appartengono quelli incaricati del giudizio. Neanche di questo mancano gli esempi: quello più classico è proprio del Cristo. Per questo è venuto per rendere compiuta la legge, perché quella esistente non è in grado di garantire nessuna giustizia; anzi il suo scopo era, primariamente, quello di dimostrarlo. La legge perfetta è quella che mettono in pratica tutti quelli che sono giusti. Ossia: tutti quelli che sono stati resi giusti dall'azione di Dio in loro: quelli che sono giudati dallo stesso Spirito di chi è tre volte Santo. Dio stesso. C'è molta diffidenza a vivere la libertà che ci ha donato il Cristo, perché ci impegna in prima persona, ci pone davanti a tutte le nostre responsabilità. È più comodo ripararsi dietro il classico "ho solo ubbidito alla regola" piuttosto che valutare se in quel caso quel comportamento sia giusto in assoluto. La paura dell'errore ci fa scaricare su altri le nostre responsabilità, e c'impedisce di crescere. Mia madre fu bravissima nel farmi crescere. Ricordo ancora perfettamente quando ciò avvenne. Abitavo in una strada dritta, lunga quasi un kilometro, dove dal suo inizio si poteva vedere la sua fine. Casa mia era poco oltre l'inizio, ed un mio amichetto, con dei giocattoli che per me erano un sogno, abitava quasi alla fine. Avevo circa cinque anni, e le mie richieste di essere accompagnato da lui erano frequentissime. Un giorno, però, invece di accompagnarmi, resasi conto che ero in grado di farlo da solo, mi disse: "vai tu da solo, io starò alla finestra e ti guarderò". Per me quella era una gran distanza, ed avevo un po' di paura, ma lei insistette, tanto che presi coraggio ed andai. Feci tutto di corsa, ma una volta arrivato ero un altro; ce l'avevo fatta, ero cresciuto. Allora mi venne in mente che se ero arrivato fin laggiù potevo andare anche in altri posti di cui conoscevo la strada, e così fu, ebbi il permesso di andare anche più lontano e con percorsi più difficili. La stessa cosa ha fatto l'Eterno con noi, ci ha detto: "vai che ce la puoi fare, non hai bisogno della mamma-legge che ti guidi, ti ho dato la sapienza e l'intelligenza del giusto, ora conosci le vie". Solo dobbiamo prendere quel coraggio che presi quando ero bambino, allora era anche più facile. La legge dello Spirito in noi è quella "compiuta" quella che si adatta ad ogni tempo, cultura e situazione, perché nasce nel momento stesso in cui è necessaria. Gesù stesso non si è mai comportato due volte nello stesso modo quando operava miracoli, ma seguiva l'indicazione dello Spirito, che discerne perfettamente ciò di cui c'è bisogno in quel preciso ed irripetibile momento. Per questo è impossibile, per noi, giudicare il fratello quando il suo comportamento non è esattamente quello che noi avremmo preferito, perché non eravamo lui in quel particolare momento. Certo non è che ci si possa "marciare". Ovvero: fare i furbi non è ciò che conviene nei confronti dell'Eterno, mi sembra che non sia affatto difficile capirlo.
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salvo49
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grazie MAurizio per il tuo lungo intervento che ovviamente condivido in toto. Io ho postato ciò che io ho lòetto e condivido pienamente. La chiave per comprendere il senso di ciò che ho trascritto sta nel comprendere che la prosopopea di tante persone che credono di aver compreso perchcè hanno studiato è, trovo io, superflua: ciò, come di tu, non ci definisce veri credenti, perchè hai ben spiegato che credente davanti a Dio è colui che lo è nel cuore e solo Iddio lo conosce veramente. Tale credente non sarà un uomo perfetto, ma nella sua imperfezione piace a Dio. Ora la legge di Dio, dice Paolo, è perfetta e quindi non giudicabile; non ha in sè la salvezza perchè essa ci viene elargita gratuitamente per fede da Gesù. Obbedirr alla legge si può; ora però occorre ben comprendere cosa sia LA LEGGE di Dio, in che cosa consiste, visto che ognuno può leggerla e intenderla a modo proprio. Così come gli Ebrei l'hammo letta e interpretata a modo loro, così amche i cristiani stanno facendo lo stesso, e ciò va a descapito della verità. Lsa ragioner per cui molti sono scandalizzati risiede nella superficialità con cui si vive pensando di piacere a Dio. Certo è, come dici tu, che vivere come piace al Signore impegna il credente serio ma lascia libero l'interprete che dice magari anche compiaciuto, faccio questo perchè piace al Signore. la verità è invece che piace a chi queste parole pronuncia e mai si chiede se il Signore vuole ciò da lui. grazie per lìintervento.
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