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   Il peccato originale è una costruzione cristiana
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   Autore  Topic: Il peccato originale è una costruzione cristiana  (letto 1564 volte)
Nicolle3
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Il peccato originale è una costruzione cristiana
« Data del Post: 12.07.2013 alle ore 23:24:07 »
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Adamo ed Eva disobbediscono al volere di D-o e per questo vengono cacciati dal paradiso, essendo loro i progenitori di tutta l'umanità, tutta l'umanità erediterà una condizione decaduta per via della propagazione di quel peccato originale.... tutto questo se si crede che Adamo ed Eva siano veramente i progenitori di tutta l'umanità. Oggi sappiamo invece grazie a numerosissime evidenze scientifiche dell'esistenza di diverse specie di ominidi ed adamo ed eva non potevano essere i primi uomini poichè erano già troppo moderni da un punto di vista biologico. La stessa bibbia ci dice che la terra era popolata da altri uomini, quando Caino uccide Abele (figli di adamo ed eva), D-o caccia Caino e lui si rivolge a D-o dicendo "adesso chiunque mi incontrerà mi ucciderà"... poi sappiamo che diventa costruttore di città ( per chi le faceva le città se erano i primi uomini ad abitare la terra?). Quindi se Adamo ed Eva non sono i primi uomini sulla terra non si capisce perchè l'umanità dovrebbe ereditare il peccato che hanno commesso costoro.
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Il peccato originale è una costruzione cristiana
« Rispondi #1 Data del Post: 13.07.2013 alle ore 15:18:40 »
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Da quando l'evoluzione delle specie è stata dimostrata scientificamente? Parlare in relazione di Adamo ed Eva, ma in generale nel merito di qualsiasi "specie", riferendosi a loro definendoli "troppo moderni" da un punto di vista biologico, scientificamente è una "castroneria".
Quanto affermi invece nel merito del racconto biblico,  dell'esistenza di evidenze che dimostrano contraddizioni nella narrazione, posso solo dire che non ci sono mai state particolari difficoltà di armonizzazione del testo nella lettura fatta da parte della tradizione cristiana pur tenendo conto dei diversi approcci esistenti alle lettura del libro della Genesi, letterale, letteralista, allegorica, liberale (le conosci tutte?) tutte convergono, almeno fino a te... Però come hai avuto modo di dire qui nessuno di noi usa veramente il cervello per le sue vere potenzialità e siamo tutti dei grandi frustrati che hanno trovato pace in un illusione emotiva... quindi non ho molte pretese che questa evidenza possa anche essere solo essere valutata meritevole di attenzione.    
Detto questo ti invito se ti fosse possibile a non fare delle domande che sotto intendano delle accuse alcune di queste anche veramente puerili. Sei ovviamente libero/a di fare le crociate che ritieni più opportune, e di risvegliare le coscienze dei dormienti, e liberarle dall'ignoranza, ma a questo punto fallo su un tuo spazio senza abusare di quelli altrui.
« Ultima modifica: 13.07.2013 alle ore 15:27:33 by ilcuorebatte » Loggato

"Per coloro che credono nessuna prova è necessaria, per coloro che non credono nessuna prova è sufficiente." Stuart Chase
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Re: Il peccato originale è una costruzione cristia
« Rispondi #2 Data del Post: 15.07.2013 alle ore 21:57:31 »
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Proviamo a leggerlo in modo diverso dal tuo, molto velocemente ed in maniera semplicissima.
 
Si parla di un essere umano creato (umano: homo sapiens sapiens? Il testo ovviamente non lo dice, poiché è più che ovvio che si riferisce ad uno di noi), che è stato messo in un luogo a parte; fuori dell'ambiente originale, in qualcosa di appositamente creato ed adatto a lui, non nel mondo degli animali, ma in quello degli umani.
 
In quel paradiso (pardes? Frutteto?) vi erano molte piante perché potessero nutrire l'uomo, ed anche belle d'aspetto, perché potessero allietarlo guardandole.
 
Quel giardino era anche ricco d'acqua, di metalli e di pietre preziose, in poche parole vi era tutto ciò che l'uomo, in genere, desidera.
 
Il piano di Dio, però, non era finito; c'era qualcosa in più nella sua mente. Adamo era solo, ma non si era ancora reso conto di ciò, era nato così e così continuava a vivere, inconscio di tutto ciò che ancora non conosceva, ovviamente.
 
Allora Dio, per fargli capire che era solo, e portando avanti il suo piano di “formazione” per Adamo: avendo già, in precedenza, creato tutti gli animali nei due sessi, li fece passare davanti a lui, a coppie. Fu così che Adamo si rese conto di essere solo, poiché per lui non c'era una compagna adatta, così com'era per tutti gli altri animali.
 
Allora Dio partendo da quel desiderio, formò la compagna ideale per Adamo, che appena la vide esclamò WOW, questa si che mi piace!
 
Il primo passo era fatto, Adamo cresceva, ora il suo ruolo era più evidente, ed anche Eva prendeva coscienza del suo. Incominciano a delinearsi le responsabilità dell'uno verso Dio e verso l'altro.
 
La responsabilità di Adamo verso Eva era anche quella di erudirla sui limiti di cui era stato informato da Dio stesso, e che riguardavano le sue capacità, cose di cui era stato dotato dal Padre Celeste, ma che non erano illimitate. Queste sue capacità avevano, invece, dei limiti piuttosto chiari imposti dalla sua natura e relativi, anche, all'ambiente in cui vivevano. Questo era messo in evidenza dal divieto a non nutrirsi del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male.
 
Nutrirsi di quel frutto significa stabilire da soli ciò che è bene e ciò che è male per noi. Nel caso di Adamo significava rendersi indipendente da suo Padre e decidere da solo qual era il miglior modo per portare avanti la sua vita. Adamo era ancora troppo giovane per essere cosciente degli effetti delle sue decisioni sulla sua stessa vita.
 
Il futuro non ci appartiene, così come non apparteneva a lui; ed è, purtroppo, il frutto delle nostre attuali decisioni.  
 
L'uomo aveva poca esperienza per districarsi da solo tra i pericoli che suo Padre ben conosceva, ma di cui il giovane Adamo era del tutto ignaro. Per questo suo Padre aveva dato quel divieto: per salvaguardarlo dai rischi del vivere. Dio, infatti, è padrone anche del tempo, a lui il futuro è noto così come il passato ed il presente, per questo chiede ad Adamo di non prendere decisioni, senza che prima siano valutate e concesse da Dio stesso. Qualcosa di simile era successo con Eva; ciò che Adamo desiderò fu concesso subito, poiché era cosa molto buona per lui.
 
Ma ecco il rischio.
 
Tra gli animali, nei campi, il serpente era il più astuto; l'astuzia è una qualità del tutto negativa, è considerata l'arte di ingannare: ovviamente per trarne un vantaggio.
Sembra che il serpente non fosse ben informato sui divieti posti da Dio agli umani: infatti, si rivolge alla donna chiedendo, stupito, se avessero ricevuto una proibizione totale al nutrirsi dei frutti del giardino. Naturalmente essendo il serpente astuto ed essendo l'astuzia l'arte del raggiro, il narratore vuole mettere in evidenza il fatto che nelle intenzioni del serpente vi è sicuramente un secondo scopo.
Interessante è anche il fatto che non si sia rivolto direttamente ad Adamo, che ricevette il comando senza intermediari, ma ad Eva, che invece lo ricevette da Adamo.  
Un primo effetto dell'astuzia del serpente potrebbe essere proprio in questo, infatti: se Adamo aveva ricevuto il divieto da Dio era più cosciente del suo valore di quanto potesse esserlo Eva, che lo aveva ricevuto solo da un suo pari. Quindi, anche se la provenienza del comando era la stessa, nel caso di Eva era più facile avere un dubbio sulla validità di quanto lo era per Adamo, appunto perché le bocche ascoltate erano diverse.
Un altro punto che potrebbe aver fatto scegliere Eva al serpente era il fatto che essa era stata tratta da Adamo, quindi, in qualche modo, da lui dipendente, ossia più debole.
Eva dimostra di poter cadere nella trappola, infatti, continua il dialogo iniziato dal serpente, che in quanto astuto, può guidare la discussione dove vuole. La differenza tra gli umani ed il serpente è chiara: Adamo ed Eva, erano sicuramente innocenti ed inesperti. La loro esperienza di vita si limitava al giardino, e l'unico interlocutore, fino allora era stato Dio. Mai, in nessun caso si erano imbattuti in qualcuno da cui si potesse solo pensare di poter essere ingannati: l'inganno non era tra le cose sperimentate, quindi sconosciuto.
Eva, invitata al dialogo, spiega subito le condizioni ricevute riguardo agli alberi, ossia: di tutti ne possono mangiare il frutto, solo uno è vietato al punto di non poter essere nemmeno toccato, pena la morte.
 
Curioso è il fatto del divieto di toccare, che non era stato dato da Dio, ma forse Adamo ha solo rincarato la dose per maggior sicurezza, anche questo un errore d'inesperienza. Fatto sta che però il serpente, quell'animale che cambia pelle, si nasconde tra l'erba restando invisibile e che all'improvviso col suo morso ti toglie la vita; mette la classica “pulce nell'orecchio” ai due umani.
 
Il suo approccio fu più o meno questo: "Quanto siete ingenui, non vi accorgete che Dio vuole solo servirsi di voi, vuole tenervi come suoi sudditi ed usarvi secondo i suoi scopi. Se davvero avesse avuto a cuore il vostro interesse, sicuramente vi avrebbe informati del fatto che mangiando quel frutto diventereste come lui, padroni di decidere la vostra sorte, invece lui vuol disporre di voi e per questo vi ha dato quel comando, perché restiate per sempre a lui sottomessi”.
 
A questo punto la donna decise che sarebbe stato ragionevole dar più fede al serpente che al loro Padre celeste, per questo, preso il frutto lo mangiò e lo diede anche ad Adamo.
Il problema inizia qui. I due si rendono conto di non poter nascondere nulla al loro Padre, si sentono nudi; così si coprono. Scelgono la cosa più improbabile, le foglie di fico, che come forma poco si adattano ad essere unite. Poi si nascondono.
 
Dio li cerca, tentando un rimedio, se solo avessero ammesso lo sbaglio le cose sarebbero andate diversamente, ma i primi frutti della disobbedienza: la vergogna, l'orgoglio, l'arroganza e tanti altri, fanno sì che a vincere sia l'addossare ad altri la responsabilità dell'accaduto. Così si assiste ad uno scaricabarile, che alla fine addossa la colpa a Dio stesso.
 
Questo è l'inizio dei mali dell'umanità: rimettere più fede (fiducia) nel serpente (che poi sapremo essere Satana, l'avversario) che in Dio, l'unico che ha a cuore il nostro bene.
Il piano di recupero inizia subito, ed avrà effetto attraverso Israele, che darà al mondo il Messia, che ristabilirà la fiducia tra umani e Dio, mostrando la sua vera faccia, ed assumendo su di sé, nel Cristo, il prezzo del salvataggio.
 
Come vedi, secondo questa lettura, nulla c'entrano gli ominidi.
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Aiutiamoci gli uni gli altri a liberarsi da quello che ritarda il nostro cammino.
Nicolle3
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Re: Il peccato originale è una costruzione cristia
« Rispondi #3 Data del Post: 24.07.2013 alle ore 19:26:43 »
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Ciao Marmar leggo ora il tuo messaggio e ti ringrazio per aver scritto cosi a lungo. Conosco la visione cristiana della storia ma apprezzo il tempo che hai speso per descrivere una cosa che potrebbe servire anche ad altri magari interessati... non condivido molti punti del racconto semplicemente perché hanno assunto una direttrice di senso cristiana non originale, in larga parte dovuta alla disconoscenza dei significati Midrash che completano le informazioni bibliche in lingua ebraica.  
 
un caro saluto Sorriso
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