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Genesi 3:22 (letto 5645 volte) |
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Zamira
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 Gesù è l'unica forza

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Stamane, leggendo la Bibbia ho letto : E l'Eterno DIO disse: «Ecco, l'uomo è divenuto come uno di noi, perché conosce il bene e il male. Ed ora non bisogna permettergli di stendere la sua mano per prendere anche dell'albero della vita perché mangiandone, viva per sempre». Genesi 3:22 A dire il vero, è un versetto che ho letto molte volte, ma non mi ero mai fermata a pensare esattamente al significato ed esattamente alla parte finale: Ed ora non bisogna permettergli di stendere la sua mano per prendere anche dell'albero della vita perché mangiandone, viva per sempre». Qualche fratello o sorella mi sa dire qualche cosa? Grazie
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E qualunque cosa chiederete nel nome mio la farò, affinchè il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiedete qualche cosa nel nome mio, io la farò. Giovanni 14:13-14
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andreiu
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on 02.01.2008 alle ore 09:15:31, Zamira wrote:Stamane, leggendo la Bibbia ho letto : E l'Eterno DIO disse: «Ecco, l'uomo è divenuto come uno di noi, perché conosce il bene e il male. Ed ora non bisogna permettergli di stendere la sua mano per prendere anche dell'albero della vita perché mangiandone, viva per sempre». Genesi 3:22 A dire il vero, è un versetto che ho letto molte volte, ma non mi ero mai fermata a pensare esattamente al significato ed esattamente alla parte finale: Ed ora non bisogna permettergli di stendere la sua mano per prendere anche dell'albero della vita perché mangiandone, viva per sempre». Qualche fratello o sorella mi sa dire qualche cosa? Grazie |
| In pratica se Adamo ed Eva avessero mangiato del frutto dell'albero della vita, sarebbero rimasti per sempre nella condizione di separazione da Dio. Ecco perchè era necessario che essi fossero impediti ad avvicinarsi a questo albero che tra l'altro ritroviamo nell'Apocalisse. Sarebbe bello infatti fare il raffronto tra il testo di Ap 22 dove ritroviamo quest' "albero" e Genesi.
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Zamira
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 Gesù è l'unica forza

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E' vero, non ci avevo pensato, ma che cos'è quest'albero? M'interesserebbe fare questo raffronto di cui parli!! Quindi se ne avessero mangiato non sarebbero mai morti, un fatto che non capisco. Insomma sarei molto contenta se si potesse approfondire o se magari qualcuno mi può dare uno studio fatto sull'argomento. Comunque ti ringrazio molto Andreiu
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romefriend
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Un commentatore Talmudico, il Rebbe di Lubavitch (Lubavitch è una città della Bielorussia), spiega che Dio vietò all'uomo di consumare i frutti dell'albero della vita perché, dopo che il bene era stato intaccato dal male, sarebbe stato terribile se l'uomo fosse vissuto in eterno: anche ciò che era negativo in lui avrebbe avuto una esistenza infinita. La morte è stata creata perché il male non "sopravviva" illimitatamente. Infatti, dice sempre il commentatore, quando nell'era messianica il male sarà estirpato, l'uomo tornerà ad essere immortale. E' interessante che , come cristiani, avendo fede nel Figlio di Dio, noi siamo stati trasportati dalla morte alla vita, e Gesù stesso dice che anche se uno morirà, vivrà per sempre. Le due cose si allineano. Non so a quale albero ti riferisci per saperne di più. Io ti dico cosa ho imparato dell'albero della conoscenza del bene e del male. Quando il serpente ha detto ad Eva, "si apriranno i vostri occhi e diventerete come divinità che conoscono il bene e il male", intendeva che sanno distinguere da soli tra il bene ed il male e non hanno più bisogno di Colui che comanda. In realtà, la conseguenza di mangiare il frutto dell'albero proibito, era la conoscenza del male. Dio non voleva che l'uomo venisse a contatto con esso, perchè la sua concezione del bene e del male, sarebbe stata differente da quella degli angeli, che è astratta, generica, immateriale. Nel loro caso il male non ha l'effetto che ha nella natura umana, un po' come le sollecitazioni al male fatte su un bambino, che avendone una concezione molto vaga, non li ricerca veramente. Quando invece è una persona adulta a cercare prestigio, denaro, potere, il più delle volte parla spinto da un vero e proprio desiderio materiale, che lo può portare verso un pericolo reale. Dio quindi vietò all'uomo di mangiare i frutti di quell'albero, per impedirgli di avvicinarsi alla conoscenza del male, farne una esperienza materiale, essere tentato e quindi incappare nel pericolo. Un commento interessante riguardo all'inganno subito da Eva, e quindi il suo mangiare il frutto, è che lei venne sedotta completamente, perché le parole del serpente avevano generato in lei un desiderio all'improvviso nuovo. L'inganno faceva che Eva guardava ora l'albero, e il suo frutto appariva molto saporito, il suo aspetto era una delizia agli occhi, e in più avrebbe acquisito la conoscenza. "Quindi ne prese uno e lo mangiò" Nota che non successe nulla subito. Quindi lo portò ad Adam, gli riferì quello che le aveva detto il serpente, ed Adam "fu con lei". La costruzione ebraica del periodo è differente da come la leggiamo noi. Quel "fu con lei" non è una vicinanza fisica, quanto un accordo di mangiare anche lui. In realtà, solo dopo che Adam mangiò, "gli occhi di ambedue si aprirono". Eva era stata sedotta, ingannata. Adam non fu ingannato. Fu disubbidiente, non era innocente, per questo meritò di essere punito. Si dà tanta colpa ad Eva, in realtà, devo proprio ammettere... tutta colpa di Adam spero di essere stato comprensibile. shalom
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newAP
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on 02.01.2008 alle ore 10:58:23, andreiu wrote: In pratica se Adamo ed Eva avessero mangiato del frutto dell'albero della vita, sarebbero rimasti per sempre nella condizione di separazione da Dio. Ecco perchè era necessario che essi fossero impediti ad avvicinarsi a questo albero che tra l'altro ritroviamo nell'Apocalisse. Sarebbe bello infatti fare il raffronto tra il testo di Ap 22 dove ritroviamo quest' "albero" e Genesi. |
| Non so. Questa spiegazione non mi convince. E' come se aggiungesse qualcosa che in realtà non c'è. Il versetto dice semplicemente "perche' non viva per sempre". Non potrebbe essere semplicemente legato ad un fatto di "immortalita'"? Il concetto di "separazione da Dio" non compare. newAP
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« Ultima modifica: 29.06.2008 alle ore 16:15:32 by newAP » |
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salvo
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on 29.06.2008 alle ore 16:12:16, newAP wrote: Non so. Questa spiegazione non mi convince. E' come se aggiungesse qualcosa che in realtà non c'è. Il versetto dice semplicemente "perche' non viva per sempre". Non potrebbe essere semplicemente legato ad un fatto di "immortalita'"? Il concetto di "separazione da Dio" non compare. newAP |
| Ciao Roby, secondo te quale sarebbe stato il senso del "vivere per sempre" in funzione del mangiare del frutto dell'albero della vita? Provo a fare un raffronto Per quanto ne sappiamo, Iddio non distrugge ciò che crea, e quindi pensare che Iddio "distrugga Lucifero", pare essere un controsenso. Tutto si corrompe e trova il suo posto, il nuovo uomo nasce sulle rovine del vecchio, il vecchio non viene annullato ma trasformato dal pane della vita Se Adamo ed Eva avessero mangiato dell'albero della vita, sarebbero rimasti in quella condizione di peccato e dunque di separazione da Dio per sempre. Mentre Lucifero essendo spirito, il suo peccato è risultato irrimediabile e insanabile, il peccato dell'uomo a mezzo di quel divieto che gli impediva di divenire immortale ma separato da Dio, gli da la speranza di una immortalità con Dio, a condizione che mangi dell'albero della vita quando e come il Signore vorrà donargli. Giov. 6/27 salvo
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« Ultima modifica: 29.06.2008 alle ore 16:28:34 by salvo » |
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andreiu
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on 29.06.2008 alle ore 16:26:54, salvo wrote: Ciao Roby, secondo te quale sarebbe stato il senso del "vivere per sempre" in funzione del mangiare del frutto dell'albero della vita? Provo a fare un raffronto Per quanto ne sappiamo, Iddio non distrugge ciò che crea, e quindi pensare che Iddio "distrugga Lucifero", pare essere un controsenso. Tutto si corrompe e trova il suo posto, il nuovo uomo nasce sulle rovine del vecchio, il vecchio non viene annullato ma trasformato dal pane della vita Se Adamo ed Eva avessero mangiato dell'albero della vita, sarebbero rimasti in quella condizione di peccato e dunque di separazione da Dio per sempre. Mentre Lucifero essendo spirito, il suo peccato è risultato irrimediabile e insanabile, il peccato dell'uomo a mezzo di quel divieto che gli impediva di divenire immortale ma separato da Dio, gli da la speranza di una immortalità con Dio, a condizione che mangi dell'albero della vita quando e come il Signore vorrà donargli. Giov. 6/27 salvo |
| Sono concorde con Salvo... Ha aggiunto dettagli alla mia spiegazione...
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newAP
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on 29.06.2008 alle ore 16:26:54, salvo wrote: Ciao Roby, secondo te quale sarebbe stato il senso del "vivere per sempre" in funzione del mangiare del frutto dell'albero della vita? salvo |
| Ciao Salvo, Non sono in grado di darti una risposta. Pero' e' una spiegazione che non riesce a convincermi del tutto. C'e' troppo ragionamento umano dietro. Pero' molto probabilmente mi sbaglio. Non fraintendetemi: le mie sono perplessita' da ignorante. newAP
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JeyJack
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on 30.06.2008 alle ore 18:41:23, newAP wrote: Ciao Salvo, Non sono in grado di darti una risposta. Pero' e' una spiegazione che non riesce a convincermi del tutto. C'e' troppo ragionamento umano dietro. Pero' molto probabilmente mi sbaglio. Non fraintendetemi: le mie sono perplessita' da ignorante. newAP |
| Beh nessun uomo fa un ragionamento che non sia "umano" L'importante per noi credenti se si parla di cose spirituali, è se questi ragionamenti hanno basi bibliche. Nel caso dei fratelli che hanno scritto sopra mi sembra di si
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Gesù è la via, la verità, la vita
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newAP
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on 02.07.2008 alle ore 13:02:27, JeyJack wrote: Beh nessun uomo fa un ragionamento che non sia "umano" L'importante per noi credenti se si parla di cose spirituali, è se questi ragionamenti hanno basi bibliche. Nel caso dei fratelli che hanno scritto sopra mi sembra di si |
| Quindi intendi che ci sono altri versetti a sostegno di questa ipotesi, vero?
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newAP
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per favore, qualcuno potrebbe citarmi altri versetti a sostegno? Grazie newAP
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salvo
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on 30.07.2008 alle ore 15:06:34, newAP wrote:per favore, qualcuno potrebbe citarmi altri versetti a sostegno? Grazie newAP |
| Cia roby, credo che la tua domanda non troverà una risposta, così come la chiedi tu, perchè è molto articolata e occorre rifarsi a tanti verità, e non è semplice, sopratutto in un forum. Occorrerebbe domandarsi per quale ragione Cristo è morto, e perchè è stato reputato da Dio necessario passare per questa strada; non poteva Lui scegliere un'altra strada? Se il mangiare dell'albero della vita in quella condizione sarebbe stato un bene per l'uomo, certo Iddio non sarebbe passato per la croce, mentre invece è stato ritenuto necessario impedirgli di mangiare dell'albero della vita, affinchè mangiandone non rimanesse per sempre in quella condizione. Stranamente la via dell'esilio dall'Eden è un grandissimo segno d'amore da aprte di Dio. Nello stesso tempo credo sia necessario considerare che la creazione è frutto di un disegno fatto avanti la fondazione del mondo, e quindi comunque rispondente a ciò che Iddio sapeva già. Inoltre, Iddio ha conservato Noè e la sua famiglia per non ricreare l'uomo, il che sarebbe come ammettere un fallimento, cosa assurda per Dio che così facendo non sarebbe il DIo che è. Quella creatura (l'uomo)andava salvaguardata e per farlo era necessario allontanarlo da quel luogo che già una volta ne aveva guastato la vita in modo rimediabile, ma se avesse disobbedito la seconda volta il suo male sarebbe stato irreversibile; chi poteva garantire che non avrebbe di nuovo disobbedito, se Dio gli avesse detto di non mangiare dell'albero della vita? Io, dice il Signore, Io lo conoscerò, il cuore dell'uomo; Ger 17 Lui sapeva e quindi ha provveduto affinchè di quell'albero, l'uomo ne mangiasse nella via dell'ubbidienza e non al contrario; l'albero della vita, da la vita eterna, e chi ne mangia vive per l'eternità. Questa è la promessa che si legge nei primi capitoli di Apocalisse, a conclusione dell'opera di Dio, tutti coloro che avranno ubbidito ne mangeranno e vivranno con Lui per sempre. Sono solo cenni per farti capire quanto sia articolata una risposta in merito.
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newAP
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La tua risposta è molto interessante. Fa riflettere. Ma mi conferma che a proposito si possono fare solo congetture. Grazie Roby
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salvo
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on 31.07.2008 alle ore 20:19:15, newAP wrote:La tua risposta è molto interessante. Fa riflettere. Ma mi conferma che a proposito si possono fare solo congetture. Grazie Roby |
| Solo congetture? Il fatto che Iddio non abbia chiarito secondo noi talune verità, pensi tu che siamo stati lasciati senza luce? Io credo invece che spesso anzichè lasciarci illuminare dal cielo, e qui, tutto diventa per la nostra ragione una congettura, preferiamo soddisfare la nostra ragione perchè spesso è solo con quella che ci avviciniamo al Signore, e senza di quella tutto rischia di essere considerato congettura. Dico questo solo come una rilfessione e non mi riferisco direttamente a te. Resta però ancora una cosa da comprendere, ovvero come intendiamo Ebrei 11, dove leggiamo che "la fede è la sussistenza delle cose che si sperano e la dimostrazione delle cose che non si vedono." Spesso è purtroppo vero che la fede, quella razionale, non risucirà mai a dimostrare nulla, ma la vita che scorre in coloro che hanno fatto della fede una ragione di vita, gli permette di riconsocere la sapienza di Dio dovunque, in qualunque cosa e sono illuminati per vedere ciò che ad altri è negato. Se si legge Matteo 5, il sermone sul monte, ci si accorge subito quale sia l'abisso che separa l'uomo razionale dall'uomo arreso nelle mani di DIo. La povertà di spirito è messa a capofila di una serie di beatitudini che non trovano nella ragione alcun sostegno, e pure Gesù dice: "Il regno dei cieli è loro;........" A coloro che cercano di tracciare la manifestazione del regno di Dio, Gesù risponde dicendo: "Il regno di Dio è dentro di voi". Ma non ti voglio tediare oltre. Salvo
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ZioFrank
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on 01.08.2008 alle ore 19:17:49, salvo wrote: Solo congetture? Il fatto che Iddio non abbia chiarito secondo noi talune verità, pensi tu che siamo stati lasciati senza luce? Io credo invece che spesso anzichè lasciarci illuminare dal cielo, e qui, tutto diventa per la nostra ragione una congettura, preferiamo soddisfare la nostra ragione perchè spesso è solo con quella che ci avviciniamo al Signore, e senza di quella tutto rischia di essere considerato congettura. Salvo |
| Concordo. La nostra, purtroppo, è spesso una fede molto "intellettuale", molto cerebrale: consiste, cioè, nel credere che ciò che Dio ha detto è vero, ma non nel credere che ciò che ha promesso si avvererà. Un caro abbraccio.
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