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   ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di cat
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   Autore  Topic: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di cat  (letto 597 volte)
yatirisgreen
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ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di cat
« Data del Post: 22.02.2007 alle ore 12:52:15 »
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Tempo fa, ospite di una famiglia di cattolici, mi sono stupito vederli pregare prima di mettersi a tavola. Non avevo voglia di approfondire l' argomento coi miei anfitrioni, ma la cosa mi ha fatto riflettere.
Premetto di appartenere alla categoria dei più, cioè di quelli a cui non è regalato nulla nella vita e per guadagnare dieci devo fare undici. Ergo ritengo che quello che arriva a tavola me lo sono straguadagnato e che per ringraziare dovrei mettermi allo specchio.
Ma se sbircio nella Bibbia trovo conferma alla maledizione del lavoro in Genesi 3; 17 ..."maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita"
Dunque perchè ringraziare tanto per "spine, cardi, ... e erba campestre" ?
Grazie a chi vorrà intervenire.
 
<yatirisgreeen>
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ruth
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #1 Data del Post: 22.02.2007 alle ore 14:38:49 »
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Beh si ringrazia per il cibo che Dio ci da. Tutto è grazia e di tutto si ringrazia. Perchè se abbiamo la forza per andare a lavorare, se il cielo è ancora blu e il grano ancora biondo non è certo per merito nostro, ma per merito di Dio, quindi ringraziamo di quel che abbiamo sempre e comunque Dio e la sua provvidenza.
Poi se approfondisci, scoprirai anche che anche il pio israelita ringraziava a tavola, e anche Gesù, quando ci lasciò il suo Corpo e Sangue, era alla quarta benedizione di quella Cena.
Se la famiglia riunita al desco eleva un pò anche l'animo a Dio non fa certo male, ma anzi aiuta a ricordare appunto che Dio è l'autore delle cose buone che abbiamo, anche se con la nostra collaborazione, dopotutto senza Dio noi non possiamo fare niente.
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #2 Data del Post: 22.02.2007 alle ore 14:49:50 »
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Senza voler entrare in perniciose questioni teologiche che la citazione di Gn 3,17 solleva, comunque sia, come evidenzia anche ruth, per quanto può sembrare non a buon mercato, qualcosa c'è, ed è comunque figlio dell'amore che Dio ha per noi.
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yatirisgreen
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #3 Data del Post: 22.02.2007 alle ore 19:45:08 »
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on 22.02.2007 alle ore 14:38:49, ruth wrote:

Poi se approfondisci, scoprirai anche che anche il pio israelita ringraziava a tavola, e anche Gesù, quando ci lasciò il suo Corpo e Sangue, era alla quarta benedizione di quella Cena.

cosa significa "era alla quarta benedizione" ...? Confuso
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yatirisgreen
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #4 Data del Post: 22.02.2007 alle ore 19:49:12 »
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Io pensavo che la benedizione del cibo fosse un retaggio dei tempi in cui la povera gente viveva di sudore e suppliche.
Non sapevo che fosse una forma di pura preghiera.
In ogni caso difficile a capire!
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #5 Data del Post: 22.02.2007 alle ore 22:59:20 »
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Ciao Ygreen,
quando ringrazio Dio prima dei pasti, io considero che tutto è Suo, che su questa terra sono semplicemente un'amministratrice di quanto mi ha dato, comprese le forze e l'intelligenza per lavorare e guadagnare.
Naturalmente ringrazio per tante cose, specialmente ... per le sensazioni positive!  Sorridente
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ruth
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #6 Data del Post: 23.02.2007 alle ore 18:30:12 »
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Io non credo di aver niente che Lui non mi abbia dato, e quindi ringrazio di tutto, anche delle cose che in teoria sembra che me le sia procurata da sola, in realtà senza Dio e la sua assistenza non posso fare nulla. Benedire il cibo che si mangia non è obbligatorio, ma comunque una bella preghiera da svolgere in famiglia, tutti insieme intorno alla tavola, tanto per ricordarci chi è il "Capo", cosa ti assicuro che non fa mai male.
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #7 Data del Post: 23.02.2007 alle ore 18:44:10 »
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dal sito le nostre radici, sull'ultima cena, ecco la serie di salmi e benedizioni dell'ultima cena (nelle cene normali comunque anche là si ringraziava Iddio anche se con minor solennità chiaramente)
 
Perciò ogni ebreo « ha il dovere di ringraziare, di lodare, di pregare, di glorificare, di esaltare, di magnificare, di benedire e sublimare Colui che ha fatto per i nostri padri e per noi tutti questi prodigi: ci ha fatto uscire dalla schiavitù verso la libertà, dall'angoscia alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce splendente, dalla soggezione alla redenzione. Diciamo dunque al Suo cospetto: Allelujah ». Con queste parole si inizia la recita della prima parte dei salmi di lode (chiamati in ebraico hallel) cioè i Salmi 113 e 114, che devono concludersi con la menzione della "redenzione", menzione a cui già Rabbi Aqiba dava un evidente carattere messianico, con le seguenti parole:
 
« Così, Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri, facci arrivare in pace alle altre feste e solennità che verranno davanti a noi; rallegraci con la ricostruzione della Tua Città e facci lieti con il Tuo servizio; fa che possiamo mangiare lì i sacrifici e le offerte pasquali... Benedetto Tu che redimi Israele » .
 
La storia passata, rievocata dalle parole del capo del banchetto, si continua in ogni ebreo, che nel tempo presente partecipa al rito, ma si proietta nello stesso tempo verso il tempo avvenire, quando, secondo la parola dei profeti, Gerusalemme sarà ricostruita e in essa si celebrerà un culto che non avrà più fine.
 
Si benedice a questo momento una seconda coppa di vino e si inizia il pasto, che è un vero e proprio pasto rituale, preceduto e seguito com'è da letture e da preghiere; è il rito che dà modo all'ebreo di partecipare in ogni tempo alla liberazione operata dal Signore a vantaggio del Suo popolo. Segue la "benedizione sul cibo", cioè il ringraziamento su quanto si è mangiato, accompagnata dalla benedizione su una terza coppa di vino, da una benedizione per la terra e da una che comincia con le parole" Colui che riedifica Gerusalemme" ; ogni pasto infatti è un partecipare ai beni di Dio, e come tale è un atto di culto; ma il culto per l'ebreo è collegato al Tempio e quindi alla sua ricostruzione nella città santa di Gerusalemme.
 
Il ringraziamento si completa con la benedizione di una altra coppa di vino, la quarta; è la più solenne, è quella di cui gli ebrei dicevano che solo David sarebbe stato degno di benedirla, attribuendole quindi chiaramente un carattere messianico. Essa viene accompagnata dalla recita degli altri salmi di lode, cioè dal 115 ("Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo Nome dà gloria "Occhiolino fino al 118, il salmo cioè che al verso 13 contiene le parole, che ancora oggi il sacerdote ripete durante la Messa: "Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che Egli mi ha fatto? Innalzerò il calice della salvezza e invocherò il Nome del Signore".
 
Segue ancora una preghiera, riguardo alla quale la Mishnah non ci fornisce che il nome: « La benedizione del canto », ma già R. Johanan (III sec.)  sapeva trattarsi della preghiera che conchiude, si può dire in ogni rito, i salmi di lode e quindi anche il banchetto pasquale ...
 
Dopodichè quella sera Gesù andò all'orto e alla sua passione cantando l'inno! ..
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yatirisgreen
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Re: ringraziareTempo fa, ospite di una famiglia di
« Rispondi #8 Data del Post: 24.02.2007 alle ore 09:16:09 »
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La lezione di Ruth sulle quattro benedizioni è interessante, non l' avevo mai sentita.
Posto sotto la visuale ebraica, il "rito della tavola" assume il simbolismo del percorso storico del popolo eletto fino alla ricostruzione (a venire) del Tempio di Gerusalemme.
Le quattro tappe del convivio posso immaginare che diano un tocco energetico in più, visto che non ci si nutre di sole pietanze.
 Applauso
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