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Topic:
Filologia neotestamentaria (letto 927 volte) |
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andreiu
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Gesù è la mia vita

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Apro questo topic in quanto sono dell'avviso che possa essere di interesse comune avvicinarsi piano piano al linguaggio del greco neotestamentario, visto e considerato che il NT è stato scritto in greco. Che cosa è la filologia? La filologia è quella branca di studio che si occupa dell'evoluzione e dell'uso di una determinata lingua. Se parliamo di greco, per di più di greco antico di 2000 anni fa, per svolgere una corretta esegesi di un testo del NT è necessario collocarsi a quei tempi e conoscere i vari usi di quella determinata parola. Perciò inizieremo in ordine alfabetico a vedere ogni parola del greco neotestamentario per vedere come essa si evolve e viene usata.
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andreiu
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Gesù è la mia vita

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Purtroppo ultimamente sono un pò preso, ma a breve inizierò a postare qualcosa... Grazie
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andreiu
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Gesù è la mia vita

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Ok, iniziamo e spero di poter portare avanti questo topic "tecnico" con sufficiente regolarità. Alfa ed Omega E' l'accostamento tipico dell'Apocalisse, della prima e ultima lettera dell'alfabeto greco. Sia Iddio, che Gesù Cristo, evidenziano quest'accostamento. In Ap 1:8 leggiamo "Egô eimi to Alfa kai to Ô, legei kurios ho theos, ho ôn kai ho ên kai ho erchomenos, ho pantokratôr.". Ed in Ap 21:6 "egô [eimi] to Alfa kai to Ô, hê archê kai to telos. ". Ancora in Ap 22:13 > "egô to Alfa kai to Ô, ho prôtos kai ho eschatos, hê archê kai to telos.". La stessa espressione l'abbiamo in bocca a Cristo in Ap 1:17 "egô eimi ho prôtos kai ho eschatos". Da notare la particolare correlazione tra il dualismo alfa/omega, prôtos/eschatos. Dio e Cristo sono l'inizio e la conclusione, il creatore ed il perfezionatore, Colui "dal quale e per il quale tutto esiste". Perciò per Giovanni, la correlazione tra alfa/omega è la stessa dell'espressione veterotestamentaria protos/eschatos. Inoltre è significativio il fatto che l'apostolo Giovanni amplifichi ed illumini il concetto di protos/eschatos, facendo ricorso all'espressione ho on, una terminologia che implica un participio presente che nella LXX corrisponde al Nome di Dio. Significa "Colui che è", "l'Essente". L'espressione poi è integrata così "ho en kai ho erchomenos". Il participio erchomenos sottolinea il concetto della Parousia ovvero dell'avvento glorioso del Messia.
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andreiu
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Gesù è la mia vita

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Continua... L'espressione protos kai eschatos ricorre nell'AT, ma non è mai sostituita dalla prima e dall'ultima lettera dell'alfabeto. In Isaia 41:4 leggiamo " εγω θεος πρωτος, και εις τα εμερχομενα εγο ειμι" e nel TM in Is 44:6 abbiamo l'espressione "Io sono il primo e l'ultimo e non vi è altro Dio all'infuori di Me". In Isaia 44>6 > εγω πρωτος και εγω μετα ταυτα, πλην εμου ουχ εστιν θεος (spiriti ed accenti omessi). Quindi i LXX hanno πρωτος ma non osano dire εσχατος e perciò ricorrono ad una perifrasi. Quindi Giovanni nell'Apocalisse con il suo εσχατος si rifà al testo primitivo e così fanno la maggioranza dei testi rabbinici. Sono interessanti due usi diversi della prima e dell'ultima lettera dell'alfabeto secondo la tardizione rabbinica: 1) Vi è l'espressione tradizionale "Osservare la Torà da alef a tau", ovvero "osservare tutta la legge dall'inizio alla fine" 2) Un'argomentazione intesa a stabilire che MT (emet) che significa "verità" è il sigillo di Dio perchè è composta dalla prima lettera dell'alfabeto ('), dalla mediana (M) e dall'ultima (T), lezione che sarebbe confermata in Is 44:6. Inoltre, l'uso della lettera m che è al centro dell'alfabeto greco di 24 lettere, ma non di quello ebraico, che ne ha ventidue, mostra che qui si fa ricorso a speculazioni ellenistiche.
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