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Cose turche e media italiani (letto 1654 volte) |
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Giamba
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on 28.04.2007 alle ore 10:50:40, saul wrote: madstar certamente non voglio commentare nè tanto meno entrare nel merito di quello che dici Voglio solo ricordare, per esempio: 1. Il testo sopra riportato da Licht (da AsiaNews) con l'intervista al pastore, non è di una agenzia cattolica? 2.Io, personalmente, ho sentito per la prima volta dal notiziario della Radio Vaticano che gli assassinati erano evangelici. per questo alcune battute, per esempio di Giamba, mi pare giustifichino ampiamente il tuo intervento. ciao |
| Innanzitutto, trattandosi di cristiani evangelici, ovviamente nessuno può definirli in modo diverso, no? Ma il problema non viene dalle agenzie cattoliche "di settore" come Asia News, o come Radio Vaticano. Anche perché credo che un redattore di Asia News sappia che differenza c'è tra un pentecostale ed un valdese, per fare un esempio di casa nostra. Il problema della discriminazione mediatica degli evangelici riguarda le testate generaliste, quelle che entrano quitidianamente nelle case italiane. Ed è lì che lavora gente la cui conoscenza del mondo evangelico si limita alle due righe dedicate a Lutero sul libro di storia delle superiori. Con il risultato che, quando di fianco a "cristiano" c'è quelcosa di diverso da "cattolico", preferiscono non mettere nulla. E questo non riguarda solo i media "sensibili" alla Chiesa, ma anche quelli su posizioni laiche, come il Corriere o Repubblica. Se da una parte c'è anche malafede, l'ignoranza invece è davvero "bipartizan".
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« Ultima modifica: 03.05.2007 alle ore 10:38:11 by Giamba » |
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Dai manichei che ti urlano "o con noi o traditore!", libera nos Domine!
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saul
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on 03.05.2007 alle ore 10:08:34, Giamba wrote: Innanzitutto, trattandosi di cristiani evangelici, ovviamente nessuno può definirli in modo diverso, no? Ma il problema non viene dalle agenzie cattoliche "di settore" come Asia News, o come Radio Vaticano. Anche perché credo che un redattore di Asia News sappia che differenza c'è tra un pentecostale ed un valdese, per fare un esempio di casa nostra. Il problema della discriminazione mediatica degli evangelici riguarda le testate generaliste, quelle che entrano quitidianamente nelle case italiane. Ed è lì che lavora gente la cui conoscenza del mondo evangelico si limita alle due righe dedicate a Lutero sul libro di storia delle superiori. Con il risultato che, quando di fianco a "cristiano" c'è quelcosa di diverso da "cattolico", preferiscono non mettere nulla. E questo non riguarda solo i media "sensibili" alla Chiesa, ma anche quelli su posizioni laiche, come il Corriere o Repubblica. Se da una parte c'è anche malafede, l'ignoranza invece è davvero "bipartizan". |
| hai ragione Giambattista, però credo che il problema è un po' più ampio di quanto lo descriva tu faccio subto un esempio credo conosca Luigi Accattoli, giornalista del Corrierone e di Repubblica sai bene che è un cattolico convinto e professante pubblicamente ultimamente sul Regno, nella sua bellissima rubrica intitolata " Io non mi vergogno del vangelo" sta descrivendo i suoi rapporti di cattolico dichiarato con i vari direttori e capiredattori il suo problema non è che non possa scrivere di cattolicesimo e cristianesimo: tutt'altro, soprattutto poi in questo periodo. il suo problema è che quanto gli viene chiesto e che poi normalmente viene fatto passare, non è la notizia vera, ma quella filtrata da occhiali laici ( o laicisti, se non a volte atei) che tutto vedo attraverso letture e complotti politici e sociali, dietrologie obbligate per cui quando le notizie " dei sacri palazzi" o di qualunque esponente del clero o di qualche denominazione cristiana, arriva ad assere pubblicata, è sempre colorata da elementi estranei alla notizia vera: ossia ci costruiscono sopra, un qualcosa di politico, di polemico, di scontro ecc se no che notizia è?!?! caro Giambattista, son contento che anche tu abbia richiamato qualcuno all'ordine ( in altro 3dt) per fagli notare che non tutto quello che viene pubblicato, anche in conclamati blog, è da prendere per buono e allora, caro Giamba.... ciao
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