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(Messaggio iniziato da: fra Sandro Savonarola il 16.01.2010 alle ore 15:37:05)

Titolo: Zwingli e la presenza di Cristo nella Santa Cena
Post di fra Sandro Savonarola il 16.01.2010 alle ore 15:37:05
L'eucaristia  è " un memoriale della sofferenza di Cristo, non un sacrificio". Zwingli ribadisce che le parole: "questo è il mio corpo" non possono essere prese alla lettera, eliminando così qualsiasi concezione di una "presenza reale" di Cristo nell'eucaristia. Come un uomo, nel partire  per un lungo viaggio che lo farà stare per molto tempo lontano da casa, potrebbe dare a sua moglie il suo anello nell'intento di rassicurarla fino al suo ritorno, così Cristo lascia alla sua chiesa un segno per essere ricordato fino al giorno in cui tornerà in gloria.
Ma come intendere le parole: " questo è il mio corpo"(Matteo 26,26), che sono state la pietra angolare della posizione cattolica tradizionale sulla presenza reale, e che Lutero ha ripreso per la sua difesa della presenza reale? Zwingli sostiene che ci sono "innumerevoli passi della Scrittura in cui *è* vuol dire *significa*". Il problema  da affrontare è dunque di sapere se le parole di Cristo in Matteo 26: " questo è il mio corpo" possano essere intese metaforicamente. E' chiaro ormai che in quel contesto la parola *è* non può essere intesa in senso letterale. Ne consegue che debba essere intesa in senso figurativo o metaforico. Nelle parole "questo è il mio corpo", il termine "questo" indica il pane, e il termine "corpo" indica il corpo
che è stato messo a morte per noi. Perciò la parola *è* non può venir presa in senso letterale, perchè il pane non è il corpo.
In altre parole la Santa Cena è la commemorazione di Cristo in sua assenza. Le parole "questo è il mio corpo" sono immediatamente seguite dalle altre: "fate questo in memoria di me", il che suggerisce la commemorazione di una persona che è assente (per lo meno fisicamente assente)."
L'essenziale per Zwingli è il rapporto tra il segno e la cosa significata: Zwingli conclude che è inconcepibile che il pane possa esser il corpo di Cristo. La Santa Cena per Zwingli è una commemorazione di Cristo in sua assenza: Cristo è assente sia dal pane che dal vino; la Santa Cena per Zwingli è dunque un'assenza reale di Cristo, un memoriale.


Titolo: Re: Zwingli e la presenza di Cristo nella Santa Ce
Post di fra Sandro Savonarola il 16.01.2010 alle ore 23:52:10
Le origini del pensiero di Zwingli sulla Santa Cena si rifanno a un certo Cornelius Hoen, il quale scoprì in una  Biblioteca olandese  gli scritti dell'umanista Wessel Gansfort (1420-89), aventi per oggetto il sacramento dell'eucaristia. Gansfort sviluppava l'idea di una comunione spirituale tra Cristo e il credente. Hoen rielaborò quest'idea, sotenendo che la parola  latina "est" (=è), nella formula in latino "hoc est corpus meum"(=questo è il mio corpo), non deve essere interpretata letteralmente, come se significasse "è", o " è identico a", bensì come "significat"(=significa)o (= indica).
Per esempio, quando Cristo dice: "Io sono il pane della vita"(Giov.6,48) evidentemente non si identifica con una pagnotta, e neppure con il pane in generale. Qui la parola "è" va intesa in senso metaforico, non letterale. I profeti dell'antico Testamento hanno  certamente detto che Cristo sarebbe divenuto carne, una volta e una volta sola. In messun momento i profeti annunziarono, o gli apostoli predicarono, che Cristo sarebbe, per così dire, "divenuto pane".
Hoen espresse 2 idee che penetrarono nel pensiero di Zwingli
sull'eucaristia.
1) La prima idea è che l'eucaristia sia come un anello che un
giovane dà a una ragazza per rassicurarla sul proprio amore
per lei:  E' un "pegno": un'idea che si ritrova in tutti gli scritti di Zwingli su tale argomento.

"Il nostro Signore Gesù Cristo, che ha promesso molte volte di perdonare i peccati del suo popolo e di fortificare le loro anime, mediante l'ultima cena aggiunse alla promessa un pegno, nel caso vi fosse da parte loro una qualsiasi incertezza: allo stesso modo come un giovane, nell'intento di rassicurare la sua donna
(casomai ella avesse qualche dubbio) le dà un anello dicendo:
"prendilo, sono io stesso che mi dò a te." E lei , nell'accettare l'anello, ha la certezza che lui le appartiene e distoglie il suo cuore da ogni altro pretendente e per compiacere il suo uomo si volge a lui soltanto." Quindi l'eucaristia è un pegno.

2) La seconda idea sviluppata da Hoen  è quella della
commemorazione di Cristo in sua assenza. Quindi  l'eucaristia è un pegno (esempio 1) ed è un Memoriale (esempio 2).

Hoen osserva che le
parole:"questo è il mio corpo" sono immediatamente seguite dalle altre: "fate questo in memoria di me", quindi argomenta che
il secondo gruppo di parole suggerisce esplicitamente la commemorazione di una persona che è assente (per lo meno
fisicamente assente)".

Anche Zwingli sosteneva che la Scrittura usa diversi tipi di linguaggio, perciò la parola "è" significa talvolta:
"è assolutamente identico a", ma altre volte vuol dire:
"rappresenta" o " significa". Nel suo Trattato "Sulla Cena del Signore" (1526) egli scrive per esempio:
"in tutta la Bibbia troviamo delle figure retoriche, chiamate in greco *tropos*, ossia un parlare metaforico, che va inteso in
senso diverso. Per esempio in Giovanni 15 Cristo dice : "Io sono la vite". Ciò significa che Cristo è come una pianta di vite nei confronti di noi che siamo sostenuti e cresciamo in lui come
i tralci crescono nel ceppo(...). Allo stesso modo, in Giovanni 1,
leggiamo: "Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo."
La prima parte del versetto è un  "tropo" , poichè Gesù non è un agnello in senso letterale."

Dopo un'analisi un po' noiosa di una serie di testi biblici, Zwingli conclude dicendo che vi sono "innumerevoli passi della Scrittura in cui *è* vuol dire  *significa* "
Il problema da affrontare è dunque  di sapere

"se le parole di Cristo in Matteo  26:* questo è il mio corpo*
possano essere intese metaforicamente. E' chiaro che in quel contesto la parola *è* non può essere  intesa in senso letterale.
Ne consegue che deve essere compresa in senso figurativo o metaforico. Nelle parole: *questo è il mio corpo*, il termine
*questo* indica il pane, e il termine * corpo* indica il corpo che è stato messo a morte per noi. Perciò la parola *è* non può venir presa in senso letterale, perchè il pane non è il corpo."

"Il sacramento è il segno di qualcosa di santo. Quando dico:  
*Il sacramento del corpo del Signore* mi riferisco semplicemente al pane che è simbolo del corpo di Cristo,  
che fu messo a morte a nostro favore (...).
Ma il vero corpo di Cristo è quello seduto alla destra di Dio,  
e il sacramento del suo corpo è il pane e il sacramento del suo sangue è il vino, cui partecipiamo con rendimento di grazie.
Ma il segno o sacramento, e la cosa significata non possono essere identici. Perciò il sacramento del corpo di Cristo non può essere il corpo stesso.

Un argomento , usato da Zwingli contro Lutero, riguarda il luogo della presenza di Cristo. Per Lutero Cristo è presente nella eucaristia. Zwingli faceva notare che le confessioni di fede (i credi ) e la Scrittura  dicono che Cristo è attualmente "seduto alla destra di Dio". Zwingli non sapeva affatto dove fosse questo luogo, e non perse tempo per individuarlo, ma - sosteneva - qualunque fosse, ciò implica che Cristo non è presente nell'eucaristia. Non può trovarsi in due luoghi nello stesso tempo. Lutero sostiene invece che "la destra di Dio"
è un'espressione metaforica che non va presa alla lettera.  
Significa: "la sfera d'influenza di Dio" : non significa affermare che Cristo sia situato in qualche preciso posto della stratosfera, ma vuole dire semplicemente che Cristo è presente lì dove Dio
regna.
In questo dibattito venne dunque ancora una volta in primo piano la questione di sapere quali passi della Scrittura vadano interpretati letteralmente e quali vadano intesi metaforicamente.

Titolo: Re: Zwingli e la presenza di Cristo nella Santa Ce
Post di u08038 il 27.04.2010 alle ore 17:29:42
Evidentemente, se c'è una cosa che stona, questa è l'espressione: "l'Eucaristia  è un'assenza più che una presenza".
E' un concetto evidentemente confuso attribuire alla frase:"questo è il mio corpo" un senso metaforico ed alla frase "siede alla destra di Dio" un senso letterale oltre che geografico.
La promessa: quando due o tre persone si radunano nel mio Nome Io sono in mezzo a loro". Indica la Presenza.
Non discutiamo di consustanziazione o di transustanziazione. ma di Presenza Personale. ok?
Interessante approfondire Zwigli, non posso credere sia così limitato il suo concetto di Cena.
Concordo ovviamente sul "tropos" che in tutta la Bibbia è usato, secondo un criterio semitico. "io sono la vite" "Io sono la porta". "Io sono la Via". Io sono il pane disceso dal cielo.
shalom

Titolo: Re: Zwingli e la presenza di Cristo nella Santa Ce
Post di fratello Sandro il 28.04.2010 alle ore 15:15:05
Caro u08038
trovi uno sviluppo ulteriore di questo argomento nel mio topic
"Zwingli: Teologo dello Spirito Santo".