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   1Corinzi 14:21-33
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   Autore  Topic: 1Corinzi 14:21-33  (letto 842 volte)
danitek
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Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manchera'

   
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1Corinzi 14:21-33
« Data del Post: 28.12.2007 alle ore 21:23:12 »
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"1Corinzi 14:21 È scritto nella legge:
«Parlerò a questo popolo per mezzo di persone che parlano altre lingue
e per mezzo di labbra straniere;
e neppure così mi ascolteranno
», dice il Signore.
 
1Corinzi 14:22 Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.
1Corinzi 14:23 Quando dunque tutta la chiesa si riunisce, se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno che siete pazzi?
1Corinzi 14:24 Ma se tutti profetizzano ed entra qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti, è scrutato da tutti,
1Corinzi 14:25 i segreti del suo cuore sono svelati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.
 
1Corinzi 14:26 Che dunque, fratelli? Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un'interpretazione, si faccia ogni cosa per l'edificazione.
1Corinzi 14:27 Se c'è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l'uno dopo l'altro, e qualcuno interpreti.
1Corinzi 14:28 Se non vi è chi interpreti, tacciano nell'assemblea e parlino a sé stessi e a Dio.
1Corinzi 14:29 Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino;
1Corinzi 14:30 se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente taccia.
1Corinzi 14:31 Infatti tutti potete profetare a uno a uno, perché tutti imparino e tutti siano incoraggiati.
1Corinzi 14:32 Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti,
1Corinzi 14:33 perché Dio non è un Dio di confusione, ma di pace.

 
Ho qualche difficolta' a capire il senso del versetto 22 , in relazione a quanto viene scritto nei versetti successivi...
Voi che ne pensate? Sorriso
« Ultima modifica: 28.03.2008 alle ore 10:20:59 by Asaf » Loggato

...cercate il regno di Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sara' sopraggiunto
Barnaba
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Re: 1Corinzi 14
« Rispondi #1 Data del Post: 04.01.2008 alle ore 09:50:42 »
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Pace!  
Posso provare a darti una spiegazione da un punto puramente pentecostale.
 
Allora, partiamo dal verso 21, lì Paolo cita una profezia di un giudizio nei confronti di Israele. Dio avrebbe punito la disubbidienza, giunta al colmo, con “l’ausilio” di un popolo straniero che avrebbe occupato il territorio.  
Questa predizione si avverò! Prova dell’’intervento, che in questo caso è giudizio, era che Israele avrebbe dovuto uddidire, essere soggiogato da persone che parlavano un altra lingua (stranieri).  
Questo avrebbe dovuto far riflettere Israele sull’intervento di Dio.
Ciò che importa a Paolo e a noi, è però il principio...cioè:
“Prova dell’intervento soprannaturale di Dio è la presenza di altre lingue”.
V.22 “Quindi...” Le lingue servono di segno, come prova soprannaturale che Dio è all’opera nella Chiesa. Ma chi ha bisogno di questa prova? I NON credenti.
Mentre PROVA, segno dell’intervento soprannaturale di Dio nella Chiesa per un credente è la Profezia, in quanto verrà accettata per ciò che è, cioè “Parola di Dio”.
 
...quindi con  il v.21 e 22 Paolo spiega l’utilità della Manifestazione delle Lingue (NON del Carisma unito all'Interpretazione) e della Profezia come SEGNO della Presenza dello Spirito Santo che sta guidando la Chiesa.
 
In parole più semplici TUTTI, credenti e non, devono poter dire essistendo e parteciapando ad un Culto “Qui c’è La Presenza di Dio”.  
 
Con il V.23 e 24 Paolo spiega la necessità dell’equilibrio nell’uso delle manifestazioni spirituali.
Infatti è vero che se un non credente “sente” qualcuno parlare in Lingue potrà esserne incuriosito ponendosi, magari, il dubbio che Dio è presente; MA se TUTTI contemporanemante lodiamo Dio in altre Lingue ci prenderà per pazzi!  
Bensì se TUTTI si profetizza (in senso anche lato), cioè ci si preoccupa di PARTECIPARE al Culto, magari con un canto, con la lettura di un testo, una testimonianza V.26-27, Guidada dallo Spirito Santo il non credente capirà ciò che viene detto e la sua coscienza, magari, toccata dallo Spirito Santo.
 
Quindi, nessuna contarddizione, il V.21 e 22 dice che le manifestazioni spirituali servono a tutti come segno che Dio è in quell’istante presente e operante.
Il v.23-25 sottolinea la responsabilità di noi Credenti di essere utilizzati da Dio per la nostra edificazione e per la salvezza attraverso l’uso delle manifestazioni dello Spirito, così come descritto poi nel verso 26 fino al 33.
 
Ricordando SEMPRE di  “desiderate il profetare, e non impedite il parlare in altre lingue; ma ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine.” V.39-40
 
sempre a disposizione!  
...  Ciao
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danitek
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Re: 1Corinzi 14
« Rispondi #2 Data del Post: 04.01.2008 alle ore 13:11:11 »
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Quel che non capisco e' perche' nel v.22 Paolo dice che sentire parlare le lingue e' un SEGNO per il non credente , mentre nel v.23 afferma che il non credente se sente tutti parlare in lingue pensera' che essi son pazzi. Sorriso
Facendo capire poi nel v. 24-25 che il vero SEGNO della presenza di Dio per il non credente, e' il vedere tutti che profetizzano sui segreti del suo cuore. Sorriso
« Ultima modifica: 04.01.2008 alle ore 14:49:05 by danitek » Loggato

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Re: 1Corinzi 14
« Rispondi #3 Data del Post: 04.01.2008 alle ore 14:14:45 »
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ti rispondo con un esempio che segue la Dinamica della conversione esposta da Paolo in questi versi.
 
Supponi che un Ateo entra in chiesa.  
E' Ateo, quindi esclude a priori l'esistenza di Dio e tanto meno che Lui Possa in alcun modo parlare agli uomini!  
 
Quindi entra e assiste...
Sente qualcuno Lodare Dio in altre lingue, avvertendo che qualcosa di eccezzionale sta accadendo a quella persona.
Però è ancora incredulo, quindi diffidente, allora è nostra responsabilità non sembrare dei Pazzi e quindi semplicemente controllare la nostra emotività per non sembrare tali.
Se questo accade l'Ateo sarà "incuriosito" dal segno delle Lingue, non spaventato...ma non certo toccato...emozionato!  
 
Questa curiosità ha introdotto il beneficio del Dubbio nei confronti di questi credenti che lodano un Dio che reputa non esistere. Ecco l'UTILITA' "il segno"
 
Allora inizierà ad ascoltare ciò che dicono, perchè non li ha reputati dei pazzi, e se questi si lasciano guidare dallo Spirito Santo con un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un'interpretazione, e fanno ogni cosa per l'edificazione allora Dio parlerà al Cuore dell'Ateo usando la voce di quanti si lasceranno guidare.
 
Allora l'Ateo, sentirà parlare di sè...cioè lo Spirito Santo metterà a nudo la sua vita...
e seguendo le parole di Paolo adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.  
 
ehi! SEMBRA LA MIA TESTIMONIANZA!  Vai vai!
 
Quindi le Lingue sono un segno della presenza di Dio per i non credenti e La Profezia è il mezzo usato da Dio, il segno, per conpungere il cuore!
...tutto qui...  Ciao
 
cmq e sempre a disposizione!  
 
Loggato

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Re: 1Corinzi 14
« Rispondi #4 Data del Post: 04.01.2008 alle ore 14:51:39 »
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Spiegazione molto ponderata... grazie fratello Barnaba Sorriso
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Re: 1Corinzi 14:21-33
« Rispondi #5 Data del Post: 01.07.2022 alle ore 23:00:57 »
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Quì Paolo mostra come soprattutto oggi (per mia esperienza, magari altri hanno fatto un'esperienza diversa) non si è in grado nè di capire e ne di usare il dono in lingue.
 
Ma andiamo al concreto:
il vers. 21 parla di una profezia di Isaia.
Il vers. 22 parla di un segno. Quale segno? Beh, lo vediamo nel vers. precedente: il segno che chi ascolterà il messaggio in altra lingua lo rifiuterà: il non credente (cioè colui che non vuole credere).
Lasciamo stare il fatto se si tratta di lingue conosciute o meno ma fatto sta che il soggetto che ascolta il messaggio in lingue non è in vena di voler capire.
 
Ricordiamoci che quì Paolo parla dell' importanza di un messaggio dato in lingue ma tradotto come vediamo nei vers. 9,13,16,19,27, ecc. cosa che oggi non viene considerata manco da lontano.
 
Per i vers. 23 e 24 che sembrano contraddire il vers. 22 ma non è così, vi sono due interpretazioni:  
 
1) Paolo parla del non credente o di uno che non conosce la lingua, poco colto a riguardo (greco: idiota, lo stesso termine lo trovi tradotto in italiano con "semplice uditore" nel vers. 16). Il tema centrale è
il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità il non credente o il poco colto, e la propria reazione alle due eventualità
. Allora quando una di queste due persone o entrambe entrano in un luogo di culto, avrebbero la stessa mia reazione quando entro in una comunità circense cristiana: "Ma questi so' matti da legare".
Ma se invece (v. 24) chi deve parlare in lingue lo fa decorosamente e con traduzione avrà la stessa reazione che ebbe la Samaritana quando parlò con Gesù: "Venite a vedere un uomo che m'ha detto tutto quello che ho fatto..." (Giovanni 4:29). Quindi visto che si può profetare anche parlando in lingue (1 Corinzi 14:6) il vers. 24 parla comunque non del profetare descritto nel vers. 22 ma del profetare in lingue quando queste tradotte.
 
2) Le due tipologie di persone descritte nel vers. 22 "non credente" e  "credente" sono entrambe non Cristiane. Solo che il primo vuole non credere (non credente = prende parte al culto ma con animo chiuso già in partenza) mentre il secondo entra in chiesa per vedere se il messaggio che riceverà lo porterà a credere (credente = aperto al credere). Il vers. 23 è una dimostrazione di ciò che dice la profezia di Isaia, confermando che si tratta di un segno per la persona che non vuole credere: ricevere il messaggio in lingue e non accettarlo comunque, così come anche avvenne alla Pentecoste. Infatti la persona entra sente il messaggio in lingue e trova un motivo in più per beffarsi di questo comportamento.
Il vers. 24 è per chi vuole credere (ancora non credente ma aperto al messaggio) e quindi appena viene confrontato con la profezia non può non fare a meno di lodare Iddio.
 
Personalmente preferisco la 1a interpretazione
 
Shalom
Loggato

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