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   1 Pietro 3:19 "GESU' ALL'INFERNO?"
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   Autore  Topic: 1 Pietro 3:19 "GESU' ALL'INFERNO?"  (letto 6803 volte)
Domenico
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Certo, beni e bontà m'accompagneran no (Sal. 23:6)

   
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Re: 1 Pietro 3:19 "GESU' ALL'INFERNO?"
« Rispondi #45 Data del Post: 24.10.2015 alle ore 14:33:43 »
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La parte che maggiormente gioca un ruolo determinante in tutta la faccenda del testo di 1 Pietro 3:19 e dà un peso all'attività di Cristo nel regno dei morti, è senza dubbio la sua presenza e la sua predicazione che ivi fece. Trattandosi di Cristo, Colui che procurò la salvezza all'intera umanità, con la sua morte e risurrezione, e che agli stessi suoi apostoli, prima che ascendesse al cielo, comandò loro di andare per tutto il mondo e predicare l'evangelo, è estremamente importante sapere il senso della sua predicazione nel carcere dove si trovavano gli spiriti ribelli ai giorni di Noè.
 
Conosciamo già il nome del predicatore di cui 1 Pietro 3:19, ma non conosciamo il messaggio del predicatore, perché Pietro non ce lo fa conoscere, dato che egli stesso, con ogni probabilità, non lo sa. Si potrebbe domandare: che valore ha un predicatore senza il messaggio, o che senso ha una predicazione, senza un messaggio? Qui ovviamente non si tratta di conoscere il modo, la mimica che usa il predicatore; si tratta invece di conoscere quello che deve dire, per giustificare il suo ruolo di proclamatore. Per gli apostoli di Gesù Cristo e per l'intera Sua Chiesa, si sa che il messaggio che doveva essere predicato in tutto il mondo, era il Vangelo, «potenza di Dio per la salvezza di ogn'uno che crede» (Rom. 1:17). Si sa anche, che la predicazione, è essenzialmente proclamazione di un evento, di un'opera divina, portata a termine per la salvezza dell'uomo.  
 
Di Cristo, nel summenzionato testo di Pietro, è detto che predicò agli spiriti in carcere. Tradurre  
come fa la CEI: «E in ispirito andò ad annunziare la salvezza», significa capovolgere il testo di Pietro per adattarlo in favore di un dogma della Chiesa Cattolica, qual'è la dottrina del Purgatorio, che insegna che dopo la morte c'è ancora speranza di salvezza. A parte che il termine «salvezza» non si trova nel testo greco, neanche lo stesso concetto di salvezza può essere ravvisato nella parola ekērucsen:. Infatti, è saputo con estrema certezza, che kérussō: significa:
 
1. essere araldo, esercitare l'ufficio di araldo.
2. bandire, proclamare, annunziare, notificare.
3. celebrare, encomiare pubblicamente.
4. intimare, ordinare.
5. far vendere all'asta.
6. invocare (gli dèi).
7. predicare.[ Cfr. per altra documentazione e storia del concetto e il suo relativo sviluppo, G. Friedrich, GLNT, Vol. V col. 424-482]
 
Che poi nella predicazione cristiana kērussō: significa «proclamare il messaggio della salvezza», non vuol dire affatto che nel testo di 1 Pietro, debba avere lo stesso significato. Se dobbiamo essere coerenti col testo di 1 Pietro 3:19, la proclamazione di questo messaggio (chiamiamolo di salvezza), fu rivolto esclusivamente agli "spiriti che erano in carcere" denominati "ribelli" e circoscritti ai giorni di Noè, precisamente, «mentre si fabbricava l'arca», allo scopo di portare la salvezza a tutti quelli che la volevano (cosi dicevano Giustino, Clemente, Origene, Ippolito, Lattanzio ed altri). Ciò equivaleva, oltre al fatto che il messaggio non era rivolto a tutti gli occupanti dell'Ades, che a tutti gli altri, che vissero in altri tempi e in altre generazioni, non venne dato lo stesso privilegio e la stessa opportunità che venne concessa agli spiriti carcerati. Questo stato di cose, mette in seria difficoltà la spiegazione dell'imparzialità di Dio. Dal momento che si sà con estrema certezza che non è possibile pensarla in questo modo, perché Dio non tratta gli uomini nella stessa maniera come fanno gli uomini tra di loro, non è scritturale pensare che Dio concede la grazia a uno e la rifiuta a l'altro. Ci vuole forse tanta fatica per scorgere l'assurdità di una simile interpretazione, che è anche in contrasto con Ebrei 9:27 che afferma:  
 
«E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio»?
 
Mentre se il ekērucsen: di 1 Pietro 3:19 viene inteso nel senso di "proclamare, annunziare" un'opera compiuta, cioè fare sapere a tutti, anche nelle carceri dell'Ade dove si trovano spiriti ribelli del tipo di quelli della generazione di Noè, che Cristo con la sua morte e con la sua risurrezione ha portato a termine tutta l'opera della redenzione. Se la spiegazione che abbiamo dato, non sembra molto soddisfacente, specialmente per quanto riguarda lo scopo della predicazione di Cristo, e il suo relativo risultato, specie quando si è d'accordo di trovarsi davanti a un testo estremamente difficile per quanto riguarda la sua interpretazione, almeno abbiamo evitato di commettere errori, come: l'incoerenza di far dire al testo una cosa che non dica; di non fare entrare in conflitto una pagina ispirata con un'altra pagina ispirata e insegnare una dottrina a danno di un'altra dottrina rivelata.  
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Re: GESU' ALL'INFERNO?
« Rispondi #46 Data del Post: 30.10.2015 alle ore 21:52:15 »
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on 17.01.2006 alle ore 19:30:19, Labano wrote:
Io credo che Gesù scese agli inferi, proprio per predicare l'evangelo a coloro che si trovavano li. Occhiolino
 
In Efesini 4,9-10 è scritto: Or questo è salito che cosa vuol dire se non che Egli era anche disceso nelle parti più basse della terra. Colui che è disceso,  è lo stesso che è salito al disopra di tutti i cieli". 8)
 
La discesa agli inferi è il pieno compimento dell'annunzio evangelico della salvezza.  Sorriso
 
Non è perciò, questione di interpretazione o di simbolico è avvenuto realmente così.  
Chi lo ha accettato è salito con lui in cielo, i neutrali e gli increduli sono rimasti li, perchè è possibile che lo credevano un impostore. Sorriso
 
Pace.
Labano
 

 
Nel dire che Gesù sia sceso nel regno dei morti non vuol dire che abbia predicato ai Giudei che non lo avevano accettato ai tempi del VT o ai tempi di fino a quando Gesù non è sceso in quel luogo.
Chi non ha accettato Gesù non l´ avrà accettato non perchè lo si credesse un impostore (nemmeno i demoni credono che Lui sia un impostore), chi è capace di scendere nel regno dei morti e di presentarsi come Dio, non credo che si avesse possibilità di non crederGli.
Chi ha rifiutato Gesù nel regno dei morti, rifiutava (come ai tempi di vita) categoricamente Dio. Se uno vuole vivere la vita terrena senza Dio, non vorrà mica vivere un´ eternità con Lui (a meno che non lo faccia per vivere in eterno, la quale cosa non lo salverebbe comunque).
 
Shalom
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Re: GESU' ALL'INFERNO?
« Rispondi #47 Data del Post: 30.10.2015 alle ore 21:56:55 »
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on 22.04.2006 alle ore 19:17:32, Labano wrote:

Poi tu dici "alla generazione antediluviana" e no caro Andreiu, ma a tutti quelli che non si sono trovati sotto la grazia.

 
a quanto pare alcuni mischiano la parola "bendare la giustizia" con "graziare"
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Re: GESU' ALL'INFERNO?
« Rispondi #48 Data del Post: 30.10.2015 alle ore 22:08:28 »
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on 26.04.2006 alle ore 11:22:26, semplice wrote:

Ergo:
 
A mio avviso si tratta di un'opera compiuta da Gesù in favore di coloro che prima del diluvio vissero per un certo tempo ("una volta"Occhiolino in uno stato di ribellione, ma poi si ravvidero prima della morte.  
Costoro a simiglianza dei santi dell'AT rimasero "in carcere" (il che non implica necessariamente uno stato di condanna, ma solo di temporaneo "imprigionamento" nel potere della morte).
In altre parole, credo che in questo passo Pietro riveli sostanzialmnete questo: che anche prima di Noè, pur non essendoci ancora il patto esplicitamente concluso con costui, gli uomini avevano la possibilità di rendersi accetti al Signore, e di superare la loro condizione di temporanea e parziale "ribellione", dovuta alla corruzione del peccato.
Anche costoro, quindi, hanno ottenuto la completa liberazione a seguito della morte di Gesù e della sua discesa agli inferi
Francamente, non so se può andare, coem interpretazione ....  Imbarazzato  Vago

 
anche se Labano si è cercato un alleato non ci ha fatto una bella figura. Dire che Gesù sia sceso nel soggiorno dei morti per convertire i "cattivi" prima del diluvio è come dire che Dio alla fine salverà Satana perchè gli farà pena vederlo soffrire e alla fine lo salverà e Gesù si incavolerà come descritto alla fine della parabola del figliuol prodigo.
Ergo:
una cavolata !!!
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