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   Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustate"
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   Autore  Topic: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustate"  (letto 6432 volte)
salvatore1
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #30 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 11:47:52 »
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x asaf: purtroppo tu hai postato la tua spiegazione grammaticale intanto che io scrivevo il mio intervento, quindi non l'avevo letta. Grazie, comunque per la risposta e grazie anche agli altri.  
 
A me tutta questa discussione mi ha fatto venire voglia di tentare di intraprendere lo studio del greco del NT.
 
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #31 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 11:52:52 »
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on 07.03.2014 alle ore 11:47:52, salvatore1 wrote:

 
A me tutta questa discussione mi ha fatto venire voglia di tentare di intraprendere lo studio del greco del NT.
 

 
Eh, come darti torto?  Occhiolino
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #32 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 14:37:14 »
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Inizia con una interlineare. Con quella un vocabolario e qualche consiglio già puoi divertirti un po'.
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Aiutiamoci gli uni gli altri a liberarsi da quello che ritarda il nostro cammino.
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #33 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 14:46:13 »
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Io invece non sono tanto d'accordo sapete?
Io ho seguito lezioni introduttive sia di greco e sia di ebraico. Interessante sicuramente. Utile sicuramente.
Indispensabile per conoscere la vera vera Verità biblica?
Assolutamente no.
 
Prima di tutto perché se si crede in Dio e si accetta Gesù come personale Salvatore, si deve credere nell'opera dello Spirito Santo che illumina le Scritture, ci modella e "dettagli" sofismi teologici come questi servono davvero a poco.
Voglio dire la Bibbia mi insegna a santificarmi, a pregare, ad aiutare il prossimo, a modellare il mio carattere per piacere ed essere gradito a Dio.
Poi mi da anche insegnamenti su come comportarmi, su cosa fare nel culto, come dare buona testimonianza.
C'è davvero bisogno di conoscere il greco per mettere in pratica queste cose?
Non credo.
 
Siamo chiamati a studiare la Parola e metterla in pratica in modo spirituale.
Poi nascono le questioni pratiche... e le interpretazioni personali. Situazioni che viviamo da secoli e che ci portano ai tanti confronti che ci sono in questo forum no?
Velo o non velo? Pastori solo uomini o anche donne? Glossolalia o no? Tutte queste domande richiedono di certo studi più approfonditi del testo e magari si ricorre all'originale.
Ma prima di me e prima di voi, c'è tanta gente che ha scritto in merito. Tanta gente che ha già studiato in merito e ci ha lasciato una grande quantità di informazioni da cui poter trarre beneficio.
E come dicevo prima.... nonostante 2000 anni di cristianesimo, queste questioni rimangono comunque aperte. Quindi c'è chi ritiene più corretto un si e chi ritiene più corretto un no. Negli ultimi tempi ci sono anche gruppi che ritengono più corretto un "NI" ossia fai quello che vuoi.
Questo perché succede?
Perché nonostante tutti i nostri sforzi, finchè saremo su questa terra i nostri limiti umani e quindi la nostra condizione di peccato che tanto ci attanaglia, non ci permette di essere al 100% sensibili alla voce dello Spirito Santo.
Ci rimane di seguire quanto diceva Paolo: se per te una cosa non è peccato in cuor tuo, falla. Ma se per quel fratello è peccato... allora per amore di quel fratello non farla.
Quindi se rimaniamo a questo argomento specifico, studiare il greco non ci aiuterà mica a dipanare la matassa. Esistono letteralmente 2 possibili versioni di questo versetto. E vi posso garantire che è così anche per altri passi chiave ... vi basta dare un'occhiata a questo forum e alle discussioni che vi sono state... Queste possibili "doppie interpretazioni" sono quelle che rendono alcuni di noi pentecostali e altri carismatici e altri neo pentecostali.
Di possibilità ve ne sono diverse quindi anche se si impara il greco o l'ebraico, ci si troverà più preparati ma comunque a dover accettare questa bivalente realtà. E a quel punto?
A quel punto succederà la stessa identica cosa che sta succedendo adesso: alcuni pendono per una versione (perché il loro paradigma dottrinale spinge per quella) e altri pendono per un altra versione.
 
Sarà sempre così. Sia che conosciate il greco, sia che non lo conosciate. Perché il problema non è il greco e non è la conoscenza della lingua. Il problema siamo noi, che non siamo capaci di azzerare i nostri preconcetti mentali, abbiamo delle riserve mentali che difficilmente vogliamo abbandonare. E' normalissimo.
Ed è proprio per questo che Dio non pregiudica la salvezza di una persona se non ha capito queste cose.
 
C'è un secondo motivo importante secondo me.
Conoscere il greco ci permetterebbe di capire di più del testo greco. Ma quale testo grecoHu?!
Perché denominazioni evangeliche come quella che frequento io sono prontissime ad affermare che Dio ha ispirato i testi sacri ORIGINALI. E credono che Dio ha divinamente preservato la Bibbia affinché il messaggio di Salvezza arrivasse fino a noi oggi. Ma oggi non abbiamo gli originali. Abbiamo delle copie più o meno antiche e... ahimè... non sono tutte uguali uguali tra loro. Inoltre di alcuni testi abbiamo interi papiri e di altri frammenti.
Allora banalmente si pensa, basta prendere il più antico e siamo certi. Ma non è così.
Esistono infatti studi universitari di filologia che affrontano proprio questo argomento. Perché alle volte il testo più antico può derivare da una copia con errori, che un testo più "nuovo" di qualche secolo non conteneva... è un po' difficile da spiegare così in poche parole... ma credimi... non è facile.
Ecco perché secondo me non serve conoscere il greco. Perché una volta che arrivi a conoscere il greco, inizi a giudicare non solo la traduzione italiana ma anche la scelta di un frammento piuttosto che l'altro che diceva diversamente....e ti piace di più.
Un macello credetemi sulla parola.
Io ho incontrato queste situazioni sia studiando a livello personale la veridicità delle dottrine in cui io stesso credo. Poi ho affrontato la stessa tematica nell'instaurare discussioni anche con i testimoni di Geova. Mi son trovato dei familiari atei che studiano filologia che approcciano alla Bibbia come fosse un testo qualsiasi e quindi ne negavano l'ispirazione divina perché piena di contrasti. E poi, ho ritrovato molte discussioni simili anche tra noi evangelici e ho potuto imparare molto dal confronto nato con gli utenti di questo sito.
 
Quindi sicuramente è un utile strumento per evitare di essere "ragirati" da gente che lo usa per tacciare altri di "mala fede". E' uno strumento utile per approfondire tanti concetti... ma non pensate sia la soluzione per capire quale sia la giusta dottrina in modo definitivo su qualsiasi argomento.
« Ultima modifica: 07.03.2014 alle ore 14:52:01 by Stefanotus » Loggato
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #34 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 15:56:30 »
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Questo è... innegabile. Innanzitutto se conoscere il testo greco originale fosse sufficiente a darci tutte le risposte, lo stesso nuovo testamento non ci parlerebbe di persone che discutevano su (quasi) tutto, perché è poi quello che ci mostra una gran parte delle lettere.
Probabilmente può chiarire dei dubbi di qualche tipo e, come conoscenza aggiuntiva, permette di essere un po' più efficienti e "liberi" in certe discussioni (non avere bisogno di chiedere continuamente: "ma questo come si scriveva? Ma questo che voleva dire?"Occhiolino
 
Però sono d'accordo che non serva, non solo per tutte le ragioni che hai detto e che condivido totalmente, ma anche perché pensare una cosa simile significa negare il mandato di Gesù: predicate il vangelo a tutte le genti. Abbiamo perso tanti pezzi per strada, ed era inevitabile, originali non ne abbiamo e dobbiamo continuare a tradurre perché le lingue tendono a riprodursi (più lentamente delle persone, ma lo fanno comunque).
 
Pensare gli originali greci come necessari implica che Dio si sia un po' distratto per strada: "ops, han perso gli originali... beh, pazienza".  
Non credo proprio che sia andata così  Occhiolino
 
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #35 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 16:05:36 »
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Stiamo un po' divagando, ma mi piace, perché ci si scambia opinioni per "capirsi di più".
 
Un caro fratello mi diceva: "Sai perché Dio non ci ha fatto rimanere gli originali? Per evitarci la Bibliolatria!"
 
Diceva in pratica che oggi, ci basta avere un panno antico e dire che è il panno dove il Cristo poggiò il volto durante la via per il calvario...e subito diventa reliqua sacra da venerare. Figuriamoci ad avere gli scritti originali della Bibbia. Probabilmente sarebbe nato il movimento degli "illuminati" detentori del sacro testo!
 
Invece proprio a ragione del fatto che Dio aveva interesse a mandarci il messaggio di salvezza e a non farci perdere in questi tecnicismi e dettagli... Dio ha permesso che gli originali si perdessero (usurassero, si copiassero con tutto ciò che ha comportato).
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #36 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 16:41:01 »
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on 07.03.2014 alle ore 16:05:36, Stefanotus wrote:
Stiamo un po' divagando, ma mi piace, perché ci si scambia opinioni per "capirsi di più".
 
Un caro fratello mi diceva: "Sai perché Dio non ci ha fatto rimanere gli originali? Per evitarci la Bibliolatria!"
 
Diceva in pratica che oggi, ci basta avere un panno antico e dire che è il panno dove il Cristo poggiò il volto durante la via per il calvario...e subito diventa reliqua sacra da venerare. Figuriamoci ad avere gli scritti originali della Bibbia. Probabilmente sarebbe nato il movimento degli "illuminati" detentori del sacro testo!
 
Invece proprio a ragione del fatto che Dio aveva interesse a mandarci il messaggio di salvezza e a non farci perdere in questi tecnicismi e dettagli... Dio ha permesso che gli originali si perdessero (usurassero, si copiassero con tutto ciò che ha comportato).

 
Sì, prima non l'ho scritto, ma consideravo anche io questa cosa: in fondo, non è diverso dal percorso personale, all'inizio fai delle cose, dopo ne fai altre e poi ne farai altre ancora, ecc... ecc... ma non è per questo che smetti di essere cristiano. Lo sei perché Dio ti ha reso così. Con la bibbia penso sia un po' la stessa cosa: spesso si sottovaluta l'importanza di un linguaggio nell'identità di un popolo; non parliamo lingue a caso, sono il prodotto di un cambiare nel corso della storia. E Dio con la bibbia ha fatto la stessa cosa. Ha "usato" lingue diverse nel corso della storia per poter essere raggiungibile a persone diverse. Le lingue cambiano, proprio come le persone e le cose che fanno. Ma ciò che sono in Cristo no.
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #37 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 16:54:21 »
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Stavo cercando il pulsante mi piace... ma non l'ho trovato....
Ah si... eccolo.
 
« Ultima modifica: 07.03.2014 alle ore 16:55:18 by Stefanotus » Loggato
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #38 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 16:56:04 »
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Siamo off topic.
 
Apro e chiudo parentesi, condividendo quanto è stato detto, sottolineo altrettanto che oggi con il testo greco NA28 abbiamo più del 99% del testo uscito dalla "penna" degli agiografi. C'è da essere più che tranquilli sotto il profilo testuale, considerando che il gap è pressochè nullo.
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #39 Data del Post: 07.03.2014 alle ore 17:28:11 »
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Tornando in tema... condivido le osservazioni fatte da Salvatore e Giamba nella pagina precedente.
 
A me risulta che furono fatte delle forti pressioni sul capo revisore della NR affinchè modificasse il versetto in questione ma lui non era d'accordo, fu irremovibile e la ragione che addusse fu che questo versetto non può essere tradotto in altro modo se non "quelli che erano ordinati a vita eterna" e sosteneva che tradurre in altro modo avrebbe equivalso a manipolare questa Scrittura, allora cercarono di fargli mettere almeno una nota a piè di pagina con "altra possibile traduzione" ma anche li il capo revisore fu irremovibile e rispose No.
 
Non credo che il capo revisore fu messo li per caso, era un grecista, uno studioso, un conoscitore degli originali, se una diversa traduzione fosse stata realmente possibile senza cambiare il senso della frase(è questa la cosa da sottolineare: modificare senza alterare il concetto) per quale motivo il capo revisore rispose assolutamente no.
 
Tutte le traduzioni riportano questo versetto così come lo conosciamo e sono persuasa che se Dio lo ha voluto far giungere a noi in questo modo un motivo c'e senz'altro.
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #40 Data del Post: 08.03.2014 alle ore 00:30:59 »
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on 07.03.2014 alle ore 17:28:11, ester2 wrote:

 
Non credo che il capo revisore fu messo li per caso, era un grecista, uno studioso, un conoscitore degli originali, se una diversa traduzione fosse stata realmente possibile senza cambiare il senso della frase(è questa la cosa da sottolineare: modificare senza alterare il concetto) per quale motivo il capo revisore rispose assolutamente no.
 

 
Scusami Ester, ma un grecista non è necessariamente un conoscitore degli originali, chi, invece, lavora sui papiri e sui manoscritti è, ovviamente, un grecista ma si chiama critico testuale, un buon traduttore o un buon grecista potrebbe non avere nessuna dimestichezza con la critica testuale; gli autori del su citato NA28 sono iper-specialisti e si chiamano critici testuali. Questo, ovviamente, non inficia la indubbia preparazione dei traduttori della NR.
 
Ammesso e non concesso che anche traducendo, come fa la Bibbia di Gerusalemme (che però ha una nota in merito che spiega l’origine rabbinica dell’espressione al v. 48) e buona parte delle Bibbie cattoliche con «destinati» in luogo di «ordinati», non implica che il passo in oggetto comporti un’unica  interpretazione di tipo predestinazianista.
 
Il discorso, invece, è un altro: ad Asaf è stata posta una domanda, da Stefano e da Salvatore, di tipo tecnico, la domanda verteva sulla possibilità di poter tradurre il v. 48, rispettando le regole della grammatica del greco del NT, anche in altro modo. Bene, la risposta affermativa di Asaf è assolutamente in linea con ciò che pensa la maggioranza del mondo accademico, maggioranza che, al di là della traduzione più o meno letterale, esaminando il contesto e non il singolo versetto, propende per un’ interpretazione diversa da quella predestinazianista .
 

on 07.03.2014 alle ore 14:46:13, Stefanotus wrote:

Ma oggi non abbiamo gli originali.
 
 
Caro Stefano, non li abbiamo nemmeno della Divina Commedia; ti posso garantire, inoltre, che nessun testo dell’antichità ha le testimonianze (papiri e manoscritti) che ha il NT.
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #41 Data del Post: 08.03.2014 alle ore 10:36:31 »
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Personalmente la penso come Ester, e questo va in un certo senso "contro i miei interessi", dal momento che non sono calvinista.
Condivido l'interpretazione riportata da Domenico, che ringrazio per questo utile contributo. Ma il problema non era tanto la corretta interpretazione del passo, quanto la possibilità di tradurlo in maniera differente.
Penso che alla Società Biblica di Ginevra non manchi nessuna delle professionalità richieste (grecisti, critici etc...) a livelli accademici, vorrei che venissero messe sul piatto e valutate con i metodi accademici le competenze degli studiosi SBG e di chi invece ha fatto la proposta di modificare il testo biblico in quel modo, sarebbe interessante.
Ma al di là delle questioni tecniche, tradurre diversamente un verso che ha una traduzione consolidata da parte di traduttori di diverse aree del cristianesimo, comporta non solo un problema di "possibilità", ma anche un altro (grosso) problema di "opportunità". Ho parlato nel mio primo post di "pericoloso precedente". Cosa intendevo? Che al prossimo giro, saranno i calvinisti a sentirsi autorizzati a scegliere traduzioni alternative laddove non "aiutino" la loro interpretazione.  
Si finirà, tra qualche anno, che i confronti biblici tra calvinisti e arminiani, carismatici e cessazionisti etc…Non potranno più avvenire sullo stesso terreno; succederà come accade oggi con i Testimoni di Geova, dove prima di cominciare bisogna decidere quale Bibbia usare e il primo scontro è proprio sulla legittimità della Bibbia usata dall’altro.
Abbiamo già un’infinità di interpretazioni, esegesi, correnti differenti, ma salvo rare eccezioni tipo gli “Only King James” le versioni bibliche utilizzate sono sempre le stesse, dai valdesi ai pentecostali. C’è davvero bisogno di andare a portare divisione anche su questo?  
Per esplicita ammissione sono state fatte alcune proposte “di carattere dottrinale”, questo è il punto chiave di tutto: secondo me la dottrina deve stare fuori dalla Bibbia. Se non siamo capaci di questo, vuol dire che paradossalmente sarà meglio che a lavorare sui testi originali siano studiosi atei, che hanno la preparazione tecnica ma non hanno preconcetti e sovrastrutture dottrinali.  
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #42 Data del Post: 08.03.2014 alle ore 13:06:50 »
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Giamba su quest'ultimo punto io penso che invece si possa ottenere lo stesso scopo che tu ti proponi al contrario di quanto proponi di fare.  
Innanzitutto preciserei che parlando del caso specifico, hanno dato il loro parere, avranno chiesto la notina a piè di pagina, ma comunque solo per dare evidenza che un'altra traduzione è possibile. Romani 12:1-2 parla di culto spirituale da rendere a Dio, la notina a piè di pagina presente nella Luzzi dice: altri traduce: culto razionale. Quindi non c'è niente di male a dare evidenza di due possibili versioni di uno stesso verso.
La poni su una questione Bibbia che riflette la dottrina, mentre la dottrina dovrebbe stare fuori. Belle espressioni ma non molto praticabili secondo me, bisogna esser pragmatici. Se la Bibbia espone : fate questo in memoria di me, è dottrina mi pare... Gesù voleva fosse ricordato nella condivisione del pane e del vino, tra i Suoi. Ora qui non stiamo dicendo che dovremmo fare una Bibbia calvinista e tenere questa versione attuale, e poi una Bibbia armonia a che tiene la versione "diversa". Perché non era nemmeno questo lo scopo dei fratelli che hanno proposto la variante.
Come ho espresso prima infatti, nulla vieta a questi fratelli responsabili di dire e insegnare nelle loro chiese: è scritto così, fa sembrare quindi così, ma si può tradurre anche cosà che fa capire anche cosà e noi crediamo cosà.
Lo hanno sempre fatto e possono continuare a farlo. Perché non stanno mentendo. Il punto quindi è di principio. Ossia perché credete che bisogna mantenere un testo inviolato perché "è sempre stato così" e non dare invece la possibilità di sapere che si può tradurre anche diversamente?
Perché allora non ci si lamenta con quel famoso "non reputò rapina il farsi simile agli uomini" divenuto "non reputò qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente"?  
Si tratta di un testo completamente modificato per renderlo più comprensibile. Eppure nessuno ha detto buttate la Luzzi che parlava di rapina (quindi esprimeva il concetto di "sottrarre impropriamente"Occhiolino oppure buttate la Nuova Riveduta, perché parla di gelosia. Nel testo originale magari non si parla ne di rapina e ne di gelosia, ma chi ha tradotto ha pensato di cercare di trasmettere un concetto, visto che magari il testo greco letteralmente è intraducibile.
Il principio è lo stesso identico.
Se dovessi pensare come voi, avrei dovuto non accettare la Nuova Riveduta perché non ha espresso il concetto di rapina che avevamo già prima, e invece ha introdotto il concetto di gelosia.  
Tu mi dirai: ma che c'entra il senso si capisce lo stesso! E soprattutto mica stiamo toccando dottrine fondamentali!  
A questo risponderei: e come si stabilisce? Se io leggo gelosia predico sulla gelosia... (Per dire) se leggo rapina predico sul senso di giustizia.
E magari per me diventa importante la vecchia versione piuttosto che la nuova.
Insomma magari non ho portato l'esempio migliore, ma di certo tra la Luzzi e la NR vi sono molti cambiamenti simili che potremmo citare e a chi direste: ma qui non fa niente... Mentre su questo punto... Eh no. Meglio lasciare come era prima piuttosto che dire che si possono avere due versioni.
Non capisco.
 
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #43 Data del Post: 08.03.2014 alle ore 16:44:27 »
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Con riferimento al versetto in esame, riporto quanto è scritto nell'ottimo "commentario esegetico-pratico del NT" (editrice CLAUDIANA, collana CLAUDIANA REPRINT, volume III - Fatti degli Apostoli - autore del volume: Giovanni Luzzi, pag. 178).
 
TUTTI COLORO CHE ERANO ORDINATI A VITA ETERNA CREDETTERO.  
 
Queste parole sembrano esprimere, nel modo più crudo che si possa dare, l'idea dela predestinazione individuale. Ed in questo senso le intese il Calvino: "Questo *ordinare* non può essere riferito che all'eterno decreto di Dio" (Comment. in loco e Istit. III, 24.2 e 13).  
 
Il Barde si attiene alla spiegazione calvinista "il termine, egli dice, è un participio passivo e significa: *disposti*, *ordinati*, come si legge in Senofonte *en octo tetagmenoi*, ossia, *soldati disposti per otto*. Il nostro testo, quindi, dopo aver messo in rilievo il lato umano della conversione (vers. 46), mette ora con altrettanta chiarezza in evidenza la sovrana libertà di Dio in cotest'atto. Concetto essenzialmente Paulino: non si può fare a meno di riconoscerlo perchè è la dottrina di Rom 8:28, 9:11, Efes. 1:4,11 ecc.".
 
La parola dell'originale *tetagmenoi* (*tasso* o *tatto* pongo, colloco, ordino, regolo, schiero (in senso militare), metto in ordine di battaglia, ecc.) non include affatto l'idea d'un decreto eterno; ond'è che il Bengel dice bene: "l'uomo non può disporsi, ordinarsi (se è pur lecito di dir così) a vita eterna che mediante la fede; quindi cotesta disposizione a vita eterna è divina. Luca non parla qui di predestinazione eterna; egli descrive quell'ordinamento o quella disposizione che si che si opera nello stesso tempo, in cui uno ode (l'annunzio della salvazione in Cristo). Lo stesso verbo *tatto* ordino, dispongo, non è mai usato ad esprimere predestinazione eterna".
 
... OMISSIS...
 
Come renderemo noi dunque il *tetagmenoi* del testo? Io lo renderei così: "e tutti quelli che erano disposti per la vita eterna credettero", intendendo per quel "disposti" non una disposizione esterna, meccanica, forzata, ma una disposizione interna, dell'animo, individuale, nata e cresciuta in un'atmosfera santificata dalla Provvidenza di Dio. Si osservi che mentre il Bengel nota che il verbo *tasso* non è mai usato per esprimere idea di predestinazione eterna, il nostro  *tetagmenos* si trova in Atti 20:13 nel senso di "uomo internamente disposto, determinato, deciso a fare una certa cosa" (facemmo vela verso Asso,  ove dovevamo riprendere Paolo; E' LUI CHE SI ERA DECISO A FARE COSI' e preferiva fare la strada a piedi". La locuzione del testo non ha nulla di straordinario, è locuzione comune, usuale, ma a noi è difficile di considerarla come tale, perchè ci appare sempre circondata dalle discussioni dogmatiche, che purtroppo l'hanno resa difficile e misteriosa.  
 
FINE DEL COMMENTO DI GIOVANNI LUZZI
 
CONSIDERAZIONE PERSONALE: Dall'intero commento del Luzzi al passo in questione io traggo la conclusione che la traduzione "...coloro che si erano disposti..." è possibile, io non ho bisogno di altro. Ovviamente per l'intero commento del versetto di Luzzi rimando al volume citato.
 
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Re: Atti 13:48 - versioni bibliche "aggiustat
« Rispondi #44 Data del Post: 08.03.2014 alle ore 17:27:43 »
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Si Kosher, d'accordo che non tutti i grecisti siano necessariamente conoscitori degli originali, ok.
 
Ad ogni modo mi sono fatta una mia opinione su questa vicenda; Ci tengo a precisare che, comunque, non sono dell'idea che una volta salvati non si possa perdere la salvezza o che si deve predicare il Vangelo solo agli eletti, questo mi sembra che viene definito iper-calvinismo che io onestamente non condivido.
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