«Dio onnipotente, che mi guardi fino in fondo all’anima e vedi nel mio cuore, tu sai che esso è colmo di amore per l’umanità e del desiderio di fare del bene. E chi è infelice riceva conforto dal pensiero di aver trovato un altro infelice che, nonostante tutti gli ostacoli imposti dalla natura, ha fatto quanto poteva per elevarsi al rango degli artisti nobili e degli uomini degni»: fu questa la preghiera di Ludwig van Beethoven, frustrato dal dramma della sordità. Il testo, insieme ad altre confessioni sullo stato d’animo provocato dalla sua condizione (che cominciò ad affliggerlo già attorno ai trent’anni), sono contenute nel cosiddetto Testamento di Heiligenstadt, ritrovato dopo la sua morte a Vienna nell’ultimo appartamento dove aveva vissuto. A rievocare la vicenda è Sandro Cappelletto su Avvenire.