«Nessuno esalti la propria tradizione, divenendone servo. Perché tutto è vostro: Giovanni Crisostomo e Giovanni Damasceno, Aurelio Agostino e Anselmo di Canterbury, Tommaso d’Aquino, Francesco d’Assisi e Valdo, Lutero, Calvino e il cardinale Gaspare Contarini, Blaise Pascal e Karl Barth. Potete rimeditare con gratitudine il pensiero di questi dottori e riformatori della Chiesa, potete servirvi liberamente dei loro scritti e del loro esempio. Ma a una condizione: che voi non diveniate agostiniani o tomisti, valdesi o francescani, luterani o calvinisti o barthiani. L’apostolo si esprime chiaramente: a condizione che voi siate di Cristo. Questa vostra appartenenza totale a Cristo vi renderà veramente liberi, signori di tutte le cose, anche delle tradizioni, non strumenti e servi di esse».
Così si esprimeva, in un incontro del 1975, il teologo evangelico Valdo Vinay; la sua figura è stata ricordata nei giorni scorsi con un convegno promosso dalla Facoltà teologica valdese di cui ha dato notizia anche l’Osservatore romano.
foto: osservatoreromano.va