“Tassate i ricchi!” è uno slogan populista che ciclicamente torna in primo piano in ogni parte dell’Occidente. Stavolta ha fatto capolino non nei programmi elettorali, ma sull’abito da sera di una giovane deputata democratica in occasione di una nota serata di gala newyorkese, creando un inedito asse tra moda e politica.
La diretta interessata pareva a proprio agio nell’esibire l’abito nonostante si trattasse di un appuntamento benefico cui partecipavano proprio i personaggi più ricchi del Paese (non esattamente il modo migliore per farsi benvolere, insomma); tra l’altro non risulta che la deputata abbia avuto un sussulto nemmeno di fronte alle risultanze estetiche di quelle lettere rosse stampate, senza troppa grazia, su un vestito bianco.
Quando si lancia un messaggio mediatico forte, però, bisogna assicurarsi di essere inattaccabili su tutti i fronti, e in questo senso pare che l’operazione avesse qualche falla. I reporter americani non ci hanno messo molto a scoprire che Aurora James, la stilista autrice della mise ha qualche pendenza con il fisco. O meglio, ce l’ha il suo compagno, un milionario evidentemente non troppo sensibile alle cause sociali di chi gli sta accanto, ma questo è bastato, spiega Paolo Mastrolilli sulla Stampa, per far concludere che la stilista «da una parte ha disegnato il vestito/manifesto con la scritta “Tax the Rich”… ma dall’altra non paga le tasse».
«Gesù ammoniva che solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra – ricorda Mastrolilli -, e comunque la coerenza era la spina dorsale della credibilità anche da prima che lui scendesse sulla Terra. Questo principio basilare però è sfuggito ad Aurora James».
foto: ansa.it
