Referendum ai confini, due “sì”

By 4 Ottobre 2021Dall'Italia, Esteri, Focus

Il referendum sulla depenalizzazione dell’aborto a San Marino ha visto prevalere i sì: 77,3% la percentuale dei favorevoli, 22,7% i contrari. Il quesito – propositivo, non abrogativo – chiedeva di abolire il divieto assoluto sostituendolo con la possibilità di interrompere la gravidanza entro le prime dodici settimane di gestazione, con estensione in caso di pericolo di vita o malformazioni del nascituro.

«Tra i mantra della propaganda» adottata dai promotori, registra Giuseppe Rusconi su RossoPorpora, «troviamo anche lo scontatissimo e abusato richiamo alla “normalità europea”, continente che annovera oggi solo pochi Stati in cui non è consentito abortire o lo è solo in casi estremi»; la campagna peraltro non ha tenuto conto di un dettaglio: «dall’entrata in vigore del Codice penale del 1974 – spiega Rusconi – nessuna donna è mai stata processata per aborto e tantomeno condannata a San Marino».

Il risultato della consultazione era piuttosto prevedibile, se lo stesso vescovo cattolico di San Marino aveva anticipato sui social che «qualunque sia l’esito, ci impegneremo con coerenza per testimoniare il Vangelo della vita per una cultura ed una politica favorevoli alla famiglia, per un sussulto di consapevolezza e di responsabilità. Cercheremo amici per riorganizzare la speranza».

All’esito del referendum non si rassegna l’associazione ProVita: «Non lasceremo nessuno indietro, ed è una promessa. Continueremo a raccontare la verità sull’aborto in nome di tutte le mamme che ci hanno offerto il dolore negato, in nome di tutti i bambini che sono stati eliminati».

Secondo la normativa sammarinese le modifiche proposte dal referendum dovranno ora venire introdotte concretamente nell’ordinamento entro sei mesi.

Intanto, con un’altra consultazione popolare, la Svizzera ha detto sì ai matrimoni omosessuali con una maggioranza che ha superato il 61%.

foto: open.online

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