Il canto del senzatetto inglese

By 16 Maggio 2022Esteri, Focus, Musica e dintorni

Il canto ricorsivo di un anziano senzatetto torna alla ribalta grazie a The Guardian, che rievoca la storia di questo curioso inno. Il brano si intitola “Jesus’ blood never failed me yet” (“Il sangue di Gesù non mi ha mai deluso”) ed è stato registrato nel 1971 nell’ambito di un documentario dalla viva voce di un clochard, un uomo rimasto sempre anonimo; lo spezzone di appena 26 secondi è stato notato dal compositore inglese Gavin Bryars che, l’anno dopo, lo ha ripreso creandogli attorno un’opera di musica classica sperimentale, aggiungendo man mano, in un crescendo strumentale, un tappeto sonoro sempre più avvolgente.

Con gli sviluppi della tecnologia il brano ha allungato la sua durata (dai 25 minuti della prima incisione, nel 1975, alla versione che, grazie all’avvento dei compact disc, nel 1993 estese la traccia a 74 minuti).

Anche le esecuzioni dal vivo sono sempre diverse (una, nel 2019, è durata dodici ore), in quanto Bryars reinventa il brano a ogni performance in base alla situazione: dopo l’arrangiamento per cori e percussioni ora il compositore sta lavorando anche a una versione per strumenti medievali.

Interessanti anche le reazioni degli spettatori, che spesso utilizzano l’ascolto del brano per fare il punto sulla propria esistenza.

foto: Gavin Bryars in his home village of Billesden, Leicestershire. Photograph: Fabio De Paola/Guardian

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