Il Sanremo degli apocrifi

L’immancabile polemica sanremese quest’anno non si è fatta aspettare: il sussulto più significativo per la 72ma edizione del Festival è arrivato già con l’esibizione del primo cantante in gara. La serata inaugurale si è aperta con il controverso Achille Lauro che, accompagnato dall’Harlem Gospel Choir, ha concluso la performance autoimpartendosi un battesimo per aspersione mentre le coriste incorniciavano il gesto con un “alleluia”.

La scena inevitabilmente ha suscitato polemiche in campo cattolico; una risposta organica, ancorché indiretta, è arrivata da Gianfranco Ravasi, mentre Avvenire ha notato che «Achille Lauro rischia l’effetto boomerang. Ricordate – riflette Angela Calvini dalle colonne del quotidiano – lo strampalato prete bandito del Marchese del Grillo, l’indimenticabile don Bastiano di Flavio Bucci? “Mi do io stesso l’assoluzione – sbraitava nel film – Io dico messe, comunico, battezzo, consacro, confesso, sposo… e se un giorno o l’altro mi gira la capoccia mi faccio anche vescovo”. Passare dalla provocazione al grottesco, è un attimo».

Ha spiazzato tutti invece Andrea Monda, direttore dell’Osservatore romano, rintuzzando la provocazione con sobria ironia: «volendo essere a tutti i costi trasgressivo – ha argomentato Monda -, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo». Monda ha concluso poi, serafico, rilevando che «non ci sono più i trasgressori di una volta».

foto: osservatoreromano.va

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