Rapper di fede, focus sulla Stampa

Un articolo a tutta pagina per i “rapper in nome di Cristo“: in occasione di un loro recente raduno la Stampa ha dedicato un ampio servizio ai giovani che scandiscono in rima la loro fede, ed è interessante notare che, tra i tre artisti citati, almeno due sono evangelici. Il primo è «Jus Spaccia Verità, all’anagrafe Giuseppe Gentile, 28 anni, di Rapallo»: ad Alice Castagneri racconta come «alle superiori spesso venivo bullizzato dai miei compagni di classe per la mia fede»; cresciuto in una famiglia evangelica, la passione per il rap è nata quando il padre “acquistò un disco di rap cristiano latino”.

Immancabile, poi, il riferimento a «Thomas Valsecchi, in arte Shoek, classe 1986», definito “il pioniere del movimento”. Thomas, ricorda Castagneri, «nasce in comunità a San Patrignano, entrambi i genitori sono tossicodipendenti. La sua vita è tutta in salita: abbandoni, droga, spaccio. Poi incontra una ragazza sul bus che gli parla di Dio. Da lì inizia la redenzione».

Shoek ricorda alcuni principi del suo impegno evangelistico, come il fatto che «Dio non è noioso»; si rammarica per il trattamento ricevuto in chiesa («Sono stato criticato, giudicato, condannato, anche da persone cristiane. Solo ora il mondo ecclesiastico si sta abituando a una musica che non sia “alleluia, alleluia”») e conclude con un messaggio ai potenziali fan: «Molti rapper cantano vite che non vivono, stanno rovinando la gioventù. Ma voglio dire ai ragazzi che ognuno di loro ha un valore e che la vita non va sprecata».

foto: lastampa.it

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