Il complottismo è biblico?

By 4 Gennaio 2021Marzo 24th, 2021Speciali

«…alcune persone tendono ad attribuire tutto ciò che a loro non piace ad un disegno intenzionale di pochi individui, genericamente definiti “altri“» (Karl Popper).

Esistono argomenti che, per quanto li si voglia evitare, ti inseguono ovunque e prima o poi vanno affrontati. Il complottismo è per me uno di questi.

Nella chiesa si è creata una vera e propria divisione fra chi appoggia e divulga teorie più o meno complottiste e chi le considera come frutto dell’ignoranza. Il canale principe per questo genere di discussioni è il mondo dei social network.
Sappiamo quanto sia difficile avere discussioni costruttive e pacate su Facebook o Whatsapp, il che è il frutto della combinazione di diversi fattori concomitanti, fra i quali l’assenza del linguaggio del corpo, la presunzione di conoscere le idee dell’altro prima che le esprima, una conoscenza approssimativa del mezzo e delle sue regole comunicative, la cosiddetta “netiquette”. Eppure ci ostiniamo ad usarli per portare avanti le nostra verità pretendendo di risolvere questioni, a volte millenarie, in due o tre post.

I social network producono anche un altro problema, quello che viene chiamato “confirmation bias”, ossia il meccanismo per il quale ad ognuno di noi vengono proposte notizie, informazioni e post che tendono a confermare le nostre idee preconcette. Il risultato sono persone sempre più convinte di avere ragione anche quando sono nel torto ed un’estremizzazione della posizione di partenza. Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che esistono società ed individui che guadagnano molto bene nel far girare notizie false ma popolari, capiamo quanto il problema sia grave. Questo fenomeno è vero indipendentemente dall’argomento trattato ed espresso quotidianamente in un mondo politico sempre più ‘arrabbiato’, nelle discussioni sui problemi sociali totalmente polarizzate e (ahimè!) in una chiesa partigiana e divisa anche su questioni non fondamentali.

Ma veniamo al punto, il complottismo è un concetto biblico?

Esistono alcuni esempi di complottismo nella Bibbia. Per esempio in Neemia 1 troviamo la storia di Samballat, Tobia e Ghesem che, preoccupati per la ricostruzione delle mura di Gerusalemme, inventarono una voce come se fosse stata riportata da altri: “Corre voce fra queste popolazioni, e Gasmu l’afferma, che tu e i Giudei meditate di ribellarvi e che perciò tu ricostruisci le mura; e, stando a quel che si dice, tu dovresti diventare loro re, e avresti perfino costituito dei profeti per farti proclamare re di Giuda a Gerusalemme. Questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque, e parliamone assieme”. Era vero? No, e Neemia giustamente rimanda le accuse al mittente senza dare l’occasione ai suoi nemici di essergli di intralcio. Questo episodio ci parla di quanto sia facile inventarsi bugie mirate a screditare e manipolare le persone. L’importante è che la bugia “piaccia”, sia cioè in linea con ciò a cui vogliamo credere, in questo caso che gli Ebrei erano ribelli e quindi punibili da parte del re.

Un altro famoso complotto è quello che troviamo in Matteo 28 riguardante la resurrezione di Gesù. Ecco il passo: “Mentre quelle andavano, alcuni della guardia vennero in città e riferirono ai capi dei sacerdoti tutte le cose che erano avvenute. Ed essi, radunatisi con gli anziani e tenuto consiglio, diedero una forte somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e lo hanno rubato mentre dormivamo”. E se mai questo viene alle orecchie del governatore, noi lo persuaderemo e vi solleveremo da ogni preoccupazione». Ed essi, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute e quella diceria è stata divulgata tra i Giudei, fino al giorno d’oggi.” (molti anni dopo l’accaduto). Ancora una volta una bugia era strumentale per ottenere un beneficio, ossia fare in modo che le persone non diventassero discepoli di Cristo per mantenere il controllo religioso su di loro.

Una falsa diceria ben architettata può circolare per moltissimi anni e fare danni notevoli. Pensiamo alla bufala secondo la quale i cristiani dei primi secoli avrebbero adorato un Dio con testa d’asino, testimoniata dai primi padri della chiesa Tertulliano e Minucio Felice, come parte delle maldicenze tese a fomentare la persecuzione cristiana, fra cui l’accusa di essere cannibali e pedofili. Tertulliano indica anche il colpevole di aver diffuso questa diceria: sarebbe stato Cornelio Tacito nella sua descrizione dei costumi ebraici. Ricordiamo anche l’incendio di Roma attribuito ai cristiani da Nerone — tesi tutt’ora portata avanti da alcuni storici.

Più recentemente pensiamo allo scritto antisemita “Protocollo dei Savi di Sion”, scritto in Russia al’inizio del ventesimo secolo e contenente il piano ebraico-massone di conquista del mondo. Smentito da subito, fu utilizzato per decenni negli ambienti fascisti e neo-fascisti per giustificare la persecuzione antisemita.

A volte le teorie complottiste non nascono nemmeno volontariamente. Mi viene in mente una discussione con un ragazzo che per giustificare la sua tesi su Maria Maddalena come moglie di Gesù, mi citò il Codice da Vinci di Dan Brown che, pur mantenendo una certa ambiguità narrativa, è ovviamente un romanzo ambientato nella storia.

Una teoria complottista è, secondo Wired, “Una spiegazione alternativa infondata e profondamente radicata, di come stiano le cose — spesso legata a qualche forza malefica e oscura che orchestra un insabbiamento della verità.” Mi piace questa definizione perché ci dice qualcosa del perché così tanti credenti, anche maturi e normalmente coscienziosi, possano farsi prendere dalla “foga del complotto”.

In primo luogo, come cristiani, viviamo la nostra fede come alternativa a questo mondo. Lo predichiamo la domenica in chiesa e lo insegniamo ai nostri figli ogni volta che gli diciamo di non credere a tutto ciò che gli viene insegnato a scuola su argomenti come l’evoluzione o l’etica. Per questa ragione ci risulta facile annoverarci fra gli unici individui che possiedono la verità -non intesa come parola o Cristo, ma in senso assoluto-, con il rischio di creare una cultura anti-scientifica e anti-autoritaria che nulla ha a che fare con l’amore per la verità e la sottomissione all’autorità che la Bibbia ci invita spesso ad avere. Naturalmente questo tipo di pensiero è incoraggiato dal fatto che sia gli uomini di scienza che i politici sono essere fallaci e peccatori, che accettano mazzette o possono piegare i risultati delle ricerche scientifiche per ottenere un guadagno. E’ sempre così? Non lo è, ma complottismo e qualunquismo fanno rima anche nella vita reale provocando generalizzazioni e semplificazioni che allontanano sempre dai fatti reali, spesso più complessi di quello che vorremmo. (vedi Proverbi 1:22)

In secondo luogo crediamo che la nostra fede debba essere forte e militante, quindi siamo chiamati a proclamare in maniera anche radicale quale sia la nostra posizione (evangelizzazione e apologetica).

Poi va da sé che crediamo che esista una forza dominante oscura che in qualche modo vuole controllare il mondo: il principe della menzogna per eccellenza.

Mettendo insieme tutti questi elementi è facile capire quanto breve sia il salto necessario per passare dal “credo in Cristo” al “credo nel complotto xyz”.

Credere che esistano complotti da parte di persone che si riuniscono per pianificare il male del prossimo è legittimo, anzi è una realtà sempre esistita sia biblicamente che storicamente. L’uomo malvagio trama e congiura contro coloro che sono protetti da Dio, si legge nel Salmo 83. L’errore sta nel pensare che queste trame non vengano mai alla luce, che andranno sempre a buon fine e che quindi non esista la protezione di Dio.

Benjamin Franklin diceva che “Tre possono tenere un segreto se due di loro sono morti”. Le più grandi operazioni contro la mafia sono state compiute dopo che dei pentiti hanno parlato e lo stesso vale per buona parte delle bande criminali. C’è sempre uno scontento che ha voglia di vendicarsi. A volte è “il caso” a fermare il male: i più maturi ricorderanno lo scandalo della P2, una loggia massonica segreta che puntava a controllare il governo e la società italiana in ogni suo aspetto. Le sue attività furono scoperte durante una perquisizione in un’abitazione per un altro reato.

Il nostro Dio è sovrano e ci protegge. Proverbi 11:21 dice: “No, certo, il malvagio non rimarrà impunito, ma la discendenza dei giusti scamperà.” e in Proverbi 24:19–22 troviamo: “Non t’irritare a motivo di chi fa il male e non portare invidia agli empi, perché non c’è avvenire per il malvagio; la lucerna degli empi sarà spenta. Figlio mio, temi il SIGNORE e il re, e non mischiarti con gli uomini turbolenti; la loro rovina sopraggiungerà improvvisa, e chi sa la triste fine dei loro anni?”

Il male in questo mondo non può fare ciò che vuole, ma come ci insegna la storia di Giobbe, solo ciò che viene permesso da Dio. Ci sono momenti in cui Dio sembra lontano e disinteressato a ciò che avviene, ma è sempre lì, pronto ad intervenire. Noi siamo chiamati a non irritarci di fronte al male né a portare invidia agli empi. La santificazione passa anche per la rinuncia a mischiarci con gli uomini turbolenti perché faranno una brutta fine.

Ma cosa ci spinge ad abbracciare teorie a volte verosimili, ma in altri casi decisamente fantasiose?
Esistono almeno cinque aspetti che ci spingono a credere, in generale, alle teorie complottiste:

  1. Bisogno di giustizia. Come credenti desideriamo una maggiore giustizia sociale ed un mondo che segua la volontà di Dio in campo morale. Lo scontro con la realtà corrotta delle cose ci può portare ad abbracciare crociate che si propongono di ‘raddrizzare’ le cose utilizzando le armi della lotta politica o della violenza verbale sui social, anziché le armi spirituali e l’esempio.
  2. Scarso discernimento. Ci fidiamo di fonti non verificate o persone inattendibili. Questo può accadere non solo a persone con bassa scolarità, ma anche a chi è preparato e maturo a causa della reale complessità delle questioni e ad una spinta innata alla semplificazione e alla schematizzazione che tutti abbiamo.
  3. Sovrastima di sé stessi e delle proprie capacità. L’umiltà è un ottimo antidoto contro la presunzione di onniscienza e i credenti non sono più intelligenti solo per il fatto di avere creduto. La parola ci ricorda che “…i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce.” (Luca 16:8) Quindi, non sopravvalutiamoci. Possiamo avere un maggiore discernimento spirituale rispetto al mondo, questo sì, ma solo se ci fondiamo sulla Parola ascoltando la voce dello Spirito Santo in noi.
  4. Sindrome dell’assedio. E’ tipica delle minoranze scomode e noi, in quanto cristiani evangelici in Italia, per molti versi siamo effettivamente socialmente assediati se non vittime di una strisciante persecuzione. Diffidiamo di tutto e tutti e in particolare di tutto ciò che è ufficiale o imposto dall’alto, a volte buttando via il bambino insieme all’acqua sporca.
  5. Paura. La mancanza di controllo sulla realtà che ci circonda produce ansia. Questo è ancora più vero nei momenti di trasformazione e crisi come quello che stiamo vivendo. Il complotto è spesso una risposta semplice ad un reale bisogno di sicurezza interiore. Una volta che ho identificato un nemico in carne ed ossa sono più tranquillo perché lo posso tenere d’occhio.

E a questo punto devo farvi una confessione. Ho avuto anch’io il mio bravo periodo di assidua indagine su tutto ciò che era occulto, controllante e potenzialmente pericoloso per la nostra visione della vita, per i cristiani, per il mondo ‘libero’. All’epoca mi feci una certa cultura su Massoneria, 666, Microchip, Illuminati, Nuovo Ordine Mondiale, Bilderberg, servizi segreti deviati, ecc. Cosa ne ho ottenuto? Molto tempo perso, diversi sospetti, qualche certezza, un po’ di ansia, ma ringrazio il Signore che nel cercare di creare una sintesi da tutto ciò che leggevo, mi sono ritrovato a cercare cosa pensasse la Bibbia al riguardo. Queste le mie semplici conclusioni.

Innanzitutto la Bibbia ci invita effettivamente a vegliare e a stare attenti a ciò che ci accade intorno, ai tempi e alle macchinazioni del nemico. Ecco alcuni passi per tutti:

Matteo 16:2 «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia!” 3 e la mattina dite: “Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!” L’aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli?

1 Pietro 5:8 “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.”.

2 Corinzi 2:10 “A chi voi perdonate qualcosa, perdono anch’io; perché anch’io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l’ho fatto per amor vostro, davanti a Cristo, affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni.

Quindi è assolutamente legittimo cercare di capire se un dato fatto o circostanza siano da Dio oppure no, anzi dobbiamo imparare a discernere accuratamente il bene dal male, ma -e qui veniamo al secondo punto- per quanto satana possa utilizzare degli uomini, il nostro combattimento “non è contro carne e sangue, bensì contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.” (Efesini 6:12) Come già detto, da sempre esistono gruppi di persone che cercano di controllare, manipolare, guidare popoli o comunità per ottenere denaro, potere, fama (vedi Salmo 35:19–20) ma dietro ad ogni piano malefico esiste il vero nemico per eccellenza che la Parola ci dice essere un nemico spirituale e per questa ragione dobbiamo combatterlo principalmente con armi spirituali, la preghiera prima di tutto. Ridurre la vita cristiana ad una battaglia politica è mancanza di fede, sostituita con la nostra forza individuale o di gruppo. Questo anche quando lo facciamo in nome di Dio o della morale cristiana. Chi ha già vinto la battaglia è Cristo sulla croce e noi in Lui.

Il problema della distopia apocalittica in cui molti credenti cadono è che si basa su una visione teologica a mio parere errata che produce un pessimo consigliere, la paura. Mi spiego meglio. Se prevediamo un futuro controllato da uomini malintenzionati dove il male trionferà, mettendo in secondo piano la signoria di Dio sulla terra, saremo umanamente spinti a reagire in maniera poco cristiana, attaccando in qualche modo il presunto nemico, oppure vivendo con ansia l’attesa del futuro. Tutto perché partiamo dal falso presupposto, più o meno inconscio, che il mondo inteso come società, sia un nemico da combattere, anziché una terreno da conquistare con il Vangelo.

La parabola delle zizzanie e del buon seme di Matteo 13 ci dice una cosa importante: “Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: ‘Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio’”».”

Il buon seme e il grano crescono e cresceranno insieme fino al momento della raccolta, quindi se è vero che la persecuzione potrà aumentare, ciò non significa affatto che la chiesa dovrà diminuire. Guardando alla storia è semmai vero il contrario. In 1 Pietro 4 è scritto: “Carissimi, non vi stupite per l’incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.
Le persecuzioni sono una parte integrante del nostro essere cristiani. Pensare di evitarle conquistando il mondo attraverso i suoi stessi mezzi è illusorio. Siamo invece chiamati a vincere il male con il bene e a considerare una grazia il poter soffrire ingiustamente per Cristo. Con questo spirito sacrificale la chiesa delle origini ha conquistato il mondo di allora a Cristo; oggi noi vorremmo essere stimati e apprezzati senza pagare il costo di proclamare il Vangelo. Peggio, vorremmo trasformare il mondo obbligandolo ad adottare un’etica cristiana come sostituto al messaggio di speranza e ravvedimento di Cristo. Siamo chiamati ad evangelizzare, non a moralizzare.

È incredibile come persone che si fanno chiamare discepoli di Cristo, di quel Cristo morto per scelta sulla croce, siano pronte a sguainare la spada per far valere i propri diritti, testimoniando più della propria arroganza che dell’amore di Cristo. Non si tratta di portare avanti un messaggio tutto “peace & love”, ma di vivere appieno il messaggio del Vangelo, che è rivoluzionario solo quando capovolge i valori di questo mondo: prima gli altri poi noi. Non può esistere un Vangelo egocentrico, nemmeno quando quella che si vuole difendere è la chiesa.

Tornando al tema principale e per riassumere:

  • Da sempre esistono i complotti, veri e falsi
  • Da sempre esistono persone che si riuniscono per tramare il male
  • Non siamo mai chiamati a vincere il mondo con la forza
  • Non siamo mai chiamati a vivere di paure, né ad irritarci di fronte al male
  • Siamo sempre chiamati a discernere

Lo zelo senza conoscenza può fare molti danni. Una falsità perpetuata ingenuamente da un cristiano come verità assoluta può allontanare per sempre una persona dal vero e puro Vangelo. Meglio allora limitarsi a presentare il Vangelo attraverso la “Parola sicura”, lasciando il resto all’ambito delle opinioni personali.

Francamente credo che il nemico sia estremamente contento nel vedere come ci azzuffiamo sui vaccini, la politica, le questioni etiche, perdendo ore a discuterne inutilmente, quando potremmo utilizzare quel prezioso tempo in modi più costruttivi che diano gloria a Dio. Il mio umile invito è quello di non farci distrarre da teorie di complotti, veri o presunti che siano, ma di concentrarci sul nostro mandato originale, quello di dimostrare Cristo al mondo invitandolo a riconciliarsi con Dio.

Pier Francesco Abortivi

Ebrei 13:6 – Così noi possiamo dire con piena fiducia: «Il Signore è il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l’uomo?»

Note:

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