Business e cavallette

By 24 Agosto 2004Editoriali

Devono essere rimasti di Sasso, i commercianti di Matera: dopo aver ospitato Mel Gibson e le scene più drammatiche di “The passion”, speravano in un bel ritorno turistico grazie al riscoperto fascino delle loro colline. Si fregavano le mani prevedendo ampi guadagni; invece, loro malgrado, dopo la Passione si sono trovati protagonisti di un’altra scena biblica: la zona è stata invasa da milioni di cavallette che, proprio come nell’Egitto dei Faraoni, si sono infilate in ogni dove, rendendo la vita impossibile. Stavolta però non c’era un Mosè pronto a richiamare i simpatici ma fastidiosi ortotteri, né un Faraone a trattenere i turisti: e la situazione si è trasformata in un esodo degli agognati americani giunti dagli USA per farsi fotografare sul nuovo Golgota.
Gli esperti, quelli di oggi come i loro predecessori egizi, hanno catalogato il fenomeno come “normale”, per quanto decuplicato rispetto all’ordinario: il Faraone al tempo non si era scomposto, i commercianti materatesi di oggi invece un po’ sì, tanto da chiedere lo stato di calamità naturale.

Chissà se erano le stesse cavallette che, un paio di mesi prima, avevano pensato di presenziare, ospiti poco gradite, poco più a sud: a San Giovanni Rotondo, paesino pugliese divenuto celebre per la presenza, un tempo, di un frate salito di recente agli onori degli altari. Un frate che i suoi successori hanno trasformato in una star prima che in un santo: dalla modesta chiesetta originaria hanno voluto passare a una megacattedrale firmata da un architetto di grido per accogliere le migliaia di “pellegrini” che quotidianamente giungono al convento con le loro speranze e le loro offerte.

Presenze che fanno notizia e che volentieri vengono ricordate alla stampa dai frati dalle ineccepibili pubbliche relazioni; molto meno enfatizzata sui media, invece, una presenza non prevista alla pomposa inaugurazione della cattedrale dell'(ex) frate povero: migliaia di cavallette hanno fatto la loro comparsa sul sagrato e nei locali della nuova chiesa. Gli increduli visitatori, spiazzati dalla biblica presenza, non hanno avuto la fortuna degli Egizi, e si sono dovuti sorbire l’antica – e attuale – piaga per tutta la cerimonia.

Tentare di guadagnare sulla fede altrui non ha mai dato grandi risultati: i mercanti nel Tempio furono cacciati da Gesù in uno dei suoi rari impeti d’ira, a sottolineare la gravità del loro comportamento; peggio ancora era andata, secoli prima, al servo di Eliseo, che per avvantaggiarsi di un miracolo si era preso addirittura la lebbra.

Agli Egizi sfruttare economicamente il Popolo di Dio era costato ancora di più: le cavallette erano state uno dei segni sottovalutati, e sappiamo com’è andata a finire. Se si considera la Bibbia un libro sempre attuale, è il caso di tenerne conto.

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