
Il fatto: in Israele una donna incinta viene crivellata di colpi da due militanti (terroristi, se preferite) arabi di Palestina mentre si trova in auto insieme alle sue quattro figlie di 11, 9, 7 e 2 anni.
Titola la principale agenzia di stampa italiana, da cui tutti i giornali prendono spunto per i loro pezzi: “Uccisa madre israeliana incinta e quattro figlie”. Uccisa non si sa da cosa: una malattia, un incidente, un meteorite.
Nel testo si parla poi di “duro scontro a fuoco” (non risulta la donna abbia sparato un solo colpo), rassicurando inoltre che “altri suoi figli si sarebbero salvati per essere rimasti a casa” (scoop dell’agenzia, evidentemente: nessun altro, nemmeno le fonti arabe, parla di figli sopravvissuti).
Qualcuno ci ha fatto notare che forse diamo notizie su Israele con eccessiva frequenza. Forse è vero. Ma da cristiani ci teniamo a denunciare le falsità, specie quelle che fomentano opinioni sbagliate su temi così importanti: l’antisemitismo è nato proprio a causa di chi non ha avuto il coraggio di denunciare le campagne diffamatorie contro gli ebrei, e sappiamo cosa ha prodotto. Lungi da noi la demagogia, il manicheismo, l’arroccamento su tesi preconcette e la difesa a priori di una parte, ma anche il buonismo e l’emozionalismo a buon mercato che viene sollevato da una notizia (specie se data a metà).
Sappiamo che siamo tra i pochi a non allinearci alla vulgata mediatica del nostro Paese. Scusateci se in questo modo disturbiamo, ma non possiamo fare diversamente: questione di coscienza. E di fede.