«Non penso niente, so solo che ho un dolore terribile, devo sperare che tutto si risolva. Spero che non le facciano del male, è gente cattiva. L’unica cosa che si può fare è pregare». «Sono sicura che Simona saprà affrontare questo brutto momento. Pregate per me, pregate per Simona, pregate per noi tutti».
Ogni richiesta di preghiera ha una dignità prioritaria, ma questa, nelle settimane appena trascorse, era giunta a risuonare su tutti i media italiani e stranieri: era l’appello di Annamaria Torretta, madre di una delle due Simone rapite e tenute in ostaggio in Iraq. Giorni di tensione e di apprensione di fronte a una situazione che aveva visto in quest’ultimo anno situazioni simili concludersi nel modo peggiore.
In molti si sono stretti alle famiglie di Simona Pari e Simona Torretta, e molti credenti italiani – ma non solo – hanno fatto proprie le parole di Annamaria Torretta, impegnandosi per giorni nell’intercessione affinché le due ragazze venissero rispettate dai loro rapitori e venissero infine liberate incolumi.
Finalmente oggi, dopo ventuno giorni, la notizia tanto attesa: sono libere. I sentimenti che le famiglie delle due ragazze proveranno in queste ora saranno tanti e intensi: sollievo, gioia, gratitudine nei confronti dei tanti che si sono adoperati per la loro liberazione. Il presidente del Consiglio, davanti al Parlamento, ha ricordato i principali artefici dell’operazione, dalla Croce Rossa Italiana al Sismi, dal Re di Giordania al Sottosegretario Gianni Letta.
Ha tralasciato l’Artefice primo, che molti suoi predecessori nominavano – almeno pro forma – nelle occasioni che contano.
Ma forse è una questione secondaria: Dio, in fondo, non ama le cerimonie e i formalismi. Ama però la gratitudine sincera di chi gli si rivolge con una richiesta. Spesso invece, passato il momento di crisi, tendiamo a dimenticare, sottovalutare, minimizzare: un fugace “grazie”, e niente più. Certo, alla prima occasione siamo di nuovo pronti a chiedere; immemori della nostra ingratitudine, pretendiamo di ricevere ancora una volta (e in fretta), senza nemmeno renderci conto della nostra sfacciataggine.
Signora Torretta, ha ricevuto molto: sa qual è stata la sua richiesta, e a chi l’ha rivolta. Ora che è stata esaudita, non dimentichi.