Fede da museo

By 19 Novembre 2006Editoriali

Sulla Stampa è stato definito “il parco giochi anti Darwin”: si tratta di un museo creazionista, aperto vicino a Cincinnati (ovviamente negli Stati Uniti), con lo scopo di convincere che “La Bibbia è vera, non ci sono dubbi!”, mentre le teorie dell’evoluzione sono una “velenosa bufala”. 17mila metri quadrati per 25 milioni di costo, una squadra di operai cui è stato richiesto, per contratto, di credere nel creazionismo. Credere per lavorare.

Per chi non sia addentro all’argomento, il creazionismo è quella corrente di pensiero, di origine cristiana, che crede fermamente nella creazione dell’universo (e di tutto ciò che contiene) da parte di Dio, e la creazione delle specie così come le vediamo oggi; si oppone all’evoluzionismo, che invece sostiene la teoria dell’origine casuale di tutto, e della successiva evoluzione delle specie. Questo, ovviamente, semplificando, perché le posizioni sono articolate su entrambi i fronti: ci sono, per esempio, creazionisti che credono fermamente nella creazione in sei giorni solari, e altri che considerano i sei giorni citati nella Genesi come ere, ci sono evoluzionisti che credono in Dio ma nonostante questo ritengono che un’evoluzione delle specie ci debba essere stata.

Di musei sull’evoluzionismo ce ne sono vari, specie se, per estensione, consideriamo la scienza stessa come una ricerca in chiave evoluzionista; l’idea di un museo creazionista è tutto sommato una contraddizione in termini, dato che – se la Bibbia ha ragione – è inutile cercare appigli scientifici per confermare la fede: la fede si basa proprio sulla “dimostrazione di cose che non si vedono”.

La scienza può essere utile, questo sì, per comprendere meglio l’azione divina; meno utile, e forse controproducente, è invece forzare la scienza a dimostrare la fede: definire i T-Rex “il terrore scatenato dal peccato di Adamo”, o sostenere posizioni revisioniste e semplicistiche sugli ominidi non è confermare la Bibbia, ma sceneggiarla.

È triste quando si sente il bisogno di giustificare la Bibbia: qualcuno ha tentato di sostenere l’Arca del Patto, secoli fa, e non è finito bene. Semmai, questo sì, nostro compito è quello di farla ascoltare, la Bibbia, esponendola nel modo più corretto, preciso, competente, attinente al contesto. Le esagerazioni rischiano di provocare l’effetto opposto, e far considerare noi come cristiani da parco giochi, inverosimili e fastidiosamente faciloni. E la nostra fede come una congerie di amenità di dubbia origine.

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