Sale in zucca

By 25 Ottobre 2007Editoriali

Forse è stato solo per scarsa attenzione, ma sfogliando in questi giorni i comunicati e gli annunci relativi agli appuntamenti del 31 ottobre non ne abbiamo trovato nemmeno uno che, in qualche modo, si ponesse come un anti-halloween. Come sapranno tutti coloro che hanno a che fare con ragazzi, adolescenti e giovani, in giro per le nostre città nella notte a cavallo tra ottobre e novembre pullulano le feste che richiamano le tradizioni pagane nordiche, riprese con sapienza economica dagli Stati uniti e riesportate come business in tutto l’Occidente. È la notte delle streghe, dove abbondano travestimenti e zucche vuote, quasi un secondo carnevale in salsa macabra.

Considerando che varie chiese evangeliche di stampo americano presenti in Italia usano le iniziative della loro cultura (dalla Festa del ringraziamento in giù) per dare un messaggio cristiano, eravamo certi di trovare qualcosa di convincente almeno da parte loro, un’alternativa per i tanti giovani cristiani che, la notte di Halloween, difficilmente resteranno a casa, e in assenza di proposte più sane si aggregheranno alle pantomime pagane dei loro compagni.

Invece, niente. Nessuna manifestazione, nessuna serata, nessuna iniziativa. Poi, sulla Stampa, abbiamo trovato uno spunto: “A Torino la notte dell’anti-Halloween”.
E abbiamo scoperto che ci sarà un momento «dolcetto senza scherzetto, insomma, ma pur sempre condito da giocolerie di strada con la finalità scoperta di far arrivare a destinazione il messaggio evangelico. Già, perché all’una la notte bianca culminerà in una grande celebrazione e una lunga preghiera (fino all’alba)»

L’iniziativa è proposta da una persona con «una vita trascorsa a progettare per gli adolescenti a rischio e non», e «ha aderito poi un significativo numero di associazioni»; spiega l’ideatore che «I nostri animatori indosseranno un maglione bianco e accoglieranno con il sorriso, con il canto e con angioletti di cioccolata bianca chiunque abbia voglia di fermarsi… Vogliamo sottolineare il valore della vita, i suoi aspetti gioiosi».

Il giornalista sintetizza l’obiettivo con un esempio antico: «La speranza degli organizzatori è che possa accadere a molti, nella notte delle zucche illuminate, ciò che accadde a Pelagia in quel tempo lontano ad Antiochia: di entrare in una chiesa… ed essere affascinati dalle parole del Vangelo».

Se qualcuno ha trovato l’iniziativa originale e interessante, volta a un obiettivo ambizioso e sacrosanto, non si scandalizzerà a scoprire che viene proposta dalla diocesi di Torino. O forse sì, da scandalizzarsi ci sarebbe: pare infatti sia l’unica iniziativa del genere in Italia.

Viene da chiedersi dove siano gli altri, a partire dalle tante chiese evangeliche. Chissà, forse nei confronti di Halloween abbiamo troppa paura, o troppa disistima, per prendere posizione: meglio sorvolare, ignorare, stigmatizzare, lasciando andare i giovani dove capita.

Quando la chiesa non c’è, i demòni ballano. E balleranno ancora una volta, mercoledì sera, mentre noi continueremo a chiederci come mai non riusciamo a raggiungere con efficacia una generazione sempre più in crisi.

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