
In questi giorni pare di scoprire che la maggior parte degli italiani sia nata a Dubai o Kinshasa. Tutti a stupirsi come beduini di fronte a temperature pungenti, gote arrossate, mani intirizzite, e soprattutto davanti a quella inspiegabile coltre soffice e bianca, materializzatasi su strade, giardini, balconi a causa – il sospetto è lecito – di quei fiocchi che lentamente scendono dal cielo e che qualcuno sicuramente, non abituato alle nostre latitudini, avrà scambiato per pioggia secca.
Ci sentiamo in dovere di rassicurare tutti coloro che, in queste ore, postano foto e commenti sul rigore del clima o su questo fenomeno così anomalo, mai visto in precedenza.
Cari amici, quello che vi sorprende tanto si chiama inverno. Arriva ogni anno: da novembre a febbraio le temperature si abbassano e arrivano perfino “sottozero” (lo so, non vuol dire niente per voi e in effetti non ha un significato naturale: è una convenzione per dire che da quel punto in poi l’acqua, quella che di norma bevete, si solidifica. Non è un sortilegio, tranquilli).
Non essendo autoctoni ovviamente non potete sapere che non è un avvenimento epocale né raro, ma davvero non c’è motivo di preoccuparsi: chi vive qui da più di un anno sa che succede ciclicamente. Indicativamente quando le giornate si accorciano, le temperature scendono.
Probabilmente a questo punto sarete nel panico totale, ma state tranquilli: vi possiamo assicurare che esiste una serie di rimedi collaudati a questa curiosa situazione. Tra questi, i più efficaci consistono nell’usare vestiti più pesanti, alzare il riscaldamento nei luoghi chiusi, e nel contempo evitare di stare all’aperto quando non è indispensabile.
E veniamo ora a quella curiosa coltre bianca che tanto stupore vi dà quando si deposita sulle vostre auto e sulle strade. Si chiama neve. Non è farina, né manna. Non si mangia, non si beve né si inala.
Se la prendete in mano senza guanti proverete una sensazione di freddo: trasmette la sua temperatura e – attenzione! – nel frattempo si scioglie, per cui evitate di portarla in salotto per ricordo.
Naturalmente non l’avrete mai vista perché vivete in questo luogo da meno di dodici mesi, ma sappiate che anche questo è un fenomeno abbastanza comune. Viene segnalato per tempo dal meteo in tv, e comporta disagi solo nella misura in cui vi farete cogliere impreparati per aver preferito il Grande Fratello al telegiornale.
Purtroppo molti degli stessi amministratori pubblici (sindaci, dirigenti delle ferrovie, responsabili delle autostrade), a giudicare da come si fanno trovare ogni anno impreparati, provengono come voi da altre latitudini e quindi non lo sanno, ma in base alla nostra esperienza pratica possiamo confermare che esistono validi e pratici rimedi anche per questo fenomeno.
Nonostante loro, infatti, attraverso astuti sistemi fai-da-te possiamo comunque evitare di trovarci bloccati al freddo, finire fuori strada, tamponare l’auto davanti, scivolare sul marciapiede. È infatti sufficiente montare gomme da neve o catene (chiedete in un qualsiasi centro commerciale, sapranno aiutarvi), e a piedi evitare di camminare su quegli strati trasparenti che sembrano vetro ma non lo sono (si chiama ghiaccio, attenti, è pericoloso come la cera sui pavimenti di casa).
Certo, ci sarebbero tante altre cose da spiegare per evitare infreddature, incidenti a catena, ma speriamo di esservi stati utili con queste prime sommarie indicazioni per vivere serenamente questo periodo dell’anno (si chiama “inverno”, ribadiamo); a risentirci tra qualche mese, quando spiegheremo agli amici di Stoccolma e Rovaniemi, che posteranno foto di termometri schizzati verso l’alto, quell’altro curioso fenomeno annuale chiamato estate.
Nota. Sicuramente qualcuno, allergico all’ironia, sosterrà che il freddo è una cosa seria. Siamo d’accordo: ma proprio perché è una cosa seria andrebbe affrontata allontanandosi per un momento dall’egoismo di chi si compiace di guardare la nevicata da dietro una finestra, al caldo della propria casa, mentre fuori c’è chi per il freddo soffre o, addirittura, muore. Forse, piuttosto che ridurre la questione a un banale discorso da bar o intasare la rete di foto scontate, sarebbe stato utile guardare la cosa con gli occhi degli altri, muovendosi per aiutare coloro ai quali – sulle strade, sotto i cavalcavia, nelle stazioni – il freddo e la neve fanno davvero paura. E invece niente: non un appello, né un post, né un pensiero. Peccato, perché ricordarsi che non ci siamo solo noi nell’universo è un ottimo antidoto contro l’egoismo, e una valida dimostrazione di una fede concreta, efficace, genuina.