Il dolore e la speranza

By 11 Settembre 2016Editoriali

11 settembre. Sono passati quindici anni da quel giorno di fine estate che, nel 2001, vide consumarsi un dramma unico nella storia dell’Occidente. Una vicenda che è diventata suo malgrado storia e ha dato vita a un nuovo clima di terrore, rinfocolato negli ultimi tempi da altri fanatici legati ai loro predecessori da un denominatore comune incontrovertibile. Quel giorno i quattro aerei dirottati provocarono quasi tremila vittime. “America sotto attacco”, titolarono il mattino seguente i quotidiani di tutto il mondo. Osama Bin Laden, ignoto ai più fino al giorno prima, si guadagnò la nomea di nemico pubblico numero uno; la sua guerra – sporca, disumana, asimmetrica – sarebbe diventata presto esperienza comune toccando, poco tempo dopo, anche l’Europa.

Dieci anni dopo, nel 2011, il presidente Obama aprì le commemorazioni dell’11 settembre leggendo l’incipit del Salmo 46: «Dio è per noi un rifugio e una forza. Aiuto sempre vicino nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la Terra, se crollano i monti nel fondo del mare». Il clima era ben diverso da quello odierno; però, a ben vedere, dopo Parigi, Sousse, Nizza e decine di altri atroci episodi che ogni volta riportano inevitabilmente con il pensiero a Ground Zero, quell’incoraggiamento oggi ha un valore, se possibile, ancora più pregnante.

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