
«Perché poi cosa vuol dire naturale? (…) argomentare con il naturale mi sembra piuttosto pericoloso, che poi è un’argomentazione anche contro l’omosessualità che si dice una cosa non naturale. Ma chi siamo noi a dire che non è naturale: se esiste vuol dire che in un certo senso fa parte della creazione».
Non è la posizione di un filosofo relativista, di un politico di sinistra, di un radicale, ma di Anne Zell, pastore (donna) della chiesa valdese di Milano, tratta da un’intervista a Report su RaiTre, domenica 15 maggio.
Fosse la posizione di un politico, nulla da dire: sarebbero posizioni basate su percorsi personali. Ma suona preoccupante che un protestante, figlio di quel Lutero che sulla Scrittura ha basato la sua Riforma, non abbia la percezione del naturale o dell’innaturale, della destra e della sinistra, del giusto e dello sbagliato, del biblico e dell’antibiblico.
Guai ai fondamentalismi, certo. Ma questo è ancora cristianesimo?