No, non è Dio

By 11 Settembre 2008Media&Fede

Efficace e impressionante lo speciale di RaiDue sulla tragica giornata dell’11 settembre 2001: una data che è diventata un simbolo e che, volenti o nolenti, ha cambiato il nostro modo di vivere.

Nella ricostruzione, tra reportage e docufiction, un unico dettaglio stonava: la traduzione delle riflessioni del terrorista suicida Mohammed Atta, capo della cellula responsabile dell’azione. Nelle frasi di Atta, ricostruite in base alle sue note, Allah viene sempre tradotto come “dio”. Fino travisare il significato del noto motto islamico (“non c’è altro dio eccetto che Allah e Maometto è il suo messaggero”) in un incomprensibile “Credo che dio è dio e Maometto è il suo profeta”.

Probabilmente è solo l’ennesimo esercizio di correttezza politica che arriva dai media, ma sentir parlare di “volontà di dio” di fronte a fatti come l’11 settembre suona particolarmente fuori luogo.

È solo un dettaglio, certo: però proprio per questo, forse, almeno in questo contesto si poteva evitare una traduzione così equivoca e fuorviante. Si poteva evitare, se non per convinzione, almeno per rispetto verso i tanti familiari delle vittime che credono davvero in Dio. Un Dio che, certo, non ha mai ordinato una tragedia come l’11 settembre.

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