Coerenza in campo

By 16 Gennaio 2009Media&Fede

Il Milan starebbe per cedere il fuoriclasse Ricardo Kakà alla formazione inglese del Manchester City per la stratosferica cifra di 120 milioni di euro.

La prima considerazione che sorge è di carattere economico: evidentemente Kakà quei soldi li vale, in termini di obiettivi da raggiungere, di ritorno economico, di immagine. Se la cifra sia immorale bisognerebbe chiederlo ai tifosi che insistono perché il Milan rinunci alla vendita.

La seconda considerazione, invece, è di carattere etico. Kakà è un calciatore cristiano, e in numerose interviste ha espresso con chiarezza la sua fede, il suo rapporto con Dio, i suoi valori; ha stupito il mondo annunciando la sua intenzione di diventare pastore evangelico una volta appesi gli scarpini al chiodo.

Come Kakà saprà, il Manchester appartiene a uno sceicco arabo, Mansour bin Zayed al Nahyan. Se andasse in porto l’affaire Kakà-Manchester City, il futuro pastore evangelico Kakà si ritroverebbe quindi volontariamente al soldo (anzi, ai soldi, e tanti) di un musulmano. Una situazione piuttosto imbarazzante, che potrebbe farsi più spinosa qualora lo sceicco un giorno decidesse di vietare ai suoi giocatori (e quindi anche a Kakà) dichiarazioni, magliette, gesti troppo plateali di sostegno alla fede cristiana.

I giochi sono ancora in corso; chissà se questo elemento influirà, in qualche modo, sulla scelta definitiva di Ricardo.

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