Raccontare Dio

By 21 Agosto 2015Media&Fede

«Oggi credo sia giunto il tempo di riaffidare i figli ai genitori aiutandoli nel difficile compito di indicare la strada di Dio. I genitori, soprattutto oggi, sono gli unici a poterlo fare. E il racconto resta una strada privilegiata di educazione».

Nonostante l’attuale crisi del rapporto fra le generazioni?
«La nostra è una cultura in cui ogni generazione deve reinventarsi al ritmo delle nuove tecniche. Non è più il padre che trasmette le conoscenze al figlio: anzi, fa persino la figura dell’incapace. Ma di cosa si ricorderanno un giorno i figli divenuti adulti? Non credo della penultima versione dell’iPhone, ma della voce della mamma. Così come non dimentico mia mamma che cantava canzoncine con delle storie bibliche. Una sulla storia di Zaccheo la ricordo molto bene… e io che giravo intorno al tavolo in cucina…».

Perché lo ricorda così bene?
«Perché le storie raccontate dai genitori si legano ai ricordi della vita. E quelle storie hanno una loro storia nella nostra vita: rilette a varie età mostrano contenuti sempre diversi. Per questo i genitori devono cominciare da subito a raccontare. Il racconto è un po’ come un’opera di artigianato che si trasmette di padre in figlio: ci lavora il padre e poi ci lavorano i figli e spesso anche i figli dei figli»… Quando Dio si rivela a Mosè nel roveto ardente (Esodo 3, 6) gli dice: “Io sono il Dio di tuo padre. Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”, e in Deuteronomio 26, 5 Dio insegna a raccontare: “Mio padre era un arameo errante…”. Insomma, le generazioni sono direttamente implicate nella trasmissione del mistero e della fede».

Legandolo alla famiglia, lei scrive che il racconto è ospitale come una casa.
«Noi abitiamo le storie come una casa nella quale col tempo cambiamo l’arredamento: nella casa c’è posto per tutti, così come del racconto c’è una versione adatta a ciascuno… Il racconto aggrega». […]

Un cristiano non può fare a meno di raccontare?
«Il nucleo della nostra fede è narrativo. Gli ebrei raccontano: “Eravamo schiavi e Dio ci ha liberati…”. Per noi cristiani “il Signore Gesù alla vigilia della sua morte prese il pane…”, oppure: “Il Signore Gesù ci ha liberati dalla morte…”. Storie del passato, ma strettamente legate alla vita di oggi. Tocca a noi continuare a renderle vive».

Roberto Zanin intervista Jean-Pierre Sonnet
Genitori, raccontate ai figli la storia di Dio – Avvenire, 4/12/2014

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