
C’erano le grandi tangenti che andavano a finanziare i partitini, ma c’era anche una concussione diffusa, capillare, sfrontata… non soltanto si aveva la certezza di farla franca, ma addirittura si era persa la consapevolezza di commettere un illecito. La bustarella era “dovuta”. Sempre. […]
Piccola e grande corruzione viaggiavano su binari diversi, ma c’era una sorta di tacita complicità tra funzionari pubblici e politici: si coprivano a vicenda…
Eppure… fu la piccola corruzione, quella del “caffè” pagato al vigile, che creò un clima di insofferenza e di ribellione nell’opinione pubblica.
Claudio Schirinzi – All’origine delle tangenti
Corriere della Sera (ed. Milano), 22/2/2012