Haiti, missionari in fuga e stazioni radio distrutte

By 27 Febbraio 2004Gennaio 3rd, 2021Chiesa Perseguitata

PORT-AU-PRINCE – I missionari e il personale di assistenza continuano il loro esodo dai Haiti, si uniscono ad altri americani in fuga dall’insurrezione che soffoca il nord.

Mentre alcuni non hanno timore di diventare obiettivo dei ribelli, c’è generale preoccupazione per il fuoco incrociato.

Dennis Fulton di Mission Aviation Fellowship afferma che la ribellione di questi giorni è diversa dal colpo di stato del 1991. «Stavolta non c’è nessuno al comando. Sta diventando pura anarchia, ed è questo che rende la situazione pericolosa: se l’anarchia continua ad allargarsi nel paese, non ci sarà più legge. Questa situazione rende difficile cercare di comprendere dove dovremmo e dove non dovremmo essere».

Fulton dice che l’instabilità ha costretto la loro evacuazione e provoca problemi alle missioni che sono rimaste. «Abbiamo deciso di far partire le donne e i bambini questa settimana. Noi rimarremo qua con i nostri aerei e con i piloti per continuare a supportare le missioni e i gruppi di chiese che sono rimasti all’interno del paese e che hanno ancora bisogno di supporto aereo».

I saccheggi si sono estesi a tutte le zone mentre i ribelli hanno rifiutato il piano di pace proposto dagli Stati Uniti. Le agitazioni costituiscono una sfida per chi continua a evangelizzare.

Tom Corcoran di Trans World Radio racconta della difficoltà di far arrivare i loro programmi alle stazioni locali: «Noi usiamo diverse stazioni ad Haiti per mandare in onda i programmi, oltre alla stazione Bonaire. Ora le infrastrutture della distribuzione sono andate distrutte a causa dell’insurrezione e quindi non è facile far arrivare i programmi da un posto all’altro».

Mentre TWR ha modificato parte della sua programmazione, Corcoran dice che la condivisione di Cristo rimane il loro obiettivo primario. «Per cinque giorni alla settimana trasmettiamo un buon insegnamento biblico. Abbiamo mantenuto questo formato intatto perché le persone lo apprezzano. E la risposta a lungo termine per la gente non è l’intervento del governo o l’azione militare, ma un nuovo cuore – e questo avviene davvero soltanto attraverso la Parola di Dio».

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