
KUALA LUMPUR (Malesia) – Non basta che i cristiani vengano discriminati e oppressi, per la loro fede, in Malesia, ora viene anche applicata la legge che vieta loro di scrivere il nome “Allah” in riviste e libri cristiani.
La legge è piuttosto chiara: il nome “Allah” può essere utilizzato solo in un contesto islamico, da qui il divieto dell’uso che ne fanno solitamente, e da molti secoli, i cristiani arabi, riferendolo a Dio.
Secondo il viceministro della sicurezza, Datuk Johari Baharum, la parola “Allah” può essere usata solo in ambito islamico e dai musulmani, per evitare confusione con il Dio della Bibbia.
Se non cancellerà la parola in questione dalle sue pubblicazioni, il settimanale cattolico Herald sarà obbligato a chiudere i battenti, perché non sarà rinnovato il permesso per la diffusione della rivista. E non pago delle restrizioni imposte all’Herald, il Governo ha anche deciso di proibire l’importazione di letteratura cristiana in lingua malay (la lingua ufficiale della Malesia), che contengano la parola “Allah”.
Questo divieto ha colpito, in particolare, la “Chiesa evangelica del Borneo”, alla quale è stata notificata un’ingiunzione che le impedisce di importare libri cristiani in cui sia presente la parola incriminata. La chiesa evangelica si è appellata alla Corte suprema, perché ritiene illegittimo, incostituzionale e lesivo dei propri diritti questa legge.
La prima udienza, che ha già subito un rinvio, dovrebbe tenersi il prossimo 16 gennaio. [sr]
Fonte: Asianews