A Makassar, in Indonesia, due attentatori suicidi hanno tentato di provocare una strage in una chiesa cattolica in occasione della domenica delle Palme: l’attacco è stato sventato dagli addetti alla sicurezza, che hanno limitato il bilancio a due morti (i due attentatori, un uomo e una donna) e venti feriti.
«L’attentato – spiega Alessandro Ursic sulla Stampa – è solo l’ultimo attacco contro la minoranza cristiana in un’Indonesia dove da anni è in atto un processo di radicalizzazione del maggioritario islam», mentre le garanzie a tutela delle minoranze religiose “si sono gradualmente erose” negli ultimi anni: «non è la prima volta – ricorda ancora Ursic – che chiese cristiane vengono attaccate nell’arcipelago, dove i cristiani (in maggioranza protestanti) costituiscono poco meno del 9% della popolazione. L’attacco più grave fu organizzato nel 2018 in tre diverse chiese a Surabaya da un’intera famiglia di kamikaze, i due genitori e i loro quattro figli minorenni, che uccisero 13 persone e ne ferirono oltre 40. E in un remoto villaggio, sempre sull’isola di Sulawesi, lo scorso novembre quattro membri dell’Esercito della Salvezza sono stati uccisi, uno di essi decapitato. Ma anche quando non scorre il sangue, la discriminazione contro i cristiani è in crescita: dal 2006 sono state chiuse circa cinquecento chiese».
foto: lastampa.it