Afghanistan, un anno di taliban

Un anno fa, con il ritiro delle truppe americane e la marcia dei taliban su Kabul, gli integralisti islamici riprendevano il controllo dell’Afghanistan. Un passaggio che, inizialmente, sembrava potesse essere più morbido ma che con il passare dei mesi ha confermato i peggiori timori, con l’introduzione della sharia e la graduale emarginazione delle donne dalla vita pubblica e dall’istruzione di base.

Nel Paese, in aggiunta, oggi si profila un disastro umanitario, annunciato da un sensibile aumento dei prezzi per i generi di prima necessità: secondo Christian Aid «il prezzo del diesel è aumentato dell’89% rispetto a un anno fa; il costo dei fertilizzanti è lievitato del 115%; il grano, fondamentale per preparare il pane, ha visto un aumento del 45 per cento».

Non ultimo, cresce l’apprensione per le minoranze religiose: Porte Aperte parla di «un anno terribile per i cristiani nascosti in questo Paese… Un portavoce dei talebani ha affermato di recente che “sunniti, sciiti, sikh e indù praticano liberamente la loro religione in Afghanistan”. Non ha nemmeno fatto cenno, perché ritenuti inesistenti o in procinto di essere eliminati, i circa 10-12 mila cristiani che si stima risiedano attualmente nel Paese».

Una situazione particolarmente difficile, quella dei cristiani convertiti dall’islam, come conferma Cristian Nani: «I taliban nemmeno considerano l’esistenza della minoranza cristiana nascosta, che è composta interamente da ex musulmani», spiega il direttore di Porte Aperte Italia, interpellato da evangelici.net. «Il programma degli integralisti prevede l’eliminazione di questa presenza in due modi: spingendo i cristiani alla fuga o, in alternativa, assassinandoli. Gli elenchi di nomi di “collaborazionisti e convertiti” che giravano tra agosto e settembre 2021 è stata utilizzata a tal scopo: abbiamo notizie di sparizioni, omicidi o fughe delle persone presenti in queste liste di proscrizione».

Per far fronte a questa emergenza e fornire aiuti ai numerosi profughi in fuga dai taliban, Porte Aperte ha lanciato una raccolta fondi; i dettagli sono qui.

foto: porteaperteitalia.org

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