Nigeria, nuova strage di cristiani

Non c’è pace in Nigeria: domenica 5 giugno una chiesa cattolica è stata attaccata da un commando di terroristi che ha provocato decine di vittime, inclusi donne e bambini. È successo a Owo, nella Nigeria sudoccidentale, e le ultime stime parlano di cinquanta vittime. Gli attentatori sarebbero entrati in azione verso la fine della messa usando bombe e armi da fuoco. «In pochi minuti – riferisce un sacerdote, testimone della strage – la chiesa è diventata una pozza di sangue, con urla di donne e bambini che cercavano di nascondersi tra i banchi». La polizia sarebbe intervenuta molto tardi per problemi logistici, lasciando così agli assassini il tempo di agire e dileguarsi.

Le prime indagini indicano come responsabile dell’azione un noto gruppo di mandriani nigeriani, di religione islamica ed etnia fulani, spesso protagonista di violenze nei confronti dei coltivatori cristiani per questioni che, più volte, vengono derubricate dagli analisti a contese per il possesso dei terreni ancora fertili in un’area sempre più provata dalla siccità.

Rimane il fatto che i cristiani, nel Paese, sono nel mirino. «La Nigeria è attualmente uno dei posti più pericolosi per i cristiani», afferma Illia Djadi, analista di Open Doors per l’Africa subsahariana intervistato dalla Stampa. «Il Paese è stato testimone di un’esplosione di violenze negli ultimi mesi. Gli attacchi si verificano quasi quotidianamente. E ciò che sta accadendo è la triste realtà di ciò che avviene in tutta l’Africa occidentale». È sempre Open Doors a spiegare che la Nigeria, al momento, sembra dover affrontare «un mostro a tre teste», combattendo «Boko Haram, Iswap, militanti fulani, terroristi che agiscono in cooperazione tra loro».

L’impennata di violenza di cui è vittima la Nigeria, spiega ancora La Stampa, ha provocato tremila vittime e 1500 rapimenti nei primi tre mesi del 2022, ma si tratta di fatti «concentrati principalmente nel quadrante nord-ovest. Il sud-ovest, e in particolare lo stato di Ondo, sono considerati invece un luogo di relativa pace e calma»: o, almeno, lo erano stati fino a domenica.

foto: lastampa.it

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