A Gerusalemme i cristiani sono vittime di un aumento degli atti ostili da parte di giovani religiosi israeliani, riferisce il quotidiano Domani. Si tratta di “piccoli atti di xenofobia” che includono “graffiti, atti di vandalismo, insulti, spintoni, sputi” rivolti «alle chiese armene, verso i preti in transito sul selciato del quartiere cristiano, o verso persone la cui fede si manifesti in maniera ovvia nell’abbigliamento».
Un episodio di intolleranza al giorno, denuncia Yisca Harani, studiosa israeliana che segue una linea telefonica dedicata a chi subisce vessazioni in questo senso; all’argomento è stata dedicata anche una conferenza dal titolo piuttosto esplicito, “Perché gli ebrei sputano sui cristiani”, incontro che ha fatto discutere già prima di svolgersi, tra le proteste di un vicesindaco di Gerusalemme (che lo ha definito “un appuntamento antisemita”) e il boicottaggio del ministero degli esteri.
I cristiani armeni sembrano la comunità più colpita dalle azioni, ma non sono mancati altri momenti di attrito come la profanazione di trenta tombe in un cimitero protestante da parte di due adolescenti nello scorso mese di gennaio; da segnalare anche una polemica nei confronti di un gruppo di evangelici americani, nei pressi del Muro occidentale, da parte di un gruppo di contestatori che accusavano gli stranieri di “proselitismo e idolatria”.
«Qualcuno può immaginare che agli ebrei sia permesso tenere una preghiera di massa all’ingresso del Vaticano o della piazza della chiesa del Santo Sepolcro?», ha chiesto polemicamente il vicesindaco, presente tra i manifestanti.
foto: editorialedomani.it