360 milioni di cristiani subiscono episodi di persecuzione o discriminazione a causa della loro fede: lo rivela la trentesima edizione della World Watch List, progetto che Open doors/Porte aperte cura dagli anni Novanta e che ormai è diventato un punto di riferimento autorevole nella valutazione dei rischi affrontati da chi vive la propria fede in Paesi ostili alla testimonianza cristiana.
Nell’edizione 2023 della classifica dei Paesi più pericolosi si registra il ritorno in prima posizione della Corea del nord, dopo che lo scorso anno era stata provvisoriamente scalzata dall’Afghanistan; da segnalare inoltre l’intensità della violenza anticristiana esplosa nell’Africa subsahariana, con la Nigeria maglia nera per numero di massacri. Cresce anche il numero dei Paesi che utilizzano in modo massiccio la tecnologia per tenere sotto controllo l’espressione religiosa, e aumenta il numero di cristiani in fuga dalla persecuzione.
In generale sono sempre di più i Paesi dove la situazione per i cristiani è critica: la classifica considera tradizionalmente i primi cinquanta, ma quest’anno sono 76 i luoghi dove la persecuzione si presenta a un livello alto, molto alto o estremo. In totale i cristiani perseguitati, nel mondo, sono uno su sette, un dato che ha impressionato anche papa Bergoglio.
Entrando nello specifico della World Watch List, le prime sei posizioni vedono la presenza di quattro Paesi africani: la Corea del nord è seguita a ruota da Somalia, Yemen, Eritrea, Libia, Nigeria; a completare le prime dieci posizioni sono Pakistan, Iran, Afghanistan (dove le violenze dei taliban nei confronti dei cristiani sono diminuite solo perché, secondo gli stessi integralisti, “la presenza cristiana è stata debellata”), e il Sudan. Meno visibile, ma non per questo meno preoccupante, la situazione dell’America latina, vessata dalla corruzione e dalla criminalità.
La World Watch List 2023 è stata presentata alla Camera dei deputati nel corso di un incontro che è possibile rivedere qui.
foto: porteaperteitalia.org
