USA, l’effetto boomerang dei rimpatri

By 1 Aprile 2025Chiesa Perseguitata, Esteri

Le decisioni prese all’ingrosso sono sempre pericolose. Lo ha ammesso di fatto Elon Musk, che nella foga di tagliare la spesa pubblica ha chiuso i rubinetti anche ai finanziamenti – fondamentali – per fronteggiare l’epidemia di ebola.

Un altro fronte di decisioni che richiederebbero una maggiore ponderazione è il capitolo rimpatri, cavallo di battaglia dell’amministrazione Trump. Peccato che nelle pieghe della decisione si impiglino vite, e a volte situazioni complesse, per non dire pericolose. Lo segnala il New York Times, che racconta la storia di Artemis Ghasemzadeh, una ventisettenne iraniana fuggita dal suo Paese dopo aver conosciuto e abbracciato la fede cristiana.

«La conversione di Artemis Ghasemzadeh dall’islam al cristianesimo si è sviluppata nell’arco di alcuni anni a partire dal 2019, attraverso una rete di chiese clandestine e corsi segreti online», riporta la testata. «Tre anni fa Artemis è stata battezzata e, secondo le sue parole, è “rinata”. La conversione è stata un rischio notevole… la legge islamica applicata in Iran stabilisce che abbandonare l’islam per un’altra religione si configura come blasfemia ed è punibile con la morte. Alcuni membri del gruppo di studio biblico frequentato da Artemis sono stati arrestati. Così, a dicembre, la signora Ghasemzadeh è partita per gli Stati Uniti».

Solo che, in base alle nuove indicazioni presidenziali, «il suo viaggio si è concluso in un campo di detenzione per migranti», dove attende sviluppi insieme a nove altri iraniani convertiti al cristianesimo – tre di loro sono bambini – che in caso di rimpatrio rischiano la vita.

foto: nytimes.com

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