
Il 2024 è stato un anno record per l’intolleranza anticristiana: oggi nel mondo sono oltre 380 milioni i cristiani ad alto rischio di persecuzione. In altre parole: un cristiano su sette non può vivere liberamente la propria fede a causa di leggi ostili o vessazioni di varia natura.
A rivelarlo è la nuova edizione della World Watch List, il dossier annuale che l’organizzazione internazionale Open Doors/Porte Aperte diffonde a gennaio basandosi su mesi di ricerche sul campo. I numeri riferiti al 2024 parlano di 4476 cristiani assassinati per la loro fede, ma si tratta solo dell’elemento più visibile e doloroso di un quadro fin troppo ampio che parte dalla solita Corea del nord – ormai da lustri maglia nera sul fronte della persecuzione – passa per l’Asia centrale – con un globale peggioramento delle condizioni dei cristiani in tutti gli stan countries – e arriva in Africa, dove la violenza sperimentata nei Paesi subsahariani ha portato i cristiani a vivere una condizione di terrore e di orrore ormai fisiologica, fatta di stragi, arresti, rapimenti (3775 i cristiani rapiti nel 2024, di cui 2830 in Nigeria), vessazioni di ogni genere.
In questo quadro si dimezzano gli assalti contro le chiese ma aumentano gli attacchi contro i beni personali dei credenti e si fa sempre più sentita per i cristiani la necessità di eclissarsi, per vivere la propria vita comunitaria in forma riservata, nascosta, clandestina. Una necessità che testimonia un passaggio preoccupante verso una progressiva esclusione dal proprio contesto sociale.
La World Watch List è stata presentata ufficialmente alla Camera dei deputati nel corso di una conferenza stampa che è possibile rivedere qui.
foto: porteaperteitalia.org