Machen e la battaglia contro il liberalismo

By 10 Aprile 2014Cultura

MILANO – A più di novant’anni dalla sua prima pubblicazione arriva in Italia “Cristianesimo e liberalismo”, l’opera più rappresentativa di J. Gresham Machen (1881-1937), teologo presbiteriano vissuto negli USA nella prima metà del XX secolo, professore di Nuovo Testamento a Princeton e riferimento principale per la corrente teologica conservatrice.

“Cristianesimo e liberalismo”, pubblicato in prima edizione nel 1923 e considerato uno dei cento libri più rilevanti del millennio da World Magazine e del secolo da Christianity Today, è riconosciuto in tutto l’Occidente come l’opera apologetica più significativa nel perorare la causa del cristianesimo biblico e una posizione dottrinale strettamente basata sulle Sacre Scritture, in opposizione agli insegnamenti del liberalismo, su dottrine fondamentali come il rapporto tra Dio e uomo, Bibbia, Cristo, la salvezza e la chiesa.

Come ricorda Carl Trueman nella prefazione, l’opera nasce nel pieno dello scontro tra fondamentalismo e modernismo; la tesi centrale sostenuta da Machen nel volume è che «il liberalismo non è una legittima espressione del cristianesimo storico, bensì una religione completamente diversa», «l’inizio di un inesorabile processo verso una religione sentimentale, che non aveva nulla a che fare col Dio della Bibbia e neanche con la vita reale», un sentimentalismo ancora attuale e in qualche misura – rileva Trueman – ripreso ai nostri tempi, paradossalmente, dall’approccio dei predicatori fondamentalisti più popolari.

Tra i rischi che oltrepassano le stagioni teologiche e le epoche storiche, e che oggi come ieri si ripresentano, la tentazione di ridurre il cristianesimo al suo insegnamento morale: «una delle più importanti e pericolose concessioni – scrive Giuseppe Rizza nella prefazione all’edizione italiana, citando il pensiero l’autore – fatte allo spirito del tempo».

Machen si concentra sul “diverso tipo di credo religioso” contro cui lotta il cristanesimo, e fin dall’introduzione l’autore denuncia la nascita, con il liberalismo, di una nuova “religione priva di redenzione”: la tendenza a vedere il cristianesimo come uno stile di vita più che una dottrina, lasciando in secondo piano o dimenticando concetti fondamentali come il peccato e il pentimento, l’autorità della Bibbia, la divinità di Gesù e il suo sacrificio espiatorio, per limitare il cristianesimo a una religione dell’oggi, più che della speranza futura. L’unico antidoto a questa prospettiva ormai ampiamente diffusa, sottolinea l’autore, consiste nella riscoperta del «messaggio della grazia di Dio, ormai quasi dimenticato».

J. Gresham Machen
Cristianesimo e liberalismo
Alfa e Omega, 2014
173 pp – 13 euro

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