Piper, "Cinque punti" per credere

By 24 Settembre 2014Cultura

FIRENZE – «Non comincio, come calvinista, col difendere un sistema. Comincio come un cristiano che crede nella Bibbia e vuole metterla al di sopra di tutti i sistemi di pensiero»: si apre con questa essenziale premessa “Cinque punti” di John Piper, un’esposizione aggiornata delle dottrine fondamentali del calvinismo. Il saggio di Piper – rettore del Bethlehem College and Seminary di Minneapolis e autore di oltre sessanta saggi tradotti e pubblicati in tutto il mondo – non vuole essere polemico verso altre correnti cristiane né sottolineare la distanza su alcuni punti, ma offrire una prospettiva sugli aspetti principali del nostro modo di intendere la fede cristiana: «la nostra posizione riguardo a tali cose – spiega Piper – influisce profondamente sulla nostra concezione di Dio, dell’uomo, della salvezza, dell’espiazione, della rigenerazione, della certezza della salvezza, dell’adorazione e delle missioni».

Piper nel suo saggio parte dalle radici storiche del calvinismo e da uno sguardo generale sui cinque punti, per poi affrontarli in singoli capitoli con la sua consueta chiarezza espositiva, aggiornandone l’ordine, accompagnando le sue riflessioni con ampie citazioni bibliche, e concludendo l’opera con la testimonianza sul significato che i cinque punti hanno assunto nella sua vita e nell’esperienza di fede di Agostino d’Ippona, Jonathan Edwards, George Whitefield, George Müller, Charles Spurgeon.

Il libro:
John Piper
Cinque punti. Verso un’esperienza più profonda della grazia di Dio
BE edizioni, 2014
125 pp – 12 €

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