Susanna Tamaro e la crisi di senso della società

By 30 Dicembre 2020Cultura, Dall'Italia, Focus

Susanna Tamaro sul Corriere riflette sulla realtà che affrontiamo nella società contemporanea, dove «nessuno sembra preoccuparsi del vuoto dei cuori, dell’impossibilità di provare… neppure una forma di temporanea serenità». La scrittrice constata che il virus ha solo amplificato la nostra crisi: «la società che è crollata come un gigante dai piedi d’argilla aveva già da troppo tempo corroso tutto ciò che fonda l’essere umano nella sua complessità. Eravamo – siamo – tutti stanchi, tutti profondamente sfiniti da questo correre intorno che ora mostra, con lampante chiarezza, la sua assenza di senso». Una prospettiva ben diversa da quella offerta da Gesù, ricorda Tamaro, che ebbe a dire «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi».

Siamo infelici, stanchi, ma anche disorientati: del resto, riflette la scrittrice, «abbiamo smesso di educare e, smettendo di farlo, abbiamo rinunciato alla nostra umanità. Per educare bisogna essere convinti che ci sia una direzione verso la quale andare; se questa direzione è assente, se la nostra vita altro non è che un pascolo errabondo, il mondo sarà sempre più sotto il dominio di ciò che sonnecchia nel fondo di tutti noi: la ferinità». Perché certo, «è bello battere le mani, è bello cantare dai balconi dicendosi che andrà tutto bene, ma un bene senza una radice nel Bene viene spazzato via come una foglia secca al primo refolo di vento. Senza il bene, non c’è il male; senza il male, non c’è limite. E senza limite, scivoliamo inesorabilmente verso l’Homo homini lupus».

foto di Andreas Bohnenstengel, CC BY-SA 3.0 de

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