Marilynnee Robinson torna in libreria con Jack e non si smentisce: Repubblica definisce il romanzo come una storia “che rischia di inquietare” e che “ha la tensione paradigmatica di una vicenda biblica“.
Jack segue la trilogia rappresentata da Gilead, Casa e Lila, in cui l’autrice ha raccontato vicende ambientate nell’Iowa degli anni Cinquanta dove «il destino della famiglia del reverendo congregazionalista John Ames s’intrecciava con quello della famiglia di Robert Boughton, reverendo presbiteriano».
«Nelle mie narrazioni – spiega Robinson a Leonetta Bentivoglio – seguo i rami di una famiglia i cui membri sono eredi di una forte tradizione calvinista. Esploro teologicamente e storicamente l’etica e le motivazioni di una fetta d’umanità di questo Paese… nel mio corpus di storie ho voluto addentrarmi in una fase americana bella ed eroica, quando grazie a un’etica cristiana di speranza e condivisione si edificavano chiese e ferrovie e si fondavano università integrate in termini di razza e genere».
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