Il mensile scientifico Focus si è occupato della ricerca di Dio nel corso della storia e di come «la ricostruzione del modo in cui gli uomini hanno immaginato Dio nel corso del tempo può riservare molte sorprese».
Ampio spazio viene dedicato al Dio della Bibbia, che «seppure perdente [sic], con il suo popolo in esilio, fu considerato il Creatore, l’unico vero Dio, di tutti, non più solo un protettore del suo popolo. E questa nuova immagine di Dio si diffuse grazie al formidabile strumento teologico-divulgativo della Bibbia».
Focus prosegue con qualche divagazione storico critica sul parallelismo con la divinità egizia di Aton e sulla “precedente fase politeistica della religione ebraica, influenzata dai culti della terra di Canaan”, spiegando poi che gli ebrei sarebbero passati per “una forma di monolatria” (con un dio prevalente ma non unico) fino ad arrivare al monoteismo, sancito nei Dieci comandamenti (altrimenti, rileva Focus, «perché gli israeliti al passaggio del Mar Rosso avrebbero dovuto cantare “chi mai è come te tra gli dèi, o Signore”?»).
La testata riferisce infine di diverse tesi – alcune piuttosto ardite – sulle origini dei culti e gli incroci culturali che li avrebbero contaminati, fino agli sviluppi seguiti all’avvento del cristianesimo («dopo la conversione di Costantino, Dio si manifestò in genere attraverso Gesù, apparve più altruista e interessato alla conversione di tutti i popoli»), e al travagliato destino segnato dal confronto – non sempre, come noto, pacifico – tra correnti e dottrine di segno diverso.
foto: focus.it
