
All’università di Asbury, nel Kentucky, un gruppo di giovani ha deciso di trattenersi dopo un servizio di culto svoltosi la mattina di mercoledì 8 febbraio nella cappella dell’ateneo, un istituto affiliato al movimento metodista.
È nato così un incontro di preghiera che è proseguito per quasi due settimane e ha avuto termine solo il 19 febbraio. Al contrario di altre iniziative simili non si è trattato di una maratona organizzata, né di una staffetta: i giovani partecipanti hanno sentito, semplicemente, il bisogno di proseguire nella preghiera, e la loro passione – unita alle potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione – ha portato migliaia di persone, giorno dopo giorno, a mettersi in fila per ore per potersi aggiungere al gruppo.
I social e i media si sono subito spinti a parlare di un nuovo risveglio, sul genere dei fenomeni spirituali spontanei che, nei secoli scorsi, diedero vita a una nuova consapevolezza personale e a un rinnovamento nelle chiese: all’Asbury revival 2023 è già dedicata addirittura una pagina di Wikipedia e dell’episodio hanno parlato, tra gli altri, il Washington Post e la CNN; perfino l’ex vicepresidente USA, Mike Pence, ha commentato in un tweet che “Il Signore è all’opera ad Asbury”.
Non è chiaro se l’esperienza di Asbury avrà un seguito, e in quale forma; di certo il fenomeno fa riflettere sulla fame di spiritualità che – anche nell’era dell’immagine – riemerge periodicamente nelle società occidentali.
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