Immedesimarsi nelle vicende della Bibbia, per chi vive nel XXI secolo, non è semplice. Diventa complicato comprendere non solo la cultura dell’epoca, ma anche dettagli quasi scontati come le difficoltà negli spostamenti, i tempi di percorrenza sulle strade del tempo, la fatica nel coprire le distanze. Eppure si tratta di elementi fondamentali per capire gli sviluppi della storia, le frizioni tra componenti etniche, le migrazioni, l’esplosione e il declino di alcune località, la concentrazione urbana o lo spopolamento di città poste su snodi prima strategici e poi usciti dalle grandi rotte commerciali.
A dare una mano in questo senso è Orbis, una nuova applicazione della Stanford University, che ha creato, di fatto – con diciotto secoli di ritardo, commenta ironico un sito specializzato in novità tecnologiche – un navigatore dedicato ai viaggiatori del II secolo dopo Cristo.
Gli algoritmi approntati dalla Stanford simulano i tempi di percorrenza tra due città dell’Impero romano suggerendo una scelta tra quelle che allora erano le più comuni vie di comunicazione terrestre, fluviale e marittima; Orbis permette di selezionare la tipologia di viaggio (come il trasporto di merci o lo spostamento di truppe), ma anche di optare tra i ritmi più comuni: dai 12 chilometri al giorno del carro trainato da buoi fino ai 60 della marcia militare e ai 250 della staffetta di corrieri a cavallo. In base a queste variabili e al mezzo di locomozione a disposizione – da scegliere naturalmente tra i diversi mezzi a disposizione all’epoca – la app elabora il percorso, i tempi di percorrenza e ipotizza i costi per il carburante (la biada, ovviamente).
Non solo: come ogni navigatore che si rispetti, anche qui potrete organizzare il vostro ipotetico viaggio scegliendo tra il percorso più veloce, il più economico e il più breve. La app, almeno nelle intenzioni, si propone di offrire un livello di precisione significativo, tanto che nel fornire il responso prova a tenere conto persino delle variazioni stagionali.
Spaziando tra le diverse località – che gli studiosi, con un tocco di classe, hanno riproposto nella loro denominazione latina – si scopre che viaggiare tra Gerusalemme e Roma a piedi (e, naturalmente, via nave) scegliendo l’opzione più breve richiedeva 28 giorni e mezzo per un totale di 3192 chilometri, con scali a Pafo, Patara, Rodi, Myndos, nel Peloponneso e a Corinto; dopo aver attraversato l’istmo avreste toccato di nuovo via mare Patrasso e Ichtys (di fronte alla foscoliana Zacinto), prima di arrivare a Messina e risalire il Tirreno facendo tappa a Palinuro, Miseno e, infine, sbarcare a Ostia per raggiungere la capitale dell’impero (attenzione però, l’odierna via Cristoforo Colombo non era ancora stata aperta).
Ovviamente Orbis propone il servizio solo a scopo accademico e didattico – non provate a utilizzare le indicazioni per i vostri pellegrinaggi senza affiancarle a una mappa aggiornata – e patisce qualche inevitabile approssimazione; se non altro, però, aiuta a immergersi una realtà diversa dalla nostra per comprendere meglio un mondo con cui chi ama la Bibbia si confronta costantemente.
foto: orbis.stanford.edu