Il caso Mortara nell’obiettivo di Bellocchio

By 6 Giugno 2023Cultura, Focus, Spettacoli

Un film che fa discutere fin dal titolo: “Rapito”, del regista Marco Bellocchio, racconta la vicenda di Edgardo Mortara, un ragazzo ebreo che a metà Ottocento venne battezzato di nascosto da una domestica cattolica e fu poi sottratto alla famiglia su mandato dell’inquisitore di Bologna in quanto, in punta di diritto canonico, il ragazzo doveva venire cresciuto cattolicamente.

A nulla valsero le suppliche della famiglia a Pio IX, che rifiutò un ricongiungimento: «imporre con la forza la “salvezza” del piccolo Mortara», riassume Agostino Giovagnoli su Avvenire, sembrò al papa «un dovere stringente quando l’ultimo scampolo del suo ruolo di Papa Re era ancora per poco nelle sue mani. Per motivi specularmente opposti, il rapimento di Edgardo Mortara apparve come la prova provata che l’oscurantismo dello Stato pontificio dovesse cessare al più presto: Napoleone III ne trasse una giustificazione per non rispettare gli impegni presi con Pio IX, abbandonando al suo destino il potere temporale del papa».

Il messaggio lanciato da Bellocchio attraverso la pellicola ha una risonanza nell’attualità: papa Francesco, ricorda il regista, enfatizza regolarmente concetti come carità e misericordia, ma “non è che in nome della carità o misericordia si possano mettere in discussione i dogmi di fede”.

Il film, prova a contestualizzare Avvenire, mostra che il papa «fu prigioniero di una concezione errata circa l’uso della forza materiale per imporre un bene spirituale», e oggi difficilmente – fa capire la testata – qualcuno giustificherebbe «il rapimento di un bambino ebreo battezzato in articulo mortis», perché «se è vero che la fede della Chiesa è rimasta, al fondo, la stessa, i credenti oggi la vivono in modo diverso, anzitutto riguardo al rapporto tra Vangelo e violenza». E, tra i tanti motivi che rendono impossibile il ripetersi di una vicenda simile, c’è anche «il profondo cambiamento compiuto dai cattolici comprendendo sempre di più il debito che la loro stessa fede ha nei confronti degli ebrei».

Messa così sembrerebbe semplice spirito di adattamento ai tempi nuovi, magari accompagnato da una imbarazzata sordina su dogmi scomodi ma tuttora validi. Ma, aggiunge Giovagnoli, non è proprio così, e per questo motivo Bellocchio ha ragione solo fino a un certo punto: «se oggi i dogmi non rendono affatto irrilevanti carità e misericordia – l’insistenza appassionata di papa Francesco per la pace lo mostra ampiamente – è perché quegli stessi dogmi vengono meglio compresi di quanto lo fossero un secolo fa». Insomma, non cambiano i dogmi né la percezione del fedele, semmai cambia la comprensione.

foto dal trailer ufficiale del film su YouTube

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