La Rosa che sfidò il regime

By 21 Febbraio 2023Cultura, Esteri, Focus

Ottant’anni fa, il 22 febbraio 1943, si concludeva l’esperienza della Weisse Rose, la Rosa bianca, un gruppo di studenti cristiani di Monaco che, insieme a un loro professore, avevano deciso di non tacere di fronte alla sopraffazione del nazismo. L’impegno di Sophie e Hans Scholl, Alexander Schmorell, Willi Graff, Christoph Probst e del professor Kurt Huber, accompagnato da un messaggio forse troppo intellettuale, non riuscì nell’intento di smuovere la popolazione tedesca per convincerla a sollevarsi contro la dittatura.

I volantini della Rosa bianca non toccarono il cuore della gente, ma non lasciarono indifferenti le autorità: arrestati a metà febbraio e sottoposti a torture, i sei vennero condannati a morte dopo un processo lampo. Anche nel modo di affrontare la condanna il gruppo mostrò una coerenza fuori dal comune: Hans Scholl, prima dell’esecuzione, si farà leggere il Salmo 90; Christoph Probst scriverà alla madre incoraggiandola: «continua a percorrere la tua strada verso Dio».

Nei due mesi successivi altri dieci membri del gruppo sarebbero stati condannati e uccisi; la Rosa bianca sarebbe caduta insieme alle loro vite, ma la testimonianza della loro resistenza cristiana al nazismo sarebbe rimasta nelle coscienze e nella storia.

foto: Sophie Scholl con i componenti della “Rosa Bianca”.

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